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Foggia. Sanità, Salatto: «Non posso firmare un atto col quale decreto il mio suicidio»

Gli OO.RR. di Foggia. (foto) ndr.

di Redazione 

FOGGIA, GEN. - "Una tempestività che non ha precedenti all'Asl di Foggia. Ma non è mai tardi per assolvere al proprio ruolo". Così, con una replica tra l'ironico e l'esasperato, Potito Salatto, imprenditore della sanità privata commenta la comunicazione inviata ieri dal direttore generale Attilio Manfrini alla Regione Puglia circa la mancata volontà delle cliniche del gruppo, Villa Igea (Foggia) e San Michele (Manfredonia) e di quelle afferenti al gruppo Telesforo, Villa Serena e Nuova San Francesco, a sottoscrivere i contratti per l'annualità 2014. Un atto certamente forte quello del direttore generale, che, in buona sostanza, mette in guardia gli imprenditori dalla prosecuzione del rapporto di accreditamento col sistema sanitario regionale, aprendo di fatto uno scontro frontale con le due realtà territoriali, rappresentative, peraltro, dell'intero comparto privato di Capitanata (Salatto è alla guida di Aiop, Telesforo di Confindustria Sanità). Ma che non fa smuovere di una virgola i due imputati.

Il motivo, a ben guardare, è di una semplicità quasi  disarmante. E rappresenta il cuore della vertenza da tempo in corso tra le parti, con tanto di strascichi giudiziari. Come da copione, infatti, anche il contratto 2014 porta con sé due elementi capestro per le case di cure foggiane ormai sistematici. 1) La tardività: il contratto è giunto sulla scrivania degli imprenditori ad annualità praticamente conclusa, quando le prestazioni per il Sistema sanitario regionale, e dunque per l'Asl di Foggia, sono state già erogate 2) Il ribasso economico: il "tetto" ossia il rimborso per le prestazioni eseguite sarebbe sottostimato rispetto al servizio già reso dalle case di cure il che inevitabilmente porta gli imprenditori a "buchi di bilancio" da ripianare di tasca propria. Anche in questo caso, la perdita secca stimata, solo per il Gruppo Salatto, sarebbe di circa 600mila euro.

Una situazione non certo nuova rispetto alla sanità privata, da tempo denunciata e sulla quale sono stati scritti fiumi di parole, sui giornali, nelle aule giudiziarie e nelle missive alle istituzioni, Regione Puglia in primis, chiamata in causa a tempo debito dalla stesso Gruppo Salatto che, con un atto di significazione,ha invitato  ad attivarsi per porre fine a questo stato di cose agitando lo spettro, inevitabile, del default con tanto di licenziamenti e compressione dei livelli assistenziali sul territorio.

Ma c'è un ulteriore elemento contestato dagli imprenditori, alla base più di altri del gran rifiuto a Manfrini: non basti la tardività dei contratti ed il sistematico ribasso economico, ad oggi non risulta saldato neanche il dovuto. Gli imprenditori sarebbero ancora in attesa dei saldi 2013, un 10% "vitale" per le casse aziendali.

"Non posso firmare un atto col quale decreto il mio suicidio e che non mi viene neanche erogato per intero, nei tempi dovuti" conclude Salatto. "Bene ha fatto Manfrini a rivolgersi agli organi regionali. Che verifichino, finalmente".





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