Calcio.Foggia dove eravamo rimasti?
il Foggia delle figurine panini (album panini) indr |
di
Mario Schena
Foggia 25 ago - Si riparte e qualcuno
ci aggiungerebbe un sacrosanto “era ora”. Diciannove anni. Un’eternità . Una
intera generazione che ha passato la sua infanzia e la sua giovinezza
nell’inferno della Serie C. Una generazione che ha sentito di quello che il
Foggia era stato in passato da Pugliese a Toneatto a Puricelli passando per
Marino e per quello che era stata “Zemanlandia”. Storia consegnata agli archivi
del calcio documentata da vecchi filmati e tramandata dai racconti dei papà con
gli occhi persi nel vuoto e pieni di nostalgia. Dove eravamo rimasti? Gli album
“Panini” e la storia dei rossoneri scritta da illustri colleghi possono
rinfrescare la memoria ed anche noi che quei tempi li abbiamo vissuti abbiamo
deciso di far rivivere l’ultimo atto del Foggia tra le Big del calcio, per far
comprendere ai numerosi tifosi e appassionati il crollo del sodalizio dauno
avvenuto nell’ultimo campionato di serie B e la condanna dei rossoneri a patire
per quasi un ventennio nel Limbo del calcio degli sconosciuti o quasi. Era la
stagione 97/98, la stagione nota per le varie “aste” tenutesi al tribunale di
Napoli per l’acquisizione del pacchetto azionario del Foggia. I vari gruppi,
illudendo la piazza, non riescono a prendersi il Foggia, fallisce nell’intento
il gruppo capeggiato dall’avvocato Follieri, seguito dal duo Villani e Mercuri
che se la batte con il gruppo di Perrone e Del Buono. Inizialmente sembrano
spuntarla Villani e Mercuri che versano subito due miliardi, ma successivamente
risulteranno inadempienti. Si va avanti con la curatela fallimentare, la parte
organizzativa viene affidata all’inesperto Giovanni Galli e la panchina va a
Mimmo Caso, che dopo aver sbagliato uomini e tattiche viene sostituito da
Cancian che si rivelerà anch’egli un fallimento tanto che dopo aver pareggiato
ad aprile tre a tre a Treviso con i rossoneri in vantaggio di due gol ad otto
minuti dalla fine, riconsegna la panchina a Caso. Di quel Foggia faceva parte
Giuseppe Colucci, attuale direttore generale della società . La squadra è zeppa
di giovani e prestiti. Tre gli stranieri Axeldal, Back e Vukoja, ma non faranno
la differenza. L’inizio della stagione non è male. Si supera il primo turno di
Coppa Italia con il Cosenza e si va vicino all’impresa a Milano contro l’Inter
di Ronaldo dove si va fuori dalla manifestazione subendo un gol con il portiere
rossonero Roma a terra. E’ la stagione in cui il Foggia subisce un mare di
rimonte. Ben otto nel girone di andata, dove l’unico sussulto la squadra di
Caso lo ha battendo la Salernitana capolista allenata da Delio Rossi. Poi un
mare di alti e bassi. Le due vittorie consecutive contro Monza e Padova tengono
viva la fiammella della speranza. Il Foggia può ancora farcela anche grazie
alla vittoria di Castel di Sangro dove Roma para un rigore a Spinesi, ma il
Foggia si gioca tutto nello scontro diretto contro il Ravenna dove la vittoria
avrebbe consegnato la salvezza al Foggia. In vantaggio di due reti i rossoneri
si fanno raggiungere a pochi minuti dalla fine. Si può ancora credere nella
salvezza, ma bisogna almeno pareggiare a Salerno e sperare contestualmente
nella sconfitta del Monza. La Salernitana non ci grazia, restituendo al Foggia
un vecchio dispetto. Si va in C. Ora però si riparte. Società solida, organico
di prim’ordine e tecnico bravo e preparato. Si riparte contro un pezzo
importante della storia del Foggia quel Zdeneck Zeman che proprio a Foggia ha
spiccato il volo verso mete ambiziose dopo aver fatto divertire tutta l’Italia
con il suo Foggia dei Signori, Baiano, Rambaudi, Shalimov, Di Biagio ed altri
soci fondatori del più bel parco calcistico mai esistito: “Zemanlandia”. SarÃ
dura contro il maestro, ma sarà bello batterlo.
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