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Calcio. Bari e Foggia gioie e dolori

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di Mario Schena

Foggia 13 dic. - Bari e Foggia, gioie e dolori. Brutto momento per le due pugliesi di serie B, ma mentre i “galletti” tutto sommato sono a soli tre punti dalla vetta, con intatte possibilità di recupero, i “satanelli” sono all’inferno in fondo alla graduatoria con la miseria di diciotto punti, un solo gradino sopra l’Ascoli fanalino di coda a quindici punti. In questo momento e per opposti motivi, le tifoserie di entrambe le compagini pugliesi sono amareggiate e deluse. I biancorossi avevano raggiunto il primo posto consolidato con le vittorie in trasferta a Novara ed al San Nicola nel derby contro il Foggia. Primo posto però subito vanificato con una doppia battuta di arresto, la prima patita a  Chiavari contro la Virtus Entella con un perentorio e mortificante uno a tre e la seconda domenica scorsa in casa con il Palermo che, nonostante diverse defezioni, ha dilagato e maramaldeggiato al San Nicola imponendo il proprio gioco e imponendo un secco tre a zero ai ragazzi di Grosso. Quali i motivi di questa involuzione? Forse un pizzico di presunzione generata dalla sindrome del primo della classe. E’ dura salire, mentre e facile scivolare giù. La squadra deve ritrovare l’umiltà e stare con i piedi ben piantati per terra. Gettare anche in questa stagione una promozione alla piena portata dell’organico biancorosso significherebbe debilitare, in maniera consistente, la mole notevole di entusiasmo che circonda la squadra. Il Bari deve reagire e soprattutto deve invertire il trend negativo in trasferta. In otto gare lontane dalle mura amiche i ragazzi di Fabio Grosso hanno vinto una sola gara; a Novara, perse cinque con Empoli, Frosinone, Spezia, Brescia e Virtus Entella e pareggiato a Vercelli e Salerno. Sabato se la vedranno, fuori casa, con il Perugia squadra con un andamento strano, partita alla grande poi sprofondata in fondo alla classifica, ma dopo il cambio alla guida tecnica, in piena ripresa. I “grifoni” sono reduci da una serie positiva di quattro gare e quindi in Umbria serve una prestazione da grande squadra per rimediare a quanto perso soprattutto in trasferta ed il Bari con uomini come Galano, Brienza, Improta, Floro Flores, Nenè ed Anderson non può commettere certi errori. Discorso diverso e più complesso per il Foggia ritornato tra i cadetti dopo diciannove anni e in serio rischio, al momento, di tornare in C. I mali del Foggia provengono da lontano. Probabilmente l’organico che ha stradominato il Girone C della Lega Pro e vinto la “Supercoppa” quale migliore delle tre vincitrici dei gironi è stato sopravvalutato. Alcuni dei componenti dell’organico rossonero si sono dimostrati decisamente non da serie B. Inoltre la campagna acquista  alla luce delle gare disputate si è rivelata un mezzo fallimento tanto che a farne le spese è stato il Direttore Sportivo Beppe Di Bari esonerato dopo la sconfitta interna con la Cremonese. Stroppa non sembra avere più in pugno la squadra come nella passata stagione. Più di una perplessità hanno desto l’esclusione di Sarno per motivi (inspiegabili) tecnici e la cessione di elementi come Di Piazza, Sainz Maza e Riverola, non certo i peggiori della squadra della passata stagione. I loro sostituti finora li hanno, spesso e volentieri, fatti rimpiangere. L’arrivo di Nember, direttore sportivo ex Chievo Verona, fa ben sperare in un mercato riparatorio ricco di cessioni di quegli elementi non utili alla causa ma soprattutto di acquisti di qualità, fallire significherebbe retrocessione sicura. Il Foggia riceverà venerdì sera, nell’anticipo delle 20.30 il Venezia di Pippo Inzaghi e dovrà e cercare di invertire quella disastrosa tendenza che in casa lo ha visto vittorioso solo con il Perugia, venir sconfitto da Parma, Cremonese e Cittadella e pareggiare con Entella, Palermo, Novara e Ternana. I lagunari sono in ottima salute e fuori casa hanno perso solo a Cittadella. Un altro passo falso del Foggia potrebbe avere conseguenze pesanti sia sulla panchina di Stroppa che su qualche elemento dell’organico rossonero. 



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