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Egitto nel caos: strage di islamisti Monito del Pentagono: "serve moderazione"

Una immagine degli scontri. (foto) ndr.

di Redazione

IL CAIRO, 27 LUG. (AGI) - Il Cairo, 27 lug. - L'Egitto e' ripiombato nel caos. E' di almeno 66 morti e 177 feriti il bilancio delle vittime degli scontri al Cairo tra le forze di sicurezza e i manifestanti che chiedono il ritorno alla presidenza della Repubblica di Mohamed Morsi, destituito da un intervento dell'esercito. Un corrispondente dell'agenzia France Presse ha contato 37 cadaveri nell'ospedale da capo dei Fratelli Musulmani messo in piedi nella moschea di Rabaa al-Adawiya, nell'area in cui sono avvenuti gli incidenti, mentre fonti mediche e dei soccorsi hanno riferito che negli altri ospedali si trovano altri 29 corpi privi di vita. Il numero dei feriti e' stato fornito dal ministero della Sanita'. I Fratelli Musulmani insistono nell'affermare i morti sono oltre un centinaio e migliaia i feriti. Dopo aver prudentemente taciuto tutto il giorno gli Stati Uniti, per bocca del segretario di Stato John Kerry hanno espresso la loro "profonda preoccupazione" per "il massacro" dei sostenitori dell'ex presidente, Mohamed Morsi. Kerry ha aggiunto che le autorita' egiziane debbono rispettare il diritto del popolo a riunirsi pacificamente in pubblico. Kery ha aggiunto che l'Egitto si trova "in un momento cruciale" della sua storia, che richiede la partecipazione di tutte le parti politiche della societa' al dialogo nazionale. Il capo della diplomazia Usa ha ribadito la richiesta di porre fine agli arresti politici e di rilasciare i leader politici, riferimento allo stesso ex presidente Mohamed Morsi e agli altri leader dei Fratelli Musulmani arrestati dopo il golpe del 3 luglio scorso. Gli Stati Uniti, che forniscono all'Egitto aiuti militari per 1,5 miliardi di dollari l'anno, finora si sono dimostrati prudenti quanto incapaci di incidere sulla situazione al Cairo. I militari, il potere forte del paese, guidati dal capo delle forze armate, il generale Abdel Fattah al Sisi, hanno finora ignorato le richieste di Washington. E dopo il segretario di Stato John Kerry, anche il ministro della Difesa, Chuck Hagel, interviene sul massacro dei sostenuitori del'ex presidente Mohamed Morsi. E lo ha fatto, fanno sapere dal Pentagono, chiamando il suo 'omologo' e uomo forte dell'Egitto, il capo delle forze armate, il generale Abdel Fattajh al Sisi cui ha chiesto di "esercitare la massima moderazione" e ha espresso la profonda preoccupazione degli Stati Uniti per quanto avvenuto. Hagel era stato contatato da Sisi il 3 luglio prima del golpe militare con cui fu deposto Morsi.





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