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Teatro. Al Teatro Bravò in scena "Giocondo", intelligente spettacolo di ricerca che pesca nella commedia dell'arte e da illustri poeti italiani ingiustamente dimenticati

Una immagine della commedia. (foto) ndr.

di Romolo Ricapito

BARI, 17 OTT. - Al Teatro Bravo di Bari, per questa occasione ribattezzato Bravoff, lo spettacolo "Giocondo", ispirato alla scrittura "giocosa" di poeti come Cecco Angiolieri (1260), Rustico Filippi (1230), Cielo D'Alcamo (dodicesimo secolo) , Gioacchino Belli (romanesco, ma più"recente" , ossia del 1791) e altri ancora. "Come un polpo sbattuto ancora vivo contro lo scoglio si arricciolavano i miei pensieri a Bari": il prologo della Compagnia Carro dei Comici vuole intendere che trattasi di vero teatro meridionale, non a caso essa si definisce anche "Compagnia di Musica popolare Meridionale". Citati alcuni versi di Vittorio Bodini (barese, 1914-1970) che si unisce idealmente ai poeti già elencati : "La pietà è più forte dell'amore". Ecco in scena un fisarmonicista (Pantaleo Annese) che vestito con abiti antichi e folkloristici accompagna il narratore, il capocomico e guida della Compagnia Francesco Tammacco, il quale introduce la storia di Cenerentola a livello più "popolaresco" e meno "regale" dell'originale. Cenerentola è infatti una favola molto radicata nell'immaginario popolare. Durante il commento del chitarrista-attore, compare una danzatrice dai ricci capelli rossi, Betty Lusito. Terminato il prologo i tre attori della compagnia danno il benvenuto invocando un applauso caloroso, anzi più d'uno... Viene spiegato che lo show si basa su poesie della tradizione italiana, quelle però che non si studiano a scuola e dunque ignote ai più. E' ricordato dunque il teatro in maschera del nord-est ( quello veneto) con recitazione appropriata. Si passa poi velocemente al dialetto laziale. La figura del giullare è paragonata al volto di Dio. Si narra di un'alluvione (ma con un riferimento, voluto, ai recenti fatti di Genova) mentre si arriva all'enunciazione di aneddoti vertenti una realtà contadina fatta anche di emigrazione. L'aneddotica si nutre, oltre che della fatica quotidiana dei coltivatori diretti, di metafore e simbolismi, ma anche di crudo realismo, come il racconto di una violenza carnale .C'è poi la peste, elemento che non salva i ricchi padroni. I versi "rosa fresca e aulentissima"di Cielo D'Alcamo annunciano il tema dell'amore. Viene invitata dal capocomico una donna dal pubblico, come esempio di femminilità. E Francesco Tammacco le recita alle spalle la poesia di Giorgio Baffo dal titolo Lode alle Tetta :"tette bianche de neve nevegada, cussinello, dove dormirave un Re, panna impetrìa, che ’l gusto innamorè, latesini per dar la papolada." Pantalone è un'altra maschera del Nord Italia (Venezia) facente parte della classica Commedia dell'Arte. La serenata era un tempo il modo più elegante per conquistare una donna. Coralina è una serva che simboleggia quelle donne che lanciano sfide ai poeti con la frase: "NOI ABBIAMO LE VOCI, VOI AVETE LE NOCI". La società rappresentata è quella , come s'intende oggi, più "maschilista" con apposite leggi scritte dagli uomini, come emerge dalle parole della fantesca. L'amore dunque viene raccontato agli albori, quando è fresco e giocoso: ma già dopo tre anni diventa ripetitivo e i difetti prima tollerati nel partner (maschile) vengono già a noia. Al settimo anno gli amanti ormai si detestano. Riassumendo, si tratta allora di uno show che prendendo spunto dal passato (tradizioni, luoghi comuni e poesia) stende un ponte con la nostra attualità. Napoli, infine, è rappresentata come una città la cui unica industria è il buonumore e il passatempo preferito del popolo, l'amore. Protagonista del teatrino dei bambini riprodotto in palcoscenico è Pulcinella, maschera impertinente sempre affamata. Nella sua comicità c'è il rifiuto della morte. Nonostante la forte impostazione intellettuale, dallo spettacolo GIOCONDO viene fuori una lucidità di facile comprensione, con comicità raffinata e curata in tutti i particolari. Si ritorna per il congedo al mito di Cenerentola in chiave ancora più popolaresca e interattiva col pubblico femminile .





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