Taranto. Imparare a essere felici: Paolo Crepet incontra le famiglie
Paolo Crepet (foto D..Lo Cascio) ndr. |
la base della felicità è la libertÃ
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 9 MAR. – Il noto psichiatra, scrittore e sociologo Paolo Crepet
in un affollato incontro organizzato dai maggiori club service di Taranto presso il Salone della Provincia ha
incontrato ieri le famiglie per discutere e presentare il suo ultimo libro Impara a essere felice. Dopo i saluti
iniziali della Presidente del Soroptimist Club International Taranto, Deborah
Giorgi, capofila dei club partecipanti e dell’Assessore alla Cultura del Comune
di Taranto e Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, Gina Lupo Crepet ha subito introdotto il tema dell’incontro
sintetizzando in una sola frase l’essenza: la base della felicità è la libertà .
Questa condizione è fondamentale ma non è prerogativa di tutte le persone
esistenti sul pianeta, ha detto Crepet, lo è di chi può esser libero. Il
psichiatra ha stigmatizzato in questo senso il comportamento di molti genitori
che attraverso il ricatto affettivo privano della libertà e conseguentemente
della felicità altrettanti esseri umani. La libertà è spesso inversamente
proporzionale al 740, ha poi evidenziato, dal momento che il figlio del
cartolaio ha più probabilità di essere libero e conseguentemente felice di
quello di un avvocato o di un imprenditore al quale molto probabilmente gli
verrà affibiato lo studio di famiglia o l’impresa. Successivamente ha poi
stigmatizzato la seduzione globale degli smarthphone che appannano per la loro
comodità d’uso le facoltà mentali degli individui mettendo in guardia su questo
argomento i genitori. Oggi siamo dementi
e non siamo liberi ha continuato Crepet, è della nostra vita che non è un
vestito prêt a porter ma un capo
unico fatto esclusivamente per noi. I
genitori non devono ne programmare la vita dei figli secondo i loro ideali ne
essere assistenzialisti impedendogli di crescere, devono invece aiutarli a
diventare capitani della loro vita. Spesso occorre dirgli no per tenerli vivi
con la voglia, il desiderio e con i sogni. Educare vuol dire elevare, per
sviluppare aspettative, ambizioni, talenti. Il nostro dovere è preservare i
nostri sogni diceva Amedeo Modigliani, oggi occorre scoprirli avendo il
coraggio di cambiare, per far si che vengano fuori, per portarli alla luce. Non
bisogna accontentarsi con i caschi della realtà virtuale ma emozionarsi con la
realtà delle cose. Gli adolescenti che non sono inquieti sono inquietanti. La
vita è come un carrello di un supermercato, siamo noi che dobbiamo scegluere i
prodotti e pagare non altri per noi, deve avere inoltre un bilancio sempre in
rosso perchè tutto quello che non si da ci resta. Non bisogna mai stancarsi delle
proprie passioni, la mediocrità stanca, vivere senza ambizioni è impossibile,
sarebbe solo una vita di lamento e di mediocrità . Occorre sedurre con le
emozioni e coi silenzi che ardono a volte di bellezza. È un processo senza
fine, la felicità una volta raggiunta è già finita e bisogna ricominciare, è la
vita.
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