Altamura (Ba): in manette uno spacciatore
La droga sequestrata. (foto Gdf) ndr. |
di Redazione
ALTAMURA (BA), 15 APR. - Quando è stato “pizzicato”, era in compagnia di un minorenne, di cui probabilmente si avvaleva nell’attività di “spaccio”, il trentasettenne di Altamura (BA), tratto in arresto dai Finanzieri della locale Tenenza.
I militari, che erano già da tempo sulle sue tracce, lo avevano notato dirigersi, in più occasioni, in un luogo periferico del centro cittadino, dove, tra anfratti, pietre e folta vegetazione, hanno scoperto l’esatto nascondiglio, rinvenendo un sacchetto di plastica con all’interno 7 confezioni di “marijuana” per un peso complessivo di 75 grammi.
Per il trentasettenne sono scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ennesimo arresto giunge a testimonianza del particolare impegno profuso dalle Fiamme Gialle Altamurane nel contrasto dello spaccio e del consumo di stupefacenti. Infatti, dall’inizio dell’anno, sono stati assicurati alla giustizia 4 spacciatori, mentre ulteriori 4 soggetti sono stati denunziati, in stato di libertà, all’Autorità giudiziaria e nr. 9 “assuntori” sono stati segnalati in via amministrativa all’Ufficio prefettizio, con il sequestro di circa 600 grammi di “droghe leggere”.
MAXI OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA E DELLA DOGANA DI BARI: SEQUESTRATI 1.350 KILOGRAMMI DI “MARIJUANA” PROVENIENTI DALL’ALBANIA
I Finanzieri del Gruppo Bari e funzionari del locale Servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito dei controlli svolti all’interno del porto per contrastare l’introduzione di merci di natura illecita provenienti dai Paesi dell’Est, hanno proceduto al sequestro di 1.350 chilogrammi di “marijuana”, occultati all’interno di un carico di copertura, composto da manufatti in cemento utilizzati per l’edilizia, provenienti da Durazzo (Albania), sulla carta destinati in Veneto. L’attività veniva svolta sulla base di specifici profili di rischi, inseriti nel circuito doganale di controllo, dalla Direzione Centrale Antifrode delle Dogane. In particolare, gli investigatori, attenzionavano il carico oltre che per le citate motivazioni, per il limitato valore commerciale della transazione e l’accentuato stato d’ansia manifestato dall’autista del veicolo all’atto del controllo. Decidevano quindi di eseguire un’accurata ispezione del carico di quanto trasportato, rinvenendo sotto il carico di copertura, all’interno di appositi contenitori in legno, oltre 1.200 “panetti”. L’operazione di servizio, che ha portato ad uno dei più grossi sequestri di stupefacente mai operato nel porto di Bari, ha sottratto al mercato clandestino dello spaccio una partita che avrebbe fatto fruttare alle organizzazioni circa 14 milioni di euro. Il responsabile, un albanese di 55 anni, è stato associato alla Casa Circondariale di Bari per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, mentre il carico di copertura e l’autocarro utilizzato sono stati sottoposti a sequestro.
La droga sequestarta. (foto Gdf.) ndr. |
I Finanzieri del Gruppo Bari e funzionari del locale Servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito dei controlli svolti all’interno del porto per contrastare l’introduzione di merci di natura illecita provenienti dai Paesi dell’Est, hanno proceduto al sequestro di 1.350 chilogrammi di “marijuana”, occultati all’interno di un carico di copertura, composto da manufatti in cemento utilizzati per l’edilizia, provenienti da Durazzo (Albania), sulla carta destinati in Veneto. L’attività veniva svolta sulla base di specifici profili di rischi, inseriti nel circuito doganale di controllo, dalla Direzione Centrale Antifrode delle Dogane. In particolare, gli investigatori, attenzionavano il carico oltre che per le citate motivazioni, per il limitato valore commerciale della transazione e l’accentuato stato d’ansia manifestato dall’autista del veicolo all’atto del controllo. Decidevano quindi di eseguire un’accurata ispezione del carico di quanto trasportato, rinvenendo sotto il carico di copertura, all’interno di appositi contenitori in legno, oltre 1.200 “panetti”. L’operazione di servizio, che ha portato ad uno dei più grossi sequestri di stupefacente mai operato nel porto di Bari, ha sottratto al mercato clandestino dello spaccio una partita che avrebbe fatto fruttare alle organizzazioni circa 14 milioni di euro. Il responsabile, un albanese di 55 anni, è stato associato alla Casa Circondariale di Bari per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, mentre il carico di copertura e l’autocarro utilizzato sono stati sottoposti a sequestro.
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