Politica. Rifondazione Comunista Bari: adesione alla manifestazion dei Giovani di Villa Roth
Una immagine dell'occupazione. (foto) ndr. |
Il 1° Febbraio, in Piazza con i giovani del Collettivo di Villa Roth
Contro tutti gli sgomberi, per il riuso del Patrimonio sfitto e abbandonato
di Redazione
BARI, 1 FEB. - Lo sgombero di Villa Roth ha riportato alle cronache cittadine il problema
dell’emergenza abitativa e dell’assenza di spazi sociali nella nostra città .
Le
polemiche di questi giorni tra Provincia e Comune sono stucchevoli ed
orientate
unicamente ad evitare di affrontare con serietà e responsabilità queste
questioni.
Dall’entrata in scena dell’attuale sindaco Michele Emiliano fino ad oggi
abbiamo assistito ad una serie di azioni che, di fatto, hanno eliminato gli
spazi e gli edifici piuttosto che il problema; basti ricordare l’occupazione
dello stabile del dopolavoro Stanic e dell’ex deposito Amtab, entrambi
abbattuti dopo lo sgombero.
A ripercorrere questi anni ne esce un quadro ben più grave di quanto si
evince
dalle cronache degli ultimi giorni.
All’inizio ci fu l’occupazione dell’Ostello della Gioventù a Palese, luogo
abbandonato, conclusasi con lo sgombero dei giovani che lo avevano fatto
rivivere e con l’impegno di Comune e Regione a ristrutturarlo e restituirlo
alla sua funzione iniziale. Furono iniziati i lavori di ristrutturazione e
spesi dei soldi (quanti?), poi tutto fu sospeso, finiti i soldi e l’
attenzione
pubblica. Oggi quello stabile è nuovamente in totale abbandono, rifugio di
tossicodipendenti e infestato dai topi.
In seguito ci fu l’occupazione dell’ex Mercato di via Carrante a
Poggiofranco:
il luogo riprese vita con le attività sociali avviate dai giovani occupanti
ma
fu sgomberato e tuttora giace abbandonato e inutilizzato.
Oggi si parla dello sgombero di Villa Roth, un’esperienza che avrebbe
meritato
ben altra attenzione, dato che, oltre ad essere luogo di aggregazione e di
socialità , è stata la risposta concreta al bisogno di avere un tetto per
diverse famiglie baresi ed immigrate.
In dieci anni le amministrazioni comunali, provinciali e regionali non sono
state in grado di dare risposte, dialogare, sperimentare, dimostrando
attenzione solo per iniziative che producono profitto.
L’emergenza abitativa che oggi vive la città è frutto anche della cecità del
Comune di Bari, in doloso ritardo su ogni problema. Le affermazioni di
qualche
assessore sul fatto che sia giunto il momento di utilizzare immobili del
Ministero della Difesa, l’ex ospedale militare, per assicurare un tetto agli
sfrattati, sarebbe lodevole se non suonasse per quello che è: uno schiaffo
ai
senza casa e a tutti i cittadini che hanno un briciolo di memoria; basti
pensare ai “risultati” ottenuti sulla Caserma Rossani, già da tempo in capo
al
Comune e con i fondi stanziati. Ancora oggi nulla è stato fatto e,
nonostante
gli anni di mobilitazioni e le proposte di comitati e collettivi, quel
luogo
resta solo un triste parcheggio.
In ultimo, giusto a beneficio della memoria di qualche amministratore
distratto e smemorato, riportiamo un elenco di immobili abbandonati e in
totale
degrado, siti nel territorio comunale, con la precisazione che alcuni di
essi
potrebbero essere destinati, subito e con una spesa non insostenibile, a
fronteggiare o a tamponare l’emergenze abitativa di tanti cittadini in
difficoltà , in attesa delle assegnazioni delle case ERP del Comune di Bari.
Il resto è fumo per distogliere l’attenzione pubblica dai problemi reali e
conquistare briciole di visibilità elettorale.
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