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Renzi "dimissioni vere". Opposizioni bocciano Gentiloni

Matteo Renzi si dimette. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 11 DIC. (AGI) - Quella che si preannuncia come una lunga giornata per la politica italiana, inizia nel cuore della notte con un lungo post su Facebook del premier dimissionario Matteo Renzi da Pontassieve: "Torno a casa per davvero". A metà giornata arriva l'incarico affidato da Mattarella a Paolo Gentiloni di formare il nuovo Governo e le opposizioni unanimi e scatenate puntano il dito contro la scelta del presidente della Repubblica. Il no deciso alla figura dell'ormai ex ministro degli Esteri arriva puntuale da M5S, Lega e FdI. "Torno a Pontassieve, come tutti i fine settimana. Entro in casa, dormono tutti. Il gesto dolce e automatico di rimboccare le coperte ai figli, un'occhiata alla posta cartacea arrivata in settimana tanto ormai con internet sono solo bollette, il silenzio della famiglia che riposa. Tutto come sempre, insomma. Solo che stavolta e' diverso.Con me arrivano scatoloni, libri, vestiti, appunti. Ho chiuso l'alloggio del terzo piano di Palazzo Chigi. Torno a casa davvero". E' l'attacco del lungo post che Matteo Renzi affida nella notte a Facebook e Twitter nel giorno in cui lascia palazzo Chigi. Renzi conferma che l'ipotesi di un reincarico non è sul tavolo, ripercorre i "mille giorni davvero fantastici" di permanenza al governo, fa l'elenco "impressionante delle riforme" ma annuncia anche che il suo non è un addio alla politica: "non ci stancheremo di riprovare e ripartire", scrive. "Sono stati mille giorni di governo fantastici - scrive Renzi - qualche commentatore maramaldo di queste ore finge di non vedere l'elenco impressionante delle riforme che abbiamo realizzato, dal lavoro ai diritti, dal sociale alle tasse, dall'innovazione alle infrastrutture, dalla cultura alla giustizia. Certo c'è l'amaro in bocca per ciò che non ha funzionato. E soprattutto tanta delusione per la riforma costituzionale. Un giorno sarà chiaro che quella riforma serviva all'Italia, non al Governo e che non c'era nessuna deriva autoritaria ma solo l'occasione per risparmiare tempo e denaro evitando conflitti istituzionali. Ma quando il popolo parla, punto. Si ascolta e si prende atto. Gli italiani hanno deciso, viva l'Italia. Io pero' mi sono dimesso. Sul serio. Non per finta. Lo avevo detto, l'ho fatto". "Di solito si lascia Palazzo Chigi perché il Parlamento ti toglie la fiducia - prosegue il premier dimissionario - noi no. Noi abbiamo ottenuto l'ultima fiducia mercoledì, con oltre 170 voti al Senato. Ma la dignità, la coerenza, la faccia valgono più di tutto. In un Paese in cui le dimissioni si annunciano, io le ho date. Ho mantenuto l'impegno, come per gli 80 euro o per l'Imu. Solo che stavolta mi è piaciuto meno :-) Torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunità. Riparto da capo, come è giusto che sia. La politica per me e' servire il Paese, non servirsene". "A chi verrà a Chigi dopo di me - continua - lascio il mio più grande augurio di buon lavoro e tutto il mio tifo: noi siamo per l'Italia, non contro gli altri. Nei prossimi giorni sarò impegnato in dure trattative coi miei figli per strappare l'utilizzo non esclusivo della taverna di casa: piu' complicato di gestire la maggioranza. Ho sofferto a chiudere gli scatoloni ieri notte, non me ne vergogno: non sono un robot. Ma so anche che l'esperienza scout ti insegna che non si arriva se non per ripartire. E che è nei momenti in cui la strada è più dura che si vedono gli amici veri, l'affetto sincero. Grazie a chi si e' fatto vivo, e' stato importante per me. "Ai milioni di italiani che vogliono un futuro di idee e speranze per il nostro Paese dico che non ci stancheremo di riprovare e ripartire. Ci sono migliaia di luci che brillano nella notte italiana. Proveremo di nuovo a riunirle. Facendo tesoro degli errori che abbiamo fatto ma senza smettere di rischiare: solo chi cambia aiuta un Paese bello e difficile come l'Italia. Noi siamo quelli che ci provano davvero. Che quando perdono non danno la colpa agli altri. Che pensano che odiare sia meno utile di costruire. E che quando la sera rimboccano le coperte ai figli pensano che sì, ne valeva la pena. Sì, ne varrà la pena. Insieme. Ci sentiamo presto, amici - conclude - Buona notte, da Pontassieve". Sempre su Facebook Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle punta il dito contro la scelta di Paolo Gentiloni per la formazione del nuovo "governo di responsabilità" che dovrà guidare il Paese dopo le dimissioni di Renzi. "Dopo la sconfitta al referendum, Renzi doveva lasciare la politica e invece è stato lui ad indicare a Mattarella Gentiloni, il suo 'avatar', l'ennesimo politicante di professione interessato a far perdere ai cittadini la loro sovranità. Saremo, come sempre, pura partecipazione e nonviolenza, ma reagiremo, il popolo italiano non può essere ancora calpestato!". Anche Matteo Salvini si schiera contro l'incarico a Gentiloni. E su Twitter lo definisce un "fantasma" che ha "ingoiato ogni idiozia imposta all'Italia vedi immigrazione di massa, sanzioni contro Putin e invio dei soldati italiani al confine con la Russia". Con l'hashtag #votosubito, Salvini ha denunciato la designazione del "quarto premier non eletto da nessuno", la "fotocopia sfigata e sbiadita di Renzi". "Noi non ci arrendiamo, daremo battaglia a questa cricca", ha promesso il leader leghista. Il ministro degli Esteri è bocciato anche da Fratelli d'Italia: "Tutto cambia perche' nulla cambi. Siamo passati dal Governo del burattino delle lobby al Governo del burattino del burattino delle lobby", commenta Giorgia Meloni su Facebook. "Se il Pd pensa di trascinarci a fine legislatura con il quarto esecutivo non scelto dagli elettori, sappia che il 22 gennaio ci trovera' in piazza con tutti gli italiani che ancora credono che la sovranita' appartiene al popolo e rivendicano il loro diritto a votare e decidere".





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