UNHCR. Somalia, Visita dell’alto commissario guterres in occasione del ramadan
Il logo di UNHCR. (foto) ndr. |
di Redazione
BARI, 9 LUG. - L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres ha visitato oggi la capitale somala per esprimere il proprio sostegno ai costanti progressi verso la pace in un paese lacerato da un conflitto durato più di vent’anni. La sua visita è stata programmata in modo da coincidere con la vigilia del Ramadan e, per l’occasione, Guteress ha voluto esprimere la solidarietà verso un popolo che “ha sofferto oltre misura”, ha affermato.
All’interno della Somalia sono ancora 1.1 milioni gli sfollati interni stimati. Più di un milione di persone invece vivono in esilio nei paesi confinanti come rifugiati, la maggior parte dei quali in Kenya, Etiopia e Yemen ma presenze significative si riscontrano anche a Gibuti così come in Europa, Stati Uniti e Australia. I paesi confinanti stanno valutando la possibilità di incoraggiare il rimpatrio dei rifugiati somali considerando i segnali di stabilità in alcune zone della Somalia. Contemporaneamente alcuni somali hanno deciso sponateamente di rientrare a Mogadiscio e in altre zone del paese sotto controllo governativo.
“Si tratta di un momento di speranza per il popolo somalo. L’UNHCR, ha aggiunto Guterres, vorrebbe aiutare tutti coloro che vogliono rientrare nel proprio paese quando le condizioni per un rimpatrio sicuro e dignitoso lo permetteranno. L’UNHCR lavorerà con la Somalia e i paesi confinanti affinchè siano pronti a questa operazione quando la pace sarà garantita.”
Allo stesso tempo le condizioni di sicurezza sono molto fragili soprattutto nel centro e nel sud della Somalia, regioni da cui provengono la maggior parte dei rifugiati. L’accesso umanitario in molte zone della regione è limitato, ostacolando i contatti con le comunità e la consegna degli aiuti umanitari. La visita dell’Alto Commissario giunge a sole tre settimane dall’attacco mortale al compound delle Nazioni Unite a Magadiscio.
“Il rientro in Somalia deve essere innanzitutto una scelta volontaria”, ha dichiarato Guterres, “in questo momento, la maggior parte dei somali in esilio ha ancora bisogno dell’asilo politico in quanto mancano le condizioni per un rimpatrio sicuro e su larga scala.”
Guterres ha affermato che tutte le parti possono lavorare per gradi, assistendo i rifugiati ben informati che richiedono di ritornare a casa ed aiutando i piccoli gruppi a rientrare in specifiche aree considerate sicure.
A Mogadiscio l’Alto Commissario ha incontrato il Vice Primo Ministro Fawzia Yusuf H. Adam e il Portavoce parlamentare Mohamed Osman Jawari, così come altri rappresentanti del governo e delle Nazioni Unite. Adam ha sottolineato la necessità di costruire nuove abitazioni, strutture sanitarie e scuole. A queste condizioni si è detta fiduciosa riguardo al rientro di cittadini somali istruiti ed al conseguente risollevamento del paese. “Se si ristabilirà la pace, torneranno tutti”.
Guterres ha anche incontrato lo staff dell’ufficio UNHCR di Mogadiscio e ha espresso le sue condoglianze per i colleghi che hanno perso la vita nell’attacco del 19 giugno. “Siamo più forti che mai, più determinati che mai. Siamo qua per restare”, ha detto un membro dello staff locale, Ali Abdullahi, a Guterres. Zakaria Ibrahim, operatore locale ha aggiunto: “Siamo qua per la gente”.
Nel frattempo, i somali continuano a fuggire dal loro paese e dalle aree più interessate dal conflitto, per quanto in numero minore rispetto agli ultimi anni. Nei primi sei mesi del 2013 è stato registrato l’arrivo di 21.000 nuovi rifugiati somali nella regione, mentre sono stati complessivamente 78.000 nel 2012 e 295.000 nel 2011. La maggior parte – circa 13.000 persone – sono fuggite in Etiopia, che già accoglie circa 240.000 rifugiati somali. Lo Yemen ha accolto almeno 6.000 nuovi rifugiati – la maggior parte dei quali hanno affrontato un pericoloso viaggio nel Golfo di Aden. Nel mese di maggio in Yemen erano presenti 229.447 rifugiati somali.
Almeno 20.000 persone sono rientrate in Somalia dai paesi di asilo nel corso di quest’anno. Di queste si stima che 12.000 siano realmente rifugiati rimpatriati – la maggior parte dal Kenya, che a maggio ospitava 492.046 rifugiati somali. In parte questi movimenti tranfrontalieri possono essere stagionali, poichè i rifugiati rientrano per la semina prima della stagione delle piogge.
Nel corso di quest’anno, l’UNHCR ha aiutato più di 16.000 sfollati interni in Somalia a rientrare volontariamente nelle loro case in zone di relativa stabilità.
“La Somalia resta una delle priorità dell’UNHCR” ha affermato Guterres. “Spero che la pace creerà le condizioni in Somalia per realizzare il desiderio di ogni rifugiato: rientrare a casa”.
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