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FOGGIA. La città contro il racket. Marcia silenziosa guidata dall’associazione LIBERA


di Redazione 
FOGGIADopo i recenti attentati ai danni di esercizi commerciali cittadini, che ormai da un anno stanno “minando la città”, insieme al persistere della criminalità comune e organizzata, nonostante l’impegno delle Forze dell’ordine, i cittadini sono scesi in piazza la sera di sabato 24 novembre per manifestare la determinata volontà di opporre la forza della solidarietà collettiva contro le distruzioni che stanno portando la città al degrado.

Sabato sera, sotto le bandiere dell’associazione LIBERA, centinaia di cittadini si sono uniti al corteo che ha percorso le principali vie della città, sostando in via Fania e al viale XXIV maggio di fronte a due negozi fatti saltare in aria da criminali malavitosi. Insieme con le istituzioni, rappresentate dal sindaco Mongelli, dal presidente della Provincia Pepe, dal rettore dell’Università di Foggia, Volpe, tanti cittadini e soprattutto tanti giovani. Alcuni innalzavano sagome con le date dei vari attentati che, a colpi di bombe, tentano di minare la vivibilità di questa città, la sicurezza dei cittadini, il sorriso e le speranze dei giovani. 

Una marcia silenziosa che ha avuto epilogo davanti al negozio di viale XXIV maggio, dove Daniela Marcone ha dimostrato, a nome di tutta la città, presente anche una rappresentante di Confcommercio, la solidarietà, la vicinanza ma soprattutto la volontà di dare aiuto concreto, in modo che quell’esercizio possa riprendere la sua attività anche prima di Natale. C’è chi vuole distruggere, e distrugge, e chi invece vuole ricostruire e continuare a vivere. E’ quello che hanno pensato i partecipanti alla marcia silenziosa ma anche tutti quelli che l’hanno seguita per le strade dai balconi di casa propria. E non si può stare che da una parte sola.
Forse la speranza di un’altra Foggia lentamente si afferma in una città che, oltre a rimarginare le ferite vigliacche della criminalità, deve ricostruire anche se stessa, la sua identità, la sua comunità e trovare la forza collettiva di ricominciare, per davvero, dopo anni si sangue e di omertà.




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