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Teatro. Al Duse la grande attualità del dramma di Elettra

Una immagine dello spettacolo. (foto M.C.) ndr,

di Maria Caravella

BARI, 6 MAG. - Grande successo al Teatro Duse di Bari per Elettra, produzione Onirica Poetica Teatrale, regia e adattamento del poliedrico Vito Latorre. La messinscena è di grande attualità, in quanto porta alla luce, i rapporti e i conflitti tra genitori e figli, simili in ogni tempo, e soprattutto la complessità dell'agire umano e le reazioni imprevedibili che da esso possono dipendere. Qui il complesso di Elettra si scopre in tutte le sue sfaccettature e attualità, come anche la fragilità dei rapporti tra madre e figlia. la drammaturgia è molto vicina al testo classico: la protagonista Elettra, è la figlia di Agamennone e Clitennestra, sorella di Ifigenìa e Oreste. Agamennone, una volta tornato a casa, vincitore della guerra di Troia, viene ucciso con l'inganno da sua moglie Clitemnestra e dal suo amante Egisto. Elettra ancora preadolescente assiste di nascosto all' orribile assassinio. Da quel momento, tutta la sua vita cambia, e nelle sue fantasie adolescenziali unico solo scopo diventa, vendicare la morte di suo padre. Allontana suo fratello Oreste da Clitemnestra ed Egisto, stratagemma che Clitemnestra non le perdonerà mai. Nel contempo Egisto, temendo che Elettra possa generare un figlio desideroso di vendicare Agamennone, la scaccia da casa, costringendola a sposare un povero contadino miceneo. Elettra, nonostante tutto rimane decisa nel portare avanti il suo piano di vendetta nei confronti della madre e del suo amante, coinvolgendo anche suo fratello Oreste. A questo punto si inserisce la nostra messinscena: in cui il piano di Elettra si manifesta in tutta la sua efferatezza, in un intreccio di fatti e verità dette e non dette che intendono dare un senso al compimento dell'omicidio, riferimenti al passato e al quotidiano, che tentano di ribaltare l'evidenza o il senso più profondo degli eventi al fine di giustificare l'omicidio. Nell' andirivieni delle discolpe, avanzano i colpi di scena, e i segreti del proprio animo che ciascuno svela. Tutti i personaggi, pian piano fanno cadere la propria maschera e vengono assorbiti nella spirale delle menzogne e del torbido, dove l’inconscio viene fuori e dal quale si cerca di spiegare ciò che stabilisce la messa in opera di tutti i delitti, per cercare di spiegare quello che per noi è giustizia e per la società invece diventa un vile omicidio: parricidio, matricidio o omicidio passionale che sia. Ed è proprio qui che si ripete l'eterno dilemma e cioè che "non è sufficiente avere le sembianze di un criminale per essere colpevole e non basta avere l’aspetto di un ingenuo per essere innocente". I protagonisti che qui diventano assassini si comportano da uomini che esternano le loro passioni; come tutti gli esseri umani odiano, amano, desiderano e sognano... Uno spettacolo molto intenso e coinvolgente portato in scena da un talentuoso cast composto da Gabriella Altomare, Roberta Costantini, Davide De Marco, Vito Latorre, che ha saputo coinvolgere l'affezionato pubblico del Duse. Appropriati e di effetto i costumi di Rossella Ramunni, come anche le scene di Davide Sciascia, le ricerche musicali Gianni Ciardo e la voce registrata Antonio Repole.



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