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Bari. Il Bif&st prosegue con la Masterclass di Alessandro Gassman​ e un premio a Montaldo

Alessandro GAzzman al Bif&st. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 25 APR. - Sono felice di essere tornato al Bif&st, non solo per l’omaggio che il Festival ha riservato a mio padre, ma anche perché proprio qui fui premiato per il mio primo film da regista ‘Razzabastarda’. Spero che tutto questo mi porti fortuna per il mio prossimo film di cui inizierò le riprese tra pochi giorni”.

Questo l'incipit di Alessandro Gassman al Teatro Petruzzelli per la seconda Masterclass che ha avuto come protagonista il figlio del grande mattatore a cui il Bif&st 2017 è dedicato. Alessandro per l'occasione ripercorre la sua carriera di attore e regista. Una mattinata che ha visto una straordinaria affluenza di pubblico già dalla proiezione che ha dato.avvio alla giornata “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi, significativa interpretazione di Gassman figlio, reduce anche dal grande successo della serie in televisione di “I bastardi di Pizzofalcone” della quale ha annunciato una seconda serie. Alessandro Gassmann ha narrato le vicissitudini della sua carriera e degli artifici di suo padre per avvicinarlo fin da bambino alla carriera di attore, riprendendolo dall’età di sette anni, fino ai diciassette per “Di padre in figlio”, presentato a Venezia nel 1982. Il cinema, tuttavia, non sembrava far parte delle ambizioni di Alessandro che pensava ad un futuro da ingegnere agrario. “Quando seppe delle mie intenzioni di iscrivermi all’Università, papà mi volle subito con sé a teatro, aveva paura che non realizzassi nulla". “Ci ho messo del tempo, tuttavia, prima di capire che mi piaceva fare l’attore. Accadde quando Pino Quartullo mise in scena prima a teatro e poi al cinema la commedia ‘Quando eravamo repressi’. "Lì mi resi conto che riuscivo a far ridere, sdrammatizzando così sulla mia fisicità". Sapere di fare ridere mi ha fatto venire la voglia di migliorare come attore drammatico.” “Il bagno turco”, l’opera prima di Ferzan Ozpetek. “Un film che nessuno voleva fare, il regista era sconosciuto, Marco Risi che lo produceva dovette impegnare casa sua, gli attori rifiutavano uno dopo l’altro di interpretare un omosessuale, rappresentò la svolta per potersi svincolare dal suo cognome.Questo film fu un grande successo che gli portò anche diversi premi. Alessandro ricorda Vittorio come “un uomo molto rigido, severo ma anche estremamente dolce e affettuoso. "Era un uomo del 1922, di origine ebraica, aveva perso il padre a quattordici anni e vissuto gli stenti del fascismo e della guerra. Riconosceva il valore di avere iniziato da zero e di non avere mai tentato scorciatoie. Pensava che fosse giusto fare sempre le scelte più faticose e questo è stato per me un grande insegnamento che applico quotidianamente nella mia vita.” Da un paio d’anni Alessandro Gassman è Ambasciatore Unhcr, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Per quest’ultima, ha realizzato due anni fa un docufilm, “Torn – Strappati” del quale è stato proiettato uno stralcio durante l'incontro. In serata al Teatro. PETRUZZELLI è stato consegnato il Premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista a Barbara Ronchi. Il premio Dante Ferretti per la migliore scenografia a Marco Dentici. Per il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, invece una grande sorpresa, per l'occasione premiato non per la regia, ma bensì come attore non protagonista: Eugenio Montaldo. A conclusione di serata, la proiezione del film Miss Sloane - Giochi di potere in anteprima internazionale.






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