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BIANCO E NERO di Filippo Gigante

di Ninni Di Lauro (Recensione)

BARI - E’ proprio vero che tra il lettore ed il libro, curiosamente, venga a crearsi una strana alchimia. Siamo sicuri di entrare in libreria e di “scegliere” autonomamente qualcosa da leggere, ma, in effetti, non è mai così. Solitamente è il libro che scegliete. Senti una strana attrazione e dopo una lunga ricerca, ti ritrovi alla cassa, con un volumetto che probabilmente non avresti mai comprato. Non ti sai spiegare i motivi per i quali lo hai scelto e, non ti rendi conto di essere stato inconsciamente ipnotizzato da qualcosa di magico ed inspiegabile. Non conosci l’autore, non hai letto alcuna recensione, non sai nemmeno di cosa possa trattare, eppure, lo acquisti e lo porti via. Lo stringi tra le mani, lo senti tuo, ben sapendo che finirà sul tuo comodino, tra una pila di altri libri che da tempo attendono di essere letti. Nel caso specifico è accaduto il contrario. All’ombra di un gazebo di un bar, mentre sorbivo il classico caffè freddo con granita, ho cominciato a sfogliare “il bianco e il nero” di un giovane autore a me sconosciuto. Fresco di stampa corro a guardare i capitoli ed al loro posto mi ritrovo dei “respiri” che vanno dal primo sino al decimo. Comincio a leggerlo e penso che forse sarebbe meglio rinviare la lettura a tempi migliori. Ho con me alcuni quotidiani che aspettano almeno di essere sfogliati, ma non riesco a staccarmi dalla lettura del libro. Mi torna in mente uno strano ricordo. La prima volta che in teatro andai vedere una “lectura dantis” interpretata da Carmelo bene e la sua phonè, a volte lenta, tediosa e strascicante ed a volte irruente e coinvolgente, pensai di andar via alla chetichella quanto prima, senza riuscirci mai. Rimasi seduto, affabulato da suoni e parole che non mi permettevano di alzarmi dalla mia poltrona. Ero dibattuto fra l’abbandonare l’ascolto o continuare a seguire la sua performance. Da quel giorno l’ho amato e non mi sono mai più perso uno dei suoi spettacoli. Che mi stesse succedendo la stessa cosa per questo pamphlet mi sono chiesto! Notavo nello scritto una affannosa ricerca di se stesso, una descrizione favolistica, con dovizia di particolari, che passavano dallo stile preciso e puntuale del famoso Giorgio Faletti all’autore del Mago di Oz: L. Frank Baum. I personaggi descritti, quasi Felliniani, spaziavano dalla figura paterna alle giraffe dai lunghi colli, da sua madre, i nonni, dagli amici agli acrobatici personaggi circensi. Un fantasioso accoppiamento di folletti, clown, alberi magici dei desideri sino alla figura della morte. Molto, ma molto curata, la bellissima descrizione, con spiegazioni semplici della cromia dei colori per arrivare... alla poesia! Dagli sms, moderni ed attuali, a pensieri filosofici come: ”Seguimi... ma fammi strada”, sino ad arrivare ad una sua affermazione: “...nella scrittura, vedo un mezzo per riuscire a dar voce ai miei pensieri...”. Che sia lui il nuovo autore dei best seller del terzo millennio? BIANCO E NERO, da non perdere e da conservare nella propria libreria. Curioso, intrigante, coinvolgente ed interessante. Rileggerlo, poi, vi regalerà sempre nuove sensazioni. Un acquisto intelligente. 

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