Rugby. Lecce penalizzato di due punti? Fabrizio Camilli non ci sta: “Ora basta”
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Il Patron della SVICAT Camilli. (foto) ndr. |
Il Patron degli evergreen, club gemellato con l'USLecce, alza la voce e punta il dito contro la Giustizia Sportiva
di Redazione
BARI, 11 LUG. - La conferenza stampa di questa mattina con il Sindaco Palasciano presso la Sala “Don Pietro Serio” di Campi Salentina, è stata l'occasione per Fabrizio Camilli, Patron degli evergreen, di esprimere il proprio giudizio relativo ai due punti di penalità richiesti per il Lecce dal Procuratore Federale Palazzi.
“Quello che sta accadendo in queste ore all'interno della Giustizia Sportiva nel mondo del Calcio è vergognoso, la nostra Provincia è lacerata, neanche fossimo una popolazione africana tribale. Oggi confermo quanto detto ieri, preso dal mio primo intervento di pancia: se la richiesta di Palazzi dovesse trovare terreno fertile, e quindi venisse accolta, metterei io stesso a disposizione dei mezzi per raggiungere Roma e la sede della Procura per protestare contro quello che sarebbe un vero e proprio abuso. Dare vita ad una rivoluzione popolare, civile ma decisa, sarebbe una risposta concreta e un segnale forte, che abbiamo il dovere di dare in questo momento. Il Lecce ha già pagato fin troppo finendo in Lega Pro. Mi chiedo, a chi diamo fastidio? Perché non vogliono che il Lecce torni in Serie A? Perché il Lecce della famiglia Tesoro deve pagare per gli errori, o presunti tali, fatti da uno sprovveduto dirigente della vecchia proprietà che è andata via alla chetichella?
Perché un Club, per il solo fatto di essere quaggiù, nel meridione, deve consentire ai palazzi della giustizia sportiva di volersi rifare una propria dignità dopo aver preso schiaffi da tutte le squadre del nord? Per quale motivo per il Lecce vengono proposti due punti di penalità e per il Bari solo uno, quando lo sanno tutti che sarebbe stato proprio il club biancorosso ad essersi venduto la partita? Perché si continua a gettare fango sulla maglietta giallorossa quando Mauri, giocatore nel mirino della Giustizia Sportiva, ha continuato a calcare i campi di calcio con la fascia da capitano della Lazio, vestendo più volte anche la casacca della Nazionale?
Detto questo, non ho sentito una sola voce levarsi a difesa dei Tesoro e della maglia giallorossa. La Lecce che vale ha già fatto sentire la propria voce, quella che conta, invece, tace ancora colpevolmente. Da loro mi sarei aspettato più sangue nelle vene”.
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