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Berlusconi: ''No a campagna elettorale contro Monti''

di Redazione

ROMA, 1 Nov. (ADNKRONOS/IGN) - "Non faremo una campagna elettorale contro Monti. Ma siamo convinti che l'austerità imposta dall'Unione europea, a noi come ad altri Paesi, su pressione di una Germania che svolge un ruolo da Paese egemone, con un'egemonia non solidale ma egoista, abbia immesso l'economia in una spirale recessiva senza fine". Lo afferma Silvio Berlusconi, intervistato lunedì scorso da Bruno Vespa per il libro 'Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Monti', in uscita per Mondadori-Rai Eri giovedì 8 novembre. L'ex premier, prima delle modifiche apportate ieri in Parlamento alla legge di stabilità, afferma poi di non aver abbandonato l'idea di 'staccare la spina' al governo, convinto che si possa votare a febbraio anche portando a casa la riforma elettorale. "I tempi per una nuova legge elettorale - spiega - ci sono tutti. Quanto alla spina da staccare, dipenderà dall'accettazione o meno da parte del governo delle nostre richieste di modifica alla legge di stabilità. Siamo dentro una spirale recessiva, dobbiamo assolutamente uscirne al più presto invertendo la nostra politica economica". Sulla legge elettorale, Berlusconi dice che ''è il Partito democratico che vuole", il 'Porcellum', "non noi. A mio giudizio, il sistema migliore è il sistema spagnolo, che comporta un'alta soglia di sbarramento. Converrebbe anche al Partito democratico, perché privilegia i primi due partiti, funziona benissimo e garantisce la governabilità in Parlamento". L'ex premier ritiene "un'anomalia italiana" le preferenze, aggiungendo di essere "letteralmente terrorizzato dal voto di scambio. Non si dimentichi che Fiorito nel Lazio e Zambetti in Lombardia sono stati eletti con le preferenze". ''Siamo convinti che l'austerità imposta dall'Ue, su pressione di una Germania egemone, abbia immesso l'economia in una spirale recessiva senza fine''. Sulla legge elettorale: ''Meglio il sistema spagnolo, no alle preferenze''. Il Cavaliere aveva attaccato l'esecutivo all'indomani della condanna per frode fiscale: "Misure recessive, decideremo se togliere la fiducia".



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