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Sicurezza e Legalità. Lettera aperta al Sindaco Pasquale Monteleone (dello Lino) dell’Antiracket Capitano Ultimo

Durante la seduta monotematica sulla Legalità del Comune di Torremaggiore

di Redazione

TORREMAGGIORE (FG), 5 FEB. -L’Associazione Antiracket di volontariato Capitano Ultimo – Onlus (ARCU), nella veste di un socio, ha preso parte al Consiglio Comunale Monotematico sulla Legalità del Comune di Torremaggiore, in provincia di Foggia, tenutosi presso la sala del castello di Torremaggiore il 20 gennaio 2017, alle ore 19. In tal sede, grazie alla straordinarietà voluta dall’Amministrazione per dar voce ai cittadini, un socio incaricato dal Responsabile del Piano Territoriale dell’associazione predetta ha letto una Lettera aperta al Sig. Sindaco, Pasquale Monteleone (dello Lino), ma anche e soprattutto a tutti i cittadini e gli amministratori locali, sul tema Sicurezza e Legalità, presentando il Piano Territoriale denominato “Ultimo Atto” messo a punto dal Responsabile sopra citato, nonché socio dell’ARCU, per la Sicurezza Urbana e Pubblica. In quella sede l’incaricato dell’ARCU ha dovuto doverosamente per tempo far la sintesi della predetta Lettera, senza enunciare gli aspetti tecnici del Piano in oggetto. Ora, però, e grazie a i media, sarà possibile conoscerlo integralmente. Ci vuole solo un po’ di pazienza, un investimento per il buon futuro della comunità, dei suoi valori, delle sue peculiarità, per la sua sicurezza e legalità. Di seguito c’è anche il link del video integrale della seduta monotematica, con tutti gli interventi e la votazione. 


Link video: 

Sicurezza e Legalità: Lettera aperta al Sig. Sindaco Pasquale Monteleone (dello Lino) dell’Antiracket Capitano Ultimo

«Buonasera, 

Saluto tutti i presenti, i Cittadini innanzitutto, Il Presidente del Consiglio Comunale di Torremaggiore, il Sindaco, I Dirigenti, la Giunta e i Consiglieri di codesta Amministrazione, ringraziandola per aver dato a noi dell’Associazione Antiracket di volontariato “Capitano Ultimo” Onlus la possibilità di parlare in un contesto di legalità, in questa seduta monotematica del Consiglio Comunale. Chi vi parla è un associato dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus, denominata con l’acronimo ARCU, e ci tengo a porre in evidenza che siamo una ONLUS e siamo esclusivamente dei volontari. Sono stato incaricato dal Responsabile del Piano Territoriale dell’associazione predetta per leggere pubblicamente questo documento, sia per far conoscere i nostri intenti in materia di legalità, sicurezza e volontariato, sia per esporre a questa Amministrazione una nostra proposta di Delibera da sottoporre a codesto Consiglio Comunale, ovvero un progetto contenente il nostro piano territoriale di sicurezza urbana e pubblica denominato “Ultimo Atto”.

Chi scrive è un’Associazione Antiracket che opera nel territorio Nazionale e nel territorio di Capitanata, che si occupa anche di ogni forma di soprusi. Siamo un’associazione, regolarmente iscritta presso l’Agenzia delle Entrate con riconoscimento ufficiale ONLUS da parte della Direzione Regionale Entrate di Bari, che per scelta propria non è iscritta in nessun elenco Prefettizio, in quanto, a detta nostra ed è quindi un parere opinabilissimo, tale iscrizione serve solo ed esclusivamente alla vittima di estorsione per accedere al fondo vittime del racket, argomento che a noi francamente è molto, ma molto secondario, premesso che la vittima può essere affiancata ugualmente nella stesura della compilazione del modulo di richiesta al fondo presente in ogni Prefettura e non necessariamente consegnarlo per mezzo di un’associazione antiracket. Questo perché in base alla Legge vigente l’estorto potrebbe farlo autonomamente sortendo lo stesso effetto. L’esclusione da un elenco Prefettizio, come abbiamo potuto costatare sulla nostra pelle, non è stato motivo di rigetto in fase di costituzione di parte civile in un processo di estorsione nella cittadina di San Severo (FG) (processo Dirty Bomb). Come a dire che per fare da bersaglio alla criminalità siamo idonei, ma per sedere alle tavole rotonde non siamo degni. Bontà loro, di chi preferisce sedie scaldate da nomi di rilievo che si autodefiniscono patron di legalità. Come molti di voi sapranno, noi fino a al 2015 eravamo dimorati a Torremaggiore, con una sede fissa. Purtroppo divergenze, forse acrimonie politiche, hanno voluto che andassimo via. Come pure vogliamo informarvi che da un po’ di tempo siamo oggetto di livore di persone un tempo a noi vicine, che oggi hanno preferito altre realtà ma complicandoci la vita associativa, non quella attuativa dei nostri progetti; quelle persone saranno oggetto d’attenzione delle Autorità Giudiziarie poiché tentano di sostituirsi a noi, finanche sui social, nel web e nella telefonia. Con ciò Vi invitiamo a diffidare da “imitazioni” e contattarci urgentissimamente utilizzando il recapito telefonico e utenza WhatsApp 3398909472 e/o la nostra e-mail: a.antiracketcapitanoultimo@gmail.com. Tutto il resto è ciarpame, è falso, è e sarà dall’A.G. dovutamente dimostrato illegale. Tempo ci vorrà ma avremo ragione.

Premesso ciò, Vi scriviamo perché abbiamo, diversamente da altre associazioni antiracket, studiato un metodo per indurre i cittadini ad uscire dal “Guscio” dell’Omertà. Altresì abbiamo messo a punto un modulo denominato “Denuncia Passiva” il quale permette a ogni cittadino, in forma anonima, e sottolineiamo anonima, di segnalare in perfetto anonimato -scusate il gioco di parole- ogni tipo di reato perseguibile d’ufficio perpetrato sul territorio.

Tale segnalazione permette la Polizia Giudiziaria di potersi attivare mediante l’art. 55 del c.p.p. come assunzione di una notizia criminis e quindi perseguibile d’ufficio. Non vi nascondiamo di essere alquanto delusi. Lo siamo poiché dalla nostra nascita (dal Gennaio 2014) a oggi, nonostante i buoni propositi e la fattiva collaborazione sul campo a livello nazionale con le Forze di Polizia, che tra l’altro grazie alla nostra segnalazione ha portato un Commissariato di Pubblica Sicurezza alla cattura di un ricercato, non abbiamo sortito in terra di Capitanata le dovute attenzioni istituzionali, le quali preferiscono quelle di altre associazioni più blasonate ma che nella sostanza si limitano solo a convegni, tavole rotonde e passeggiate cittadine. La nostra attività, spesso contenuta per ovvie ragioni di sicurezza dei nostri collaboratori, ha portato ad altre innumerevoli segnalazioni che noi puntualmente abbiamo girato e giriamo alle Forze dell’Ordine. Ma nonostante ciò e risultati ottenuti non abbiamo sortito il giusto interesse da chi avrebbe dovuto perlomeno valutare il nostro Modus Operandi. E ci riferiamo a Sua Eccellenza il Prefetto di Foggia, sia a quello attuale, sia a quello precedente. Lo diciamo con onestà intellettuale e dati alla mano giacché al Prefetto è stato fatto pervenire, per mezzo di un suo dirigente, il nostro piano territoriale. Inoltre, più volte abbiamo chiesto audizione presso il suo ufficio; puntualmente non ci è mai pervenuta risposta e contestualmente una convocazione, cosa avvenuta per altre realtà associative iscritte nel loro registro. Forse è quest’ultimo punto che da diniego a S.E. il Prefetto a non convocarci? Attendiamo risposte…

Oggi siamo qua e vi faremo conoscere in sintesi ciò che tecnicamente proponiamo a quest’Amministrazione Comunale, premettendo che:

- La tutela del territorio e dei suoi cittadini rappresenta un atto di responsabilità verso il prossimo, un segno di grande civiltà e di rispetto per una comunità; 

- Il Nostro Piano Territoriale denominato “Ultimo Atto” rappresenta un efficace contrasto per alcune gravi situazioni ambientali a carattere di Sicurezza Pubblica, come forma efficace di reale lotta al crimine organizzato per alcuni tipi di reati quale il fenomeno del racket e criminalità predatoria;

- Che la tecnologia in simbiosi con la progettualità di un piano di sicurezza elaborato da persone competenti in materia, operanti nelle Forze dell’Ordine, in agenzie varie e governative;

- Grazie al progresso della tecnologia e all’esperienza acquisita negli ultimi decenni nel settore, il piano territoriale “Ultimo Atto” rappresenta, sempre secondo il nostro punto di vista e soprattutto per i risultati ottenuti in fase di studio sul campo, la soluzione “terapeutica” in grado di garantire al cittadino e alla vittima di racket ricevente minaccia estorsiva, una qualità della vita superiore allo standard che lo Stato, inteso in Istituzione, riesce a garantire in termini di sicurezza individuale per chi varca la soglia di una caserma per esporre formale denuncia contro i propri aguzzini. E ciò si evidenzia confrontando il programma di protezione dello Stato che ha durata circoscritta e il nostro. Difatti, quello dello Stato, come detto, ha una scadenza e perciò il denunciante a termine della protezione è abbandonato al proprio destino; questo per noi è inaccettabile;

- In Capitanata e nel circondario foggiano si è raggiunto un bassissimo livello (i minimi storici) nell’ambito del contrasto al fenomeno della micro-macro criminalità (ovviamente escludendo i Reparti Speciali delle varie Forze dell’Ordine che vi operano) per mancanza di personale altamente e professionalmente formato per contrastare tal fenomeno. In particolare ci riferiamo agli organi di Polizia Giudiziaria in essere presso le Polizie Locali, sia in termini d’interventi realizzati per tal proposito, sia in termini di qualità intesa come assistenza preventiva di supporto e sicurezza presso le attività commerciali;

- Per il raggiungimento dell’intento la criticità principale resta la disponibilità degli organi Istituzionali Locali preposti nell’utilizzabilità di tale Corpo di Polizia. Nello specifico ci riferiamo a quello di Torremaggiore (non diverso da altre realtà locali e nazionali con le quali ci siamo già interfacciate e siamo in contatto per l’attuazione del nostro Piano suddetto) per l’impianto organizzativo dell’attuale Polizia Locale che, secondo noi e per la funzionalità del progetto proposto, dovrebbe essere stravolto e migliorato creando una nuova Carta dei Servizi e un’unità d’elite prescelta per la messa in opera e realizzazione del suddetto piano territoriale. Ciò avverrebbe, e perciò funzionerebbe, in stretta collaborazione con un’associazione antiracket, un istituto di vigilanza avente licenza nazionale e rigorosamente non del posto, e un istituto d’investigazione privato anch’esso non del posto. Ci teniamo a far presente, non per pubblicità, bensì per le referenze avute, che il nostro Piano Territoriale è al vaglio di altre Istituzioni, da Nord a Sud Italia, che come l’attuale sono organizzate sommariamente come gestione della Polizia Locale, perciò non diverse da altre realtà locali e nazionali.

Premesso quanto sopra riportato, il compito di quest’Amministrazione Comunale oltre che, farsi carico delle dovute convenzioni da stipulare, sarà anche e soprattutto di distribuire casa per casa e per ogni nucleo famigliare un apposito foglio contenente un Modulo denominato “Denuncia Passiva”, con annesso vademecum su come compilarlo. Il modulo ha la funzione di far pervenire in perfetto anonimato presso un organo preposto, che Noi indicheremo e che insieme decideremo quale sarà, le relative delazioni confidenziali, dando così modo alla Polizia Giudiziaria di potersi attivare autonomamente e d’ufficio. Il nostro modo di fare antiracket va oltre il solo fatto di convincere e di accompagnare in caserma una vittima per formalizzare la denuncia (scusateci per lo sfogo, ma in quello sono bravi tutti con il fondoschiena degli altri). Noi adottiamo il sistema di divenire persone informate dei fatti, affiancando in tribunale la vittima così da non farla sentire sola, giacché l’associazione testimoniando diventa parte attiva nel processo, ovvero quanto lo è la vittima. Ecco che per noi questa si che è un’associazione che si può definire antiracket, cosa che le associazioni (la gran parte) non lo fanno.

Sentiamo tanto parlare di sicurezza, molte persone lo fanno ma altrettante non sanno distinguere nemmeno la differenza tra sicurezza urbana e quella pubblica, e questo la dice tutta sul grado di disinformazione di un territorio. Oggi siamo arrivati in un punto di non ritorno, dove l’errore più grande è quello di affidarsi in tema di sicurezza solo ed esclusivamente ai canali standard. Bisogna aprirsi alle conoscenze specifiche e tecniche del settore e perciò intraprendere nuove istanze, vi majeure (per forza di causa maggiore), a nuove proposte in tema di sicurezza che vanno oltre i regimi convenzionali. Basti pensare a quante Guardie Particolari Giurate ci sono sul territorio che all’occorrenza possono essere nominate Ausiliari di Polizia Giudiziaria da un pubblico ufficiale per scopi ben precisi, cosicché da diminuire, e forse eliminare, il problema del sotto organico. Ma ciò, come abbiamo potuto interpretare e anche carpire da alcune “confidenze in divisa”, certe iniziative andrebbero a minare il potere di chi già lo detiene. 

È ancora vivo in noi il ricordo, quando 3 anni fa la cittadina di San Severo acclamava l’invio dell’Esercito per far fronte all’emergenza criminalità. In virtù di quest’ultimo evento il Capo della Squadra Mobile di Foggia faceva un appello ai cittadini invitandoli alla collaborazione nelle segnalazioni, mentre il pari funzione dell’Arma dei Carabinieri dichiarava in conferenza stampa che bastavano LORO; peccato che in contemporanea alle dichiarazioni del capo della Benemerita venivano effettuate due rapine, una a San severo ed un’altra ad Ortanova.

Con questo cosa vogliamo dire? Che il popolo è parte integrante della sicurezza e senza di esso non si va da nessuna parte. E credeteci, di iniziative per combattere la criminalità organizzata o la semplice criminalità predatoria o la illegalità diffusa ve ne sono molteplici e tutte di facile attuazione. Tuttavia ci si ostina nel dire che è tutto sotto controllo, ma tutti sappiamo che si mente sapendo di mentire. In allegato a questa nostra missiva, consegneremo nelle mani del Presidente del Consiglio Comunale di Torremaggiore il Vademecum e il Modulo di Denuncia Passiva da distribuire ai nuclei familiari presenti sul territorio di questo comune qualora il Sig. Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale ritengano giusto e opportuno attuarlo per il bene comune. Ecco perché oggi stiamo leggendo pubblicamente questa nostra Lettera Aperta, per dar modo di informare la cittadinanza. Una Lettera Aperta che sarà anche oggetto di pubblicazione dei mass-media, perciò divulgata a tutti.

Altresì ricordiamo al Sig. Sindaco che Noi abbiamo sempre lottato e combattuto in silenzio per la sua comunità e questo –rivolgendoci con lo sguardo al Monteleone- non ce lo può negare perché ci ha visto crescere e sa cosa abbiamo fatto in ambito ambientale.

Siamo depositari di un Piano Territoriale atto a migliorare la qualità della vita dei cittadini mediante tecnologia Trasponder, un sistema elettronico di facile e velocissimo utilizzo, occultabile al malvivente dal possessore, che permette qualora premuto di far intervenire Agenti preposti e prima descritti a supporto del possessore in tempi rapidissimi e a costo zero per le casse comunali. Lo ribadiamo, tutto a costo zero per le casse comunali. Ciò detto informiamo tutti che chi sostiene il contrario saranno perseguiti dalla legge perché siamo pronti a querelarli, poiché il nostro Piano è pubblicato sui social, visibile a tutti, è di liberamente e dovutamente consultabile.

Altresì ci chiediamo come un progetto del genere non possa essere preso in considerazione da chi in campagna elettorale ha fatto della sua vittoria la sicurezza pubblica. Ma siamo consapevoli che attuando questo piano si andrebbe a scontrare contro chi si sentirebbe usurpato del suo potere. Ma a noi interessa solo ed esclusivamente il bene dei cittadini e le tavole rotonde di palazzo non ci interessano.


Ringraziamo tutti per l’attenzione e la possibilità fornita per tal lettura, augurando a voi tutti la giusta sicurezza pubblica perché essa è un diritto, oltre che un sacrosanto dovere.

Con affetto per la vostra cittadina 
Torremaggiore, 20 gennaio 2017»


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