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Venezia. Ass. Democrazia Cristiana: Insieme per ricominciare

Il logo della Ass. Democrazia Cristiana. (foto) ndr.

di Ettore Bonalberti

VENEZIA, 11 SET. - La doccia scozzese cui è sottoposto il Cavaliere dalla commissione del Senato competente a decidere sulla proposta della sua decadenza continuerà per alcuni giorni, ma la fine della vita politica, intesa come rappresentanza istituzionale, è già segnata per l’uomo che ha incarnato il ventennio della seconda Repubblica. Fine della rappresentanza istituzionale che non vuol dire fine dell’azione politica. Anche intervenisse un atto di clemenza dall’alto colle, considero assai improbabile la riduzioneal silenzio dell’uomo di Arcore. In ogni caso parlerebbero e interverranno per lui uomini e strutture di comunicazione ben note agli italiani. E Berlusconi non resterà uno spettatore passivo ma, per dirla sociologicamente, svolgerà quanto meno, il ruolo di un “osservatore partecipante”. Resta la questione di cosa fare e come ricostruire la rappresentanza politica dell’area moderata e alternativa al Partito Democratico e, soprattutto, dello stesso sistema di rappresentanza politica sulle macerie della seconda repubblica, in un quadro caratterizzatodallo squilibrio dei e tra i poteri che, con la fine dell’immunità parlamentare, ha segnato con l’egemonia della magistratura militante, la fine stessa dello stato di diritto. Ricostruire il fragilissimo equilibrio tra sistema della legalità e rappresentanza della sovranità popolare, che i padri costituenti seppero risolvere attraverso l’istituto giuridico dell’immunità, comporterà la necessità-dovere di affrontare senz’altri indugi, una profonda riforma della magistratura e della stessa Costituzione formale e materiale della Repubblica. Un vecchio e saggio amico “eretico” e disincantato, mi ha scritto quanto segue: “ Non mi soffermo su considerazioni anti o pro Berlusconi, ma guardo a quanto succede e rifletto su quanto mi sembrerebbe oggi necessario. E concludo che serve una “scossa politica energica e sconvolgente”, basata su un “programma economico radicale” (né Montiano né Lettiano). Dev’essere traumatico e quindi alternativo ad una rivoluzione, ma parimenti efficace: distruggere per costruire; il nostro è un sistema immondo, residuale e liberticida. Servirebbe dunque una presa di posizione socialmente allargata e ben determinata. Referendum, plebiscito; tutto quello che possa servire ad una sollevazione della “parte buona” della società civile (compresa quindi quella cui ti rivolgi). Serve una specie di “grillismo” non comico, bensì deciso e consapevole. Sarà possibile?Da noi il “caos” è già da tempo cominciato. Perché non puntare su una “gioventù vera” ispirata al “volontariato”?Il sogno è finito.” Aleggiava tra di noi martedì scorso tale stato d’animo, nella riunione del consiglio di presidenza della costituita associazione politica “ Democrazia Cristiana”, che rappresenta, probabilmente, l’ultimo tentativo di ricostruzione di una presenza organizzata di cattolici e laici cristianamente ispirati, alternativi tanto al Partito Democratico che al berlusconismo, il quale, non a caso, ha già annunciato il suo ritorno alla fase dello “statu nascenti” di Forza Italia. Presenti tra gli altri, alcuni dei soci fondatori, Pino Nisticò e Publio Fiori, il presidente Gianni Fontana, ha ricordato l’esperienza gronchiana, di un grande democratico cristiano, già figlio dell’esperienza murriana, da sempre anticomunista, ma concorrente sul piano della giustizia sociale con il comunismo, da popolare riformista, che è la cifra espressiva della nostra cultura politica. Tre parole essenziali declinano la nostra volontà programmatica: Persona e Famiglia, Lavoro e Pace. Persona e famiglia, con il ruolo insostituibile dei corpi intermedi, come richiamo essenziale al popolarismo sturziano e alla dottrina sociale della Chiesa, con riferimento ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, con lo Stato che non attribuisce, ma riconosce i diritti naturali della persona, della famiglia e dei corpi intermedi e li pone al centro della sua costruzione istituzionale. Il lavoro, quale fondamento di una nuova politica economica ispirata ai valori dell’economia civile e sociale di mercato, in grado di contrastare e superare i limiti di un turbo capitalismo finanziario distruttore dell’economia reale e della stessa costruzione democratica degli e fra gli Stati. Un obiettivo straordinario che comporterà una più forte presa di coscienza anche a livello europeo, a partire dal Partito Popolare, cui intendiamo riferire la nostra azione politica con l’impegno di riportare quel partito ai valori fondanti del popolarismo di De Gasperi, Adenauer e Schuman. La Pace, come tema centrale della nostra politica estera, con riferimento specifico alla nostra realtà geo politica al centro del Mediterraneo, terra di relazioni e di conflitti pericolosissimi in grado di sconvolgere gli stessi assetti dell’equilibrio internazionale, e assunta quale premessa indispensabile di fratellanza operosa interna edeuro mediterranea, pur nella fedeltà alla Nato e ai trattati internazionali liberamente sottoscritti. E vorremmo farlo con quanti saranno interessati a concorrere con noi alle prossime elezioni europee, alle quali potrebbero essere abbinate le stesse elezioni politiche, e, in ogni caso, come nostre bandiere di riferimento ideali alle prossime elezioni amministrative. E’ avviata la campagna del tesseramento in tutte le città e i paesi dell’Italia attraverso la costruzione di Centri di Cultura e Partecipazione Politica, dai quali far emergere la nuova classe dirigente di ispirazione democratico cristiana. Centri che intitoleremo ai personaggi noti e meno noti della cultura cattolica e democratico cristiana che hanno largamente contribuito allo sviluppo e alla testimonianza di fattiva solidarietà sociale nei diversi villaggi del nostro Paese. Una campagna declinata sul tema:“ Insieme per ricominciare” e per offrire ai giovani la possibilità di riprendersi la speranza di un futuro migliore per loro e per i loro figli. E lo faremo, come andiamo dicendo da tempo, da “medici scalzi”, senza risorse e senza potere, forti solo della nostra determinata volontà e dal consenso di quanti vorranno mettersi insieme a noi alla stanga in questa nuova complessa avventura.





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