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Napolitano sonda Pd-Pdl su stabilita', segnali incoraggianti

Il Presidente Napolitano. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 24 SET. (AGI) - Prima Angelino Alfano, poi Guglielmo Epifani. Giorgio Napolitano, dopo le parole di ieri alle forze politiche perche' evitino "incertezze e rotture", ha voluto chiamare al Colle i segretari dei principali partiti di maggioranza per sondarli ed alla fine della giornata ha potuto constatare che ci sono sul terreno della continuita' di governo "segnali incoraggianti" da entrambi i fronti. Dopo le parole di ieri il Capo dello Stato, spiegano fonti del Quirinale, ha ritenuto "doveroso accertare il grado di impegno dei partiti a sostenere il governo perche' questo impegno non sia messo in ombra da continue polemiche". Napolitano, che poi ha incontrato anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, ha affrontato con Alfano ed Epifani tutti i punti piu' delicati in agenda, a partire dalla legge di stabilita', ed ha constatato una convinzione condivisa di fare quello che al Colle definiscono "uno sforzo di autocontenimento delle spinte polemiche" che possono suscitare dubbi sulla tenuta del governo. Insomma, spiegano fonti della presidenza, "si vede una predisposizione ad affrontare le discussioni imminenti in uno spirito di comune valorizzazione dell'operato del governo e della maggioranza con un rafforzamento dell'immagine della stabilita'". Una stabilita' che anche il premier, da New York, ha richiamato come asset fondamentale. "Uno stillicidio cosi' non e' piu' possibile" spiega un parlamentare lettiano, che chiarisce il disegno che da giorni si sta valutando a palazzo Chigi. Da quando, dopo il videomessaggio di Berlusconi, e' stato evidente che il governo non sarebbe caduto a breve per mano del Pdl su questioni giudiziarie. Per quello Enrico Letta ha capito che era il momento di rilanciare e di "giocare in attacco". Alle sue spalle la volonta' del Capo dello Stato, ribadita anche ieri, di non precipitare il Paese in una fibrillazione continua, in "incertezze e rotture". Il terreno del confronto, del rinnovato patto di maggioranza, infatti, sara' la legge di stabilita', insieme ad alcuni altri provvedimenti gia' all'esame delle Camere e al dl di recupero del 3% all'odg del consiglio dei ministri di venerdi' che dovrebbe congelare l'Iva per i prossimi tre mesi. "Letta sta valutando di stringere un nuovo patto con i partiti che formano la maggioranza - riferisce un esponente vicino al premier - e in agenda c'e' la legge di stabilita', con il capitolo privatizzazioni, l'Iva, la delega fiscale. L'intenzione sarebbe quella di avere il si' anche dei candidati alla segreteria del Pd". Un fronte, questo, su cui la strada non e' in discesa. "Renzi sostiene il governo" spiega un esponente vicino al sindaco, ma molto dipendera' da cosa conterra' il patto e da come lo si vorra' siglare. Infatti e' indubbio che se il sindaco non intende far cadere il governo, altro discorso e' legarsi mani e piedi a un programma non suo durante una campagna elettorale per le primarie prima e per le europee poi. Ma prima di tutto il premier deve incassare il via libera delle forze di maggioranza per avere il loro voto in Parlamento sulla legge di stabilita'. Forze di maggioranza che, dopo aver garantito al Quirinale sostegno all'esecutivo, si sono divise sul finanziamento pubblico ai partiti e sulle commissioni bicamerali. Letta dunque da venerdi' avra' di fronte a se' un'impresa ardua e non ha nascosto di esserne piu' che consapevole: "La stabilita' prevarra'" ha assicurato dagli Usa, "sto cercando di fare del mio meglio ma gestire una grande coalizione non e' facile". Un impegno sul quale, e non da oggi, vigila anche Napolitano.





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