Birra Morena - Birra Winner

Ultim'Ora

Pd, la scissione si è scissa

La sede nazionale del PD. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 26 FEB. (AGI) - Si potrebbe definire la scissione nella scissione. O la scissione al quadrato. Il fronte degli scissionisti del Pd si divide: Michele Emiliano resta nel paritto e annuncia la sua candidatura in chiave anti Renzi. Roberto Speranza, invece, annuncia l'addio: "Occorre iniziare un nuovo cammino". Non solo: dopo aver osservato che dalla direzione del Partito Democratico non è emersa alcuna novità, si sofferma su Emiliano: "ha scelto il PdR", il Partito di Renzi. Emiliano si candida e cita Che Guevara Il governatore della Puglia annuncia la sua decisione nel corso della direzione del partito convocata per nominare la commissione di garanzia che dovrà 'governare' il congresso, di qui a inizio maggio quando, con ogni probabilità, si terranno le primarie. Un intervento di fuoco, quello di Emiliano al Nazareno, che ha ricordato la versione Teatro Vittoria del governatore, più che quella dell'Assemblea. Matteo Renzi "ha scelto di non partecipare" alla direzione del Pd "per rendere vani i tentativi di evitare la scissione. Ha scelto il conflitto per il conflitto, l'eliminazione dell'avversario dal campo, con i 'picadores' schierati", ha attaccato. "Roberto Speranza ed Enrico Rossi", ha aggiunto, "sono persone perbene" portate alla scissione dai "toni sprezzanti e ironici con cui sono stati appellati dall'ex segretario che, tra l'altro, ha mostrato con evidenza di essere il piu' soddisfatto dalla scissione. Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere con ogni mezzo. Ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante e non concede agli avversari nemmeno il tempo necessario per girare la metà delle province". Per chiudere il discorso con una citazione di Ernesto Che Guevara: "Chi lotta può perdere, chi non lotta è già sconfitto". Renzi vola negli Usa: "Nessuno vuole cacciare nessuno" Le parole di Emiliano sono arrivate nel momento in cui Matteo Renzi era in volo sull'oceano per raggiungere gli Stati Uniti dove terrà una serie di incontri nelle università americane. "Se qualcuno vuole lasciare la nostra comunità, questa scelta ci addolora", ha scritto Matteo Renzi nella Enews scritta prima di imbarcarsi alla volta degli States, "ma la nostra parola d'ordine rimane quella, venite, non andatevene. Tuttavia è bene essere chiari: non possiamo bloccare ancora la discussione del partito e soprattutto del Paese". Con Renzi lontano, è Orfini a rispondere a Emiliano: "Sono felice che Emiliano rimanga. Vorrei solo che si evitassero i toni caricaturali. Qui nessuno vuole cacciare nessuno". Per uno che rimane nel partito, altri quaranta sono già con un piede fuori dal Pd. I numeri dell'esodo bersaniano non sono ancora chiari ma fonti parlamentari affermano che è già in corso il lavoro per giungere a un gruppo autonomo con i fuoriusciti di Sinistra Italia, Arturo Scotto in testa. Oggi, mercoledì 22, dovrebbe essere votata in Aula la fiducia al Milleproroghe, e da giovedì "dovrebbe partire il lavoro per la formazione del gruppo alla Camera". I passaggi prevedono la presentazione di uno statuto e del budget a Montecitorio. Passaggi formali, ma che richiedono del tempo. Le stesse fonti ipotizzanno che il lavoro si possa concretizzare nel nuovo gruppo all'inizio della settimana prossima. Tuttavia, la riunione fiume di martedì di quella che è ancora la minoranza dem fa immaginare che proprio su questi aspetti si stia lavorando, dopo aver "preso atto" della nuova chiusura arrivata dalla direzione. Tutti gli interventi in direzione hanno contenuto, in un modo o nell'altro, un appello all'unità. Bersani: "Non mi sento di rinnovare la tessera" Non mi sento di iscrivermi al Pd, non mi interessa partecipare a questo congresso, rimango nel centrosinistra". Lo ha detto Pierluigi Bersani a Di Martedì, su La7. Speranza: "Prendiamo atto della sceltra assurda di Emiliano" "Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano di candidarsi nel Pd". Nelle parole dell'ex capogruppo dem, Roberto Speranza, si cela il gelo della minoranza dem nei confronti di Emiliano. In realtà la scelta del governatore della Puglia di restare nel partito era già in qualche modo prevista. Ma è comunque una scelta che mette in difficoltà chi ha ormai ha tutti e due i piedi fuori dal Pd. Il sospetto, si fa osservare, è che fosse in atto un gioco delle parti, che il percorso che ha portato Emiliano a sfilarsi dagli 'scissionisti' sia stato pilotato in questi giorni in un gioco con la maggioranza dem. In realtà una parte dei ribelli dice di trovare maggiore forza dalla decisione comunicata in direzione. "Rende più coerente il profilo programmatico", il ragionamento. Toglie però fieno in cascina soprattutto al sud. "E' chiaro che l'effetto sarà diverso - riflette uno dei dissidenti. Ecco perché la sensazione che ci sia un'operazioone in atto per tentare di chiudere la sinistra in un ghetto". Speranza in queste ore sta incontrando chi è intenzionato ad andare avanti nel "nuovo soggetto politico del centrosinistra". Ma i numeri cominciano a ridursi se è vero che rispetto ai quaranta iniziali preventivati alla fine il nuovo gruppo - considerando anche gli esponenti provenienti da Sinistra italiana - potrebbe scendere a circa una trentina alla Camera. Quindici in arrivo dalla casa del Nazareno. Qualche ingresso potrebbe però arrivare dal gruppo Misto. Al Senato, invece, al momento sarebbero meno di quindici quelli che escono dal Pd. D'Alema: "L'elemento di separazione nel Pd è Renzi" "Spero che sia una separazione non eterna. L'elemento di divisioni è Renzi. Se questo elemento di divisione viene rimosso il centrosinistra tornerà a riunirsi". Così Massimo D'Alema a 'Carta bianca' su Raitre parlando della scissione nel Pd. In quanto alla nuova formazione che nascerà nei prossimi giorni, D'Alema spiega che "ci troviamo in una situazione che è il risultato di un fallimento politico, un leader dovrebbe prenderne atto". "Questo movimento - aggiunge - sarà diretto da altri, da persone che hanno la metà dei miei anni". Secondo D'Alema "la strada era già tracciata" quando Renzi ha deciso di fare il congresso anticipato del Pd. "In questi anni in cui ha governato Renzi sono cresciute le diseguaglianze ed è cresciuta la povertà. Ad un certo punto diventa necessario che torni a farsi sentire una forza che sia dalla parte dei più deboli".





Nessun commento