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Storia & Misteri. La Puglia era una regione strategica per i Cavalieri del Tempio. La loro Casa Madre era a Barletta

I Cavalieri del Tempio. (foto com.) ndr.

di Massimo Resta 

BARI, 9 SETT. - Sono trascorsi più di settecento anni dalla scomparsa dei Templari, ma l'antico e misterioso ordine monastico-cavalleresco continua a mantenere immutato il suo grande fascino per i misteri legati agli antichi cavalieri. La storia. Nel 1108 nove cavalieri appartenenti a famiglie nobili francesi, decidono di rinunciare ad agi e ricchezze, di fare voto di obbedienza, povertà e castità e di fondare un ordine monastico- cavalleresco che difendesse in Terra Santa i Pellegrini che si recavano sui luoghi di Cristo. Giunti a Gerusalemme si recano dal re Baldovino I, a cui si propongono come braccio armato e chiedono di potersi insediare nell'ala del palazzo reale costruita sul luogo dove sorgeva l'antico Tempio di Re Salomone. Il vero scopo del loro viaggio in Terra Santa non era difendere i Pellegrini ma cercare un oggetto che avrebbe potuto cambiare la storia. Si chiudono nell'ala del Palazzo reale concesso loro da Baldovino e vi restano dieci anni. Nel 1118 quando a Gerusalemme giunge a trovarli il Conte di Champagne sono tutti vivi e vegeti. Non hanno dunque combattuto ma scavato per arrivare ai resti del Tempio di Re Salomone, da cui hanno preso il nome, alla ricerca dell'Arca della Santa Alleanza, un contenitore trasportabile e munito di un sistema di allarme in cui gli ebrei custodivano un grande tesoro: i rotoli delle sacre scritture, le tavole con i dieci comandamenti che Dio diede a Mosè, tutta la conoscenza del popolo ebraico, il calice dell'ultima cena ed i calcoli geometrici della costruzione del Tempio di Re Salomone. Trovato il tesoro, rientrano in Europa ed iniziano a costruire le cattedrali gotiche, edificate utilizzando il progetto del Tempio di Salomone. Avendo bisogno di manovalanza, allargano il loro ordine anche al popolino, mentre inizialmente le loro porte erano aperte solo a nobili. Assoldano muratori che in Francia venivano chiamati maisonnieres, cioè costruttori di case. Muratori che daranno successivamente vita alla Massoneria. Arrivano anche in Italia, dove sono presenti un po' dappertutto. Ma la regione più importante per loro era la Puglia, da cui si imbarcavano per la Terra Santa dal porto di Brindisi. La Casa Madre era a Barletta, il cui vescovo è anche vescovo di Nazareth. Acquisiscono potere, beni immobili e privilegi come i cimiteri personali. Dove non possono costruire chiese acquisiscono edifici religiosi. Diventano un pericolo per Il Papato e l'Impero, che decidono di distruggerli. Vengono accusati di eresia e condannati al rogo. Catturati da Filippo il Bello, re di Francia, intorno al 1300 vengono arsi vivi. Tranne uno, crocifisso dal re di Francia alla porta di legno di una chiesa di Parigi per volteggiare la morte di Gesù sulla croce. Secondo alcuni studiosi il corpo di questo templare sarebbe stato avvolto in un lenzuolo bianco che nel 1600 sarebbe diventato la Sindone. Sarebbero stati i Savoia a far credere alla popolazione, decimata dalla peste, che quel lenzuolo era il sudario di Cristo, per far riavvicinare loro un popolo alle prese con epidemie, fame e carestie. Successivamente il Papato ordinò di eliminare da tutte le chiese le tracce dei templari, per farli dimenticare. Un'azione inutile, visto che i sopravvissuti costituirono la Massoneria di cui facevano parte tutti i nobili. Come ad esempio il pittore ottocentesco di Terlizzi Michele De Napoli. La prova che era un Massone è custodita nella cattedrale del suo paese d'origine. Un dipinto raffigurante Maria Maddalena inginocchiata davanti al teschio di Cristo. Un tema pittorico usato anche da altri artisti, ma Michele De Napoli vi aggiunge in un angolo un rovo spinoso di rose per far capire la sua appartenenza alla Massoneria.





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