Birra Morena - Birra Winner

Ultim'Ora

Calcio. Ancora un pari per il Foggia punito da un’autorete

Mister G. Stroppa. (foto com.) ndr.

di Mario Schena

FOGGIA, 4 DIC. - Il Foggia pareggia in riva allo stretto dominando per tutta la gara, ma denotando più che mai la sua sterilità in attacco e regalando un punto ai padroni di casa incapaci per tutta la gara di imbastire un’azione offensiva degna di tale nome. I gol li ha segnati entrambi il Foggia. A Reggio Calabria i rossoneri sono scesi in campo determinati a ritrovare quella vittoria che sembrava smarrita, soprattutto tra le mura amiche e per non perdere contatto dal Lecce capolista. Di fronte uno Zeman, il figlio di Zdeneck, tale Karel, cresciuto a Foggia giocando soprattutto a Basket. Una buona partenza con la sua Reggina poi alti e bassi. Terzultimo posto con tredici punti frutto di due sole vittorie, sette pareggi e sei sconfitte. Prima della gara con i rossoneri, nelle ultime quattro gare al “Granillo” gli amaranto hanno collezionato una sola vittoria, due sconfitte ed un pareggio. In casa non vincono dal nove di ottobre ed hanno conquistato i tre punti solo due volte, con il Messina e con la Juve Stabia. Di fronte il Foggia, secondo in classifica e al quale manca la vittoria fuori casa dal diciannove settembre quando ha vinto a Messina grazie alla doppietta di Mazzeo. Stroppa ha dovuto fare a meno di ben sei titolari, Gerbo, Loiacono e Padovan squalificati, Agazzi, Empereur e Mazzeo infortunati. Ha diretto la gara Niccolò Pagliardini della sezione AIA di Arezzo, assistito dai Sigg. Filippo Bercigli e Francesco Gnarra, rispettivamente delle sezioni di Valdarno e Siena. Foggia in campo con una maglia con stampato sul petto il nome della squadra brasiliana del Chapecoense. Il primo tempo è, come già evidenziato, di netto predominio del Foggia che staziona praticamente per tutti quarantasei minuti nella metà campo della Reggina. Al settimo minuto Vacca perde incredibilmente la palla a centrocampo ed è costretto al fallo su Bangu che stava per involarsi verso la porta di Guarna, l’ammonizione è inevitabile. Al tredicesimo Sarno. Su calcio di punizione serve Chiricò al centro dell’area che cerca la prodezza colpendo in mezza rovesciata, sbagliando però la mira. Buona combinazione tra Srano e Maza con tiro finale dello spagnolo di poco fuori. Il Foggia pressa ed il go arriva al minuto diciassette con un gran tiro di Sicurella che batte da fuori area Sala non impeccabile nell’occasione. Prova a reagire la quadra granata, ma la conclusione di Knudsen è alta. Alla mezzora i padroni di casa perdono Coralli per infortunio. Al trentasettesimo ci prova di testa Coletti sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma sala blocca sicuro. Al quarantesimo Sarno riceve in area in posizione leggermente decentrata un pallone d’oro da Chiricò, ma il suo rasoterra in diagonale verso il secondo palo termina non di molto sul fondo. Un minuto di recupero concesso ed il Foggia si suicida. Palla persa a centrocampo che fa partire un´azione velocissima della Reggina, Bangu libera Porcino il quale a tu per tu con Guarna viene anticipato da Angelo, il cui tocco però finisce prima sul palo e poi in rete. Autogol del brasiliano e l´arbitro fischia la fine del primo tempo. Si riprende con lo stesso copione di primi quarantacinque minuti. Ci prova Rubin dalla distanza, ma tira fuori. Al diciassettesimo Angelo cerca di farsi perdonare, stoppa bene la palla e fa partire un tiro che sfiora la traversa. Anche la fortuna non accompagna il Foggia. Tre minuti dopo Angelo di testa serve egregiamente Chiricò in area, doppia finta dell’attaccante rossonero che fa partire un tiro che si stampa sulla parte bassa della traversa. Il Foggia preme, ma Sala para di piedi su Chiricò e sugli sviluppi del calcio d’angolo il colpo di testa di Martinelli termina di poco a lato. Il Foggia attacca, ma è lento e non ha l’uomo di riferimento in area e l’ultima emozione la regala Riverola che ci prova con un tiro a volo da ottima posizione ma di poca potenza. Il Foggia porta a casa un punto che non è mai da buttare, ma delude sul piano della penetratività e della consistenza in fase realizzativa. Questa squadra se vuole puntare al primo posto deve cambiare soprattutto atteggiamento in campo evitando spesso di superare il confine tra superiorità e presunzione che troppo spesso ha danneggiato la concretezza.





Nessun commento