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Politica. I 9 ‘peccati capitali’ commessi da Grillo, secondo Travaglio

Beppe Grillo leader del M5S. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 15 GIU. (AGI) - Il direttore de ‘il Fatto Quotidiano’ Marco Travaglio, nel suo editoriale di mercoledì 14 giugno, ha elencato i ‘peccati capitali’ commessi da Beppe Grillo e dal moVimento 5 stelle alle elezioni amministrative. Secondo Travaglio queste elezioni comunali “non se l’è filate nessuno finché non le han perse i 5stelle”, mentre “gli altri sconfitti come il Pd fingono di averle vinte” 

Il moVimento ha sbagliato a: 
  1. “non partecipare alla lottizzazione della Rai”. Perché lasciando tutte le reti a Renzi e Berlusconi, scrive Travaglio, Rai e Mediaset mostrano sempre e solo la Roma della Raggi assediata dai problemi; 
  2. “non candidare inquisiti, impuniti e arrestati”, diversamente da quanto fatto da centrodestra e centrosinistra, ”a scapito degli altri, colpevolmente incensurati”; 
  3. “restituire 48 milioni di finanziamenti pubblici e quasi 90 fra diarie e rimborsi”, mentre “se li avessero intascati, come fanno i partiti, avrebbero potuto spendere e spandere in campagne elettorali”; 
  4. “presentarsi con le loro facce e il loro simbolo, anziché camuffarsi in un pulviscolo di liste civiche, anzi ciniche, come Pd e FI”; 
  5. “respingere gli ex iscritti ad altri partiti. Altrimenti avrebbero potuto assicurarsi” politici che cambiano continuamente casacca “di sicuro consenso”; 
  6. “correrre da soli, anziché imbarcare chiunque e coalizzarsi con chicchessia. Altrimenti oggi potrebbero concorrere da protagonisti al posto del Pd nel ballottaggio di Verona”. Qui Travaglio si riferisce a Patrizia Bisinella, fidanzata di Flavio Tosi, ex vicesegretario della Lega Nord; 
  7. “darsi la regola due mandati e poi basta” mentre non c’è “nessun problema per i partiti, dove vige la regola ferrea dell‘acchiappa più poltrone che puoi anche contemporaneamente’.” Questo “ha tenuto lontano dalle liste gli amministratori al secondo incarico” e quelli al primo che ambiscono a entrare in parlamento e vogliono candidarsi alle politiche (..); 
  8. “non arruffianarsi i cosiddetti editori, assecondando i loro affari e malaffari” così ora i “giornaloni” non “nasconderebbero la sconfitta dei 5 stelle come fanno con quella del Pd” e “non si inventerebbero un’inesistente spaccatura dei 5stelle”; 
  9. “non intrattenere rapporti con Giuseppe Graviano”, il boss di Cosa Nostra che in una intercettazione in carcere pubblicata recentemente parlava di “vari politici e vecchi partiti”, di “certe cortesie ricevute e non adeguatamente ricambiate” da ”Berlusconi. Intercettazioni “opportunamente oscurate o incasinate da tg e giornaloni” che “portano voti”. 
La riflessione di Travaglio pubblicata mercoledì si inserisce nel dibattito circa la stretta sui migranti chiesta del sindaco di Roma Virginia Raggi che buona parte della stampa italiana interpreta come una reazione alle recenti elezioni amministrative.



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