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'La Buona Politica' - Referendum costituzionale: indecisi alla meta

Al via il referendum costituzionale. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 15 NOV. - Referendum costituzionale, il prossimo 4 dicembre gli italiani saranno chiamati alle urne, per esprimere il proprio voto sulla riforma costituzionale promossa dal governo Renzi. I cittadini dovranno decidere con un SI o con un NO se approvare le modifiche alla nostra Costituzione previste dal ddl Boschi. La riforma è già stata approvata dal nostro Parlamento, ma potrà entrare in vigore solo se il referendum costituzionaleavrà esito positivo. Il risultato di questo tipo di consultazione sancirà il futuro della nostra carta costituzionale. 

La sfida è ancora aperta: le intenzioni di voto dei cittadini viste finora con i sondaggi pubblicati sul Referendum costituzionale danno delle indicazioni ben precise. Gli aventi diritto al voto, potranno indicare se sono a favore o meno alla riforma Costituzionale, per cui o si accetta tutto o si respinge tutto. Sono ancora molti gli italiani confusi sull’intenzione di voto, mentre rimane un ampia parte del campione che si dice non a conoscenza dei punti sui quali si voterà. Sembra regnare un clima di forte indecisione, tante le ipotesi al vaglio, le continue vessazioni delle correnti interne ai movimenti non da ultimo una disarticolata informazione sulle motivazione tecniche referendarie. In un dibattito inquinato da interessi di parte e di partito, propaganda spiccia e retorica stucchevole, c’è necessità di andare al cuore della proposta per capire in cosa potrebbe migliorare il sistema italiano e in cosa no.Il significato politico del referendum, ha un grandissimo peso sia sulla legislatura che sull’esecutivo.Ciò è dovuto al fatto che se passerà il Si alla Riforma Costituzionale, il premier Renzi resterà al suo posto ed il Governo, proseguirà il suo percorso per cambiare il Paese.Se al referendum vincono i NO, come più volte annunciato, Renzi e Boschi annunceranno le proprie dimissioni. La riforma costituzionale in questione è una delle più elaborate ed ambiziose che siano mai state proposte in Italia e modifica 47 articoli su 139. Nella nostra Costituzione c’è la nostra storia, il nostro passato, i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Al suo interno ci sono anche valori intrinseci, non sempre esplicitamente dichiarati, ma chiaramente desumibili: la persona, il lavoro, la dignità, la libertà e l’uguaglianza, la democrazia, l’etica, la legalità; non dimenticando, peraltro, che nella schiera dei valori vanno considerati anche i doveri e tra di essi emergono principalmente la solidarietà e la partecipazione attiva. 

Quando all’art. 1 si scrive che l’Italia è una “Repubblica democratica”, si dichiara una scelta e si evidenzia un valore: la democrazia. Lo scontro tra il Sì e il No è trasversale e coinvolge tutti gli schieramenti politici e ideologici. Naturale asse portante del partito del Sì è Matteo Renzi, ma a predicare le ragioni della riforma costituzionale c’è anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha spiegato che “le due debolezze fatali della storia repubblicana sono stati la minorità dell’esecutivo e il bicameralismo perfetto”.Pericle nel suo discorso agli ateniesi già nel 431 a.c. affermava: “Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”. L’elemento più importante che caratterizza la nostra splendida Carta Costituzionale, e che unì tutti i Costituenti dell’epoca, è il valore sacro della persona umana. L’individuo è inteso non più come mezzo ma come fine primario dell’ordinamento giuridico e sociale. Si traccia così una visione della persona non statica ma dinamica, poiché titolare dei diritti e dei doveri, diretta allo sviluppo, non solo economico ma sociale e culturale. 

La persona, però, non può realizzarsi completamente se non in condizione di libertà indissolubilmente connessa al concetto di uguaglianza. Entrata in vigore il 1° gennaio 1948, a tre anni dalla Liberazione della Nazione e dalla fine della seconda guerra mondiale, la nostra costituzione è ancor oggi, una delle più avanzate del mondo, soprattutto perché è costruita in modo da non limitarsi a elencare i diritti, ma dare indicazioni tassative per la loro effettività e per la loro concreta attuazione.





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