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Lecce. Ulivi e Tap. Il Tar respinge il ricorso, riparte la protesta

Ulivi nell'area del cantiere a San Basilio ( foto L.Manna) ndr

Il presidio permanente NoTap non si ferma dopo la sentenza





di Luciano Manna                                                   
SAN FOCA (LE), 23 APR. - Lo scorso 6 aprile il Tribunale Amministrativo regionale del Lazio (Tar) aveva accolto il ricorso della Regione Puglia, sospendendo quindi le attività di espianto nel cantiere in località San Basilio a San Foca di Melendugno, che sosteneva le attività nel cantiere funzionali ai lavori del microtunnel e quindi soggetto ancora a valutazioni ambientali mentre per il Ministero dell’Ambiente tutte le prescrizioni della “Fase 0” erano state rispettate. Di fatto lo stop ai lavori giungeva quando 211 ulivi erano già stati sradicati e portati via mentre ne restavano in loco circa 30 di cui 12 già sradicati ma rimasti in loco ed altri ancora nel terreno con intorno già posti i solchi della zollatura. Il 20 aprile il Tar emette la sentenza e respinge il ricorso della Regione Puglia dando così il nuovo via ai lavori tanto contestati.
Il Trans Adriatic Pipeline (Tap) è un progetto che vuole realizzare un gasdotto che servirà a portare in Italia gas naturale proveniente dalla regione del Mar Caspio. Si collegherà alla Trans Anatolian Pipeline (TANAP), al confine tra Grecia e Turchia, per poi attraversare l’Albania e l’Adriatico sino a giungere sulle coste leccesi dove è previsto l’espianto di circa 10 mila ulivi per far posto al passaggio del microtunner che ospiterà il gasdotto che si collegherà alla rete nazionale dopo 8 km nell’entroterra salentino, raggiungendo il terminale di ricezione, per poi proseguire, per un totale di totale 55 km, sino a Mesagne.

Ma nonostante la decisione del Tar il presidio NoTap, che è presente nel terreno adiacente il cantiere aperto per la costruzione del microtunnel, resiste e dichiara che metterà in atto ogni azione civile e non violenta che possa servire a difesa degli ulivi e della loro amata terra. Marco Santoro Verri e Gianluca Maggiore, i due responsabili dei comitati che animano il presidio, sono irremovibili sulle decisioni della protesta e sulle azioni future da mettere in atto che passano anche dalle decisioni prese nelle assemblee pubbliche.

Commentando la sentenza del Tar Marco Santoro Verri sostiene che non c’è “nulla di nuovo per quanto ci riguarda, non ci aspettavamo a questo punto un esito positivo per noi dopo tutto l’iter trascorso sulla questione Tap Ci sono delle colpe anche da parte della Regione Puglia che poi ha provato a rimediare con quello che poteva fare. Strano anche che due giornali sapevano già ciò che stava avvenendo, sapevano che Tap l’avrebbe fatta franca e lo hanno dimostrato con la pubblicazione di alcuni articoli che hanno anticipato la sentenza. In pomeriggio avremo un’assemblea – prosegue Marco Santoro Verri spiegando le intenzioni future dopo la sentenza del Tar -  poi saremo sempre qui perché il presidio resiste e va difeso. Questo è ancora il primo step di un progetto illegittimo. Siamo fiduciosi del fatto che la gente ha preso consapevolezza di questo problema ambientale, inoltre è molto attenta anche alle posizioni dei politici locali. Chi dice che è strategica questa opera si dichiara a favore della Tap. Ad esempio Emiliano è un pro Tap ed anche se non si fosse rotto il tendine qui non sarebbe mai venuto perché continua a dire che la Tap è strategica. Sarebbe comunque dovuto venire come cittadino pugliese, non come un rappresentante delle istituzioni. La gente ha iniziato a frequentare il presidio e le assemblee, siamo qui da cinque settimane e la partecipazione alle assemblee pubbliche è molto sentita, specie nei  giorni in attesa della sentenza del Tar; anche alcune attività commerciali contribuiscono ai lavori del presidio portandoci generi alimentari e partecipando alle assemblee o addirittura esponendo striscioni davanti le loro attività".

“La battaglia continua – sostiene anche Gianluca Maggiore – e non ci ferma questa sentenza del Tar che è stata addirittura già annunciata da alcuni giornali e che si giustifica solo perché qualcuno ritiene strategica questa opera. La Valutazione di Impatto Ambientale non è stata concordata con gli enti preposti ad essere coinvolti nell’iter procedurale ma è stata valutata positiva solo dopo il Consiglio dei Ministri del settembre del 2014. Per noi un’opera che viene considerata strategica dalla politica gode dello status dittatoriale. L’espianto di questi 211 ulivi è la “Fase 0” del cantiere per la realizzazione del micro tunnel che deve realizzarsi entro il 2019 per avere il gas entro il 2020.








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