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Cronaca. Arrestato uno dei rapinatori della gioielleria “Dei Nobili” a Monte Sant’Angelo. È Carmine Maiorano [VIDEO]

Il latitante Carmine Maiorano (foto Cc) ndr. 
di Nico Baratta

MONTE SANT'ANGELO (FG), 31 MAR. - Proseguono le indagini delle Forze dell’Ordine in merito all’omicidio Giuseppe Silvestri avvenuto a Monte Sant’Angelo la mattina del 21 marzo scorso. Tra le varie attività investigative, riconducibili a piste mafiose dei clan garganici, le Forze dell’Ordine nella giornata del 28 marzo 2017, hanno tratto in arresto uno dei rapinatori della gioielleria “Dei Nobili” di Monte Sant’Angelo, avvenuta il 18 febbraio scorso durante il pomeriggio. 
A finire in manette è stato Carmine Maiorano, 34enne, presumibilmente il braccio destro di Marco Raduano, soprannominato “pallone” e “faccia d’angelo”, irreperibile dopo la sua scarcerazione avvenuta poco più di un mese fa, a febbraio, e presumibilmente l’emergente capo del “Clan dei Montanari”, della faida garganica, per l’appunto.
Il tutto è avvenuto in pochi minuti. Difatti i Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano e Manfredonia, in collaborazione con il C.I.O. dell'11° Battaglione Puglia di Bari, dopo alcune indagini svolte prevalentemente nelle campagne del circondario garganico affacciato sulla costa, hanno messo fine alla latitanza del 34enne pluripregiudicato viestano. Localizzato in località Piano Piccolo di Vieste, Maiorano alla vista dei Carabinieri si è dato alla fuga. Con se aveva anche un’arma, una pistola Tanfoglio modello GT 23, con matricola abrasa, calibro 22 e relative 48 cartucce. Nell’inseguimento avvenuto a piedi tra le campagne del luogo, Maiorano si è disfatto dell’arma, poi rinvenuta sotto un cespuglio da un Carabiniere. Catturato, a Maiorano gli sono stati notificati tre ulteriori provvedimenti restrittivi, oltre alla flagranza di reato. 
L'arma ritrovata (foto Cc) ndr.

Per la cronaca Carmine Maiorano sarebbe stato riconosciuto anche grazie alla visione delle immagini dell’impianto di videosorveglianza interno alla gioielleria “Dei Nobili”. Infatti durante la cruenta rapina, avvenuta il 18 febbraio scorso, alle ore 18:35 (in pieno giorno e centro paese), che ha visto vittime i proprietari presi a calci e pugni, Maiorano aveva il volto parzialmente travisato. Entrato armato, Maiorano dapprima ha puntato la pistola contro la titolare, minacciandola di morte, e poi ha fatto entrare i due complici che hanno svuotato la cassaforte.
Tuttavia, Maiorano era già noto agli inquirenti per i suoi trascorsi di affiliazione alla mafia garganica, in particolare a quella viestana, ma soprattutto per la rapine ad una gioielleria avvenute nell’Emilia Romagna. Una rapina con azioni cruente, come quella di Monte, che il 13 ottobre 2016 fu fatta alla gioielleria Baldacci di Riccione. Mentre a dicembre 2016, giorno 27,  fu “pizzicato” con 34 grammi di hashish in tasca dopo aver violato la misura cautelare degli arresti domiciliari per la rapina svolta a Riccione. Da quel momento Maiorano si era reso irreperibile.
All’appello mancano i complici della rapina alla gioielleria “Dei Nobili”, presumibilmente altri appartenenti al clan mafioso di Vieste. E l’appunto non è casuale poiché l’azione efferata alla gioielleria potrebbe essere legata alle ultime vicende dell’omicidio di Silvestri e perciò per la lotta al predominio del territorio che in questo periodo si è accentuata e dove vede al centro della faida l’emergente boss Raduano, ancora irreperibile e presumibilmente nascosto in zona e protetto dalla mafia foggiana, in attesa del suo exploit.









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