Taranto. XV Giovanni Paisiello Festival
un momento del concertó (foto D. Lo Cascio) |
Fülei Balázs in concerto
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 21 SETT. - Sono passati ormai dodici anni da quando Fülei Balázs
venne per la prima volta a Taranto per vincere il 43º Concorso Europeo di piano
“Arcangelo Speranza”, ieri il giovane pianista ungherese è tornato a suonare ormai
da affermato concertista con una straordinaria carriera internazionale alle
spalle in un concerto nell’ambito della XV edizione del Giovanni Paisiello
Festival. “Tornare a Taranto è sempre una
gioia specie in questo festival – ci dice sorridente - in
questo concerto suono pezzi antichi, specie il pezzo di Schubert”.
Alla domanda quali sono i tuoi autori preferiti?, lui risponde ironizzando: “Bach, Beethoven, Schubert, Bartok, List, Debussy”, per sottolineare quanto sia difficile in effetti una scelta. Cosa ricerchi in un autore? “La sua personalità – ci dice- è importante per me, per poter fare qualcosa insieme con il compositore, per avere una sintonia mentale ed è anche importante per cercare la mia personalità e vederla riflessa”. Programma del concerto è stato un ideale viaggio attraverso l’Europa tra Seicento e Settecento con musiche dell’inglese Henry Purcell (Suite in re maggiore), del toscano Domenico Zipoli, approdato in Sudamerica al seguito dei Gesuiti (Suite in si minore), e naturalmente quale pezzo centrale le Sonate di Paisello, dell’austriaco Haydn (Fantasia in do maggiore), prima di affrontare una seconda parte di serata in pieno clima Scuola di Vienna con Franz Schubert (4 Improptus op. 90).
Balázs ha dato prova di grande maestria nell’esecuzione dell’intero programma, con agilità e tecnica è riuscito ad affascinare il qualificato pubblico con il suono cristallino dello Steinway & Sons del Salone degli Specchi del Comune di Taranto. Il concerto, realizzato in collaborazione con il progetto di internazionalizzazione del governo ungherese Nemzeti Kulturális Alap, ha voluto celebrare quel Paisiello strumentale a cui il Dipartimento di musica antica del Conservatorio Santa Cecilia di Roma dedicò lo scorso novembre un intero convegno. Il pubblico ha plaudito calorosamente e Balázs ha regalato quale bis “Lo sposalizio” di Liszt.
Alla domanda quali sono i tuoi autori preferiti?, lui risponde ironizzando: “Bach, Beethoven, Schubert, Bartok, List, Debussy”, per sottolineare quanto sia difficile in effetti una scelta. Cosa ricerchi in un autore? “La sua personalità – ci dice- è importante per me, per poter fare qualcosa insieme con il compositore, per avere una sintonia mentale ed è anche importante per cercare la mia personalità e vederla riflessa”. Programma del concerto è stato un ideale viaggio attraverso l’Europa tra Seicento e Settecento con musiche dell’inglese Henry Purcell (Suite in re maggiore), del toscano Domenico Zipoli, approdato in Sudamerica al seguito dei Gesuiti (Suite in si minore), e naturalmente quale pezzo centrale le Sonate di Paisello, dell’austriaco Haydn (Fantasia in do maggiore), prima di affrontare una seconda parte di serata in pieno clima Scuola di Vienna con Franz Schubert (4 Improptus op. 90).
Balázs ha dato prova di grande maestria nell’esecuzione dell’intero programma, con agilità e tecnica è riuscito ad affascinare il qualificato pubblico con il suono cristallino dello Steinway & Sons del Salone degli Specchi del Comune di Taranto. Il concerto, realizzato in collaborazione con il progetto di internazionalizzazione del governo ungherese Nemzeti Kulturális Alap, ha voluto celebrare quel Paisiello strumentale a cui il Dipartimento di musica antica del Conservatorio Santa Cecilia di Roma dedicò lo scorso novembre un intero convegno. Il pubblico ha plaudito calorosamente e Balázs ha regalato quale bis “Lo sposalizio” di Liszt.
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