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Taranto. Facies Passionis

La locandina dell'evento. (foto web) ndr.
I volti della passione

di Daniele Lo Cascio

TARANTO, 30 GENFacies Passionis è il tema della mostra che ospiterà la centralissima Chiesa del Carmine di Taranto dal 1 al 4 febbraio prossimi. Quattro giorni in cui un edificio normalmente destinato al culto si trasformerà in un grande spazio espositivo per riunire, eccezionalmente per la prima volta insieme, dieci simulacri rappresentativi della passione di Cristo provenienti da altrettante Confraternite ed Arciconfraternite di Puglia: Bari, Bitonto, Noci, Molfetta, Manduria, Mottola, San Severo, Valenzano  le città di provenienza e naturalmente dalla stessa Taranto.“L’iniziativa nasce da un’idea della Arciconfraternita di Maria SS. Del Carmine di Taranto - ci spiega il Priore Antonello Papalia - per un desiderio di condivisione e di confronto con altre realtà impegnate nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico”. Mons Marco Gerardo, padre spirituale della stessa Arciconfraternita ideatrice del progetto ha poi sottolineato la valenza dello stesso per uscire del provincialismo culturale che ammorba la città. In fondo il progetto intende proprio smarcare il grande pubblico dalla dimensione folcloristica per farlo approdare ad una dimensione spirituale più alta. “L’iniziativa si inserisce nel percorso di valorizzazione del cammino di ciascuna confraternita che non deve essere limitato solo al culto ma deve abbracciare anche altri ambiti, come la carità, ma anche diventare soggetti di cultura” – ci dice Mons. Gerardo. La forza attrattiva, il fascino di un simulacro è una forma di evangelizzazione semplice, poichè la contemplazione di un’opera è qualcosa che può fare chiunque, è un linguaggio comune, è un “dialetto della fede” continua Mons. Gerardo sottolineando lo sforzo organizzativo operato dal laicato cattolico per la riuscita dell’iniziativa. Si tratta di una occasione unica da un punto di vista pastorale ed artistico per il valore intrinseco di questi dieci importanti simulacri.

1-Gesù Cristo nell'orto del Getsemani. Proprietà chiesa di San Bernardino. Ubicazione Museo diocesano di Molfetta (Bari), Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Anno di realizzazione 1890-1924, artista Giuseppe Manzo. La statua, fatta di cartapesta modellata e dipinta, ha uno stemma reale di Casa Savoia sulla base ed una targa, a sinistra sempre sulla base, con l'iscrizione: Reale Laboratorio statuario Giuseppe Manzo Lecce.

2-Gesù flagellato alla colonna. Proprietà arciconfraternita Maria Santissima del Rosario di San Severo (Foggia). Ubicazione chiesa della Santissima Trinità o dei Celestini di San Severo. La statua è in legno, l'ha realizzata l'artista Gregorio Palmieri nel 1790 ed è stata restaurata nel 1996. Esce nella processione del mattino del Venerdì Santo. Cinquanta i portatori, denominati i "pappalusci" (gli incappucciati)

3-Gesù incoronato di spine detto "Cristudde". La statua è della venerabile confraternita del Carmine di Mottola (Taranto) che appartiene alla diocesi di Castellaneta (Taranto).  Fatta in cartapesta, realizzata nel 1860 dall'artista leccese Antonio Maccagnani, la statua è stata sottoposta a restauro nel 1984. Esce con la processione dei Misteri la mattina presto del Sabato Santo ed è il terzo gruppo statuario di undici. Si regge sulla spalla di quattro portatori denominati "sdanghieri"

4-Ecce Homo. È la statua dell'arciconfraternita del Carmine di Taranto, che ha sede presso l'omonima chiesa. Arcidiocesi di Taranto. Realizzata in cartapesta dall'artista Giuseppe Manzo di Lecce nel 1901 e restaurata nel 1978. Fa parte della processione dei Misteri del Venerdì Santo. Otto portatori a spalla, tutti confratelli: quattro in abito di rito e altrettanti in abito nero

5-Cristo portacroce. Appartiene alla confraternita di San Leonardo Abate e San Sebastiano Martire di Manduria (Taranto), diocesi di Oria (Brindisi). La statua è attribuita allo scultore Manzo. Realizzata a fine '800 e restaurata nel 2013. Esce con la processione dei Misteri del Venerdì Santo, portatori quattro confratelli

6-Calvario. Il simulacro è composto da croce, raggiera, Gesù crocifisso, Maria Maddalena, due angeli e base. Realizzato nel diciottesimo secolo e restaurato l'anno scorso, il simulacro è opera dell'artista Vito Brudaglio di Andria (Bari) ed appartiene alla pia associazione "Misteri della Vallisa" di Bari. La statua si trova nella chiesa di San Gaetano in Bari. Esce con la processione del Venerdì Santo che si svolge ad anni alterni: pari. I portatori sono 16 ed appartengono alla pia associazione "Misteri della Vallisa" di Bari.

7-Maria Santissima della Pietà. La statua si trova nella chiesa del Purgatorio di Molfetta (Bari) ed appartiene all'arciconfraternita della Morte del Sacco Nero di Molfetta. La statua è in cartapesta eccetto il volto della Pietà che è in legno. E solo il volto della Pietà si deve all'artista Giulio Cozzoli. Anno di realizzazione il 1908, restauro nel 2008. Esce con la processione del Sabato Santo e i portatori sono quattro, appartenenti all'arciconfraternita della Morte del Sacco Nero di Molfetta, diocesi Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi.

8-La Deposizione. È una statua in cartapesta realizzata nel 1947 dall'artista leccese Salvatore Sacquegna. È di proprietà della famiglia Martucci-Falagario, ubicazione il castello baronale Martucci, diocesi di Bari-Bitonto. Sorretta da sei portatori - amici e parenti della famiglia proprietaria del simulacro - esce con la processione dei Misteri del Venerdì Santo

9-Cristo Morto. La statua è in cartapesta, è stata realizzata tra il 1883 e il 1913 e si deve all'artista Achille De Lucrezi di Lecce. È di proprietà dell'arciconfraternita Santa Maria del Suffragio ubicata nella chiesa del Purgatorio di Bitonto, diocesi di Bari-Bitonto. Il simulacro, restaurato nel 2008, esce con la processione vespertina del Venerdì Santo: fedeli devoti, detti "statueri", la portano a spalla e sono costituiti in due squadre da quattro componenti ciascuna

10-Vergine Addolorata. È una scultura lignea realizzata nel 1850 circa. L'autore è ignoto: scultore napoletano. Appartiene alla confraternita Maria Santissima Addolorata ed è collocata sull'altare maggiore della chiesa del Carmine di Noci (Bari) che appartiene alla diocesi di Conversano-Monopoli. La struttura della statua (manichino) è in legno. L'abito indossato dalla Madonna è in seta con ricamo in filo d'oro. Il simulacro viene esposto durante la Quaresima mentre la festa esterna, con relativa processione, si tiene la terza domenica di settembre. Venerdì 2 febbraio alle ore 10 presso il Polo universitario di via Duomo si terrà il convegno di studi sul tema: L’arte veicolo di fede tra mecenatismo e pietà popolare nell’Italia Meridionale dal 600 ai giorni nostri. Come per ogni grande mostra sarà disponibile un catalogo fotografico articolato in tre sezioni: le statue ed i loro elementi artistici, la fede e i suoi elementi devozionali, il rito che accompana ciascuna statua. In chiusura della conferenza stampa di presentazione della mostra, Mons. Emanuele Ferro, portavoce del Vescovo di Taranto ha detto. “Il volto di Cristo è segno di contraddizione, la sua immagine, pur parlando di sofferenza e morte ci attrae perchè parla anche dell’amore del Signore verso il suo popolo”. La chiesa del Carmine di Taranto aprirà le sue porte giovedì 1 febbraio alle re 18 per l’inaugurazione della mostra per poi chiuderle domenica 4 febbraio alle ore 22. Orario visite, ogni giorno ininterrottamente dalle 9 alle 22.







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