Teatro. Vito Signorile al Teatro Abeliano per Bluebird Bukowski: autopsia di un poeta
BARI, 20 OTT. - In scena al Nuovo Teatro Abeliano la pièce Blue Bird Bukowski su testo di Riccardo Spagnulo, incentrata sulla figura mitica (e mitizzata) del poeta statunitense di origine tedesca Charles Bukowski, con protagonista assoluto Vito Signorile. La regia è di Licia Lanera, mentre ad accompagnare in scena Signorile nei suoi soliloqui, deliri o memorie del passato l'attrice Mary Dipace , nei panni di un'infermiera.
Bukowsky morì di leucemia nel 1994, a San Pedro in California.
La prima scena ci mostra il celebre intellettuale che giace sotto un lenzuolo, su una barella dalla quale spuntano fuori i soli piedi nudi.
Una donna con un cappotto, sul lato destro del palcoscenico, fuma con voluttà una sigaretta, poi la spegne.
Dalla tasca estrae anche una pistola; un telefono vecchio modello è attaccato al muro.
Nel contempo, una suggestiva musica di sottofondo, tipica di certe colonne sonore di film drammatici, o gialli, invade il teatro.
Il lenzuolo si scopre lentamente; ecco un sussulto di vita, da quello che pareva soltanto un cadavere.
L'uomo si alza, "devo tagliarmi le unghie dei piedi", borbotta. E ancora: "la morte mi fa schifo, la vita mi fa schifo".
Frase che sintetizza la vita di Bukowski e della storia che verrà .
Egli prima di diventare scrittore lavorò per il servizio postale americano; oltre a soffrire di alcolismo cronico, fece uso anche di cocaina, LSD, peyote . Tra i suoi mali fisici, un cancro della pelle, tubercolosi, emorroidi.
Diremo subito che Vito Signorile, nonostante la somiglianza fisica col poeta e scrittore, mostra da subito incertezza in tale ruolo e il tutto è ben evidente sin dalle battute iniziali.
E' fuori parte, per dirla tutta.
Ma anche la sua partner Mary Dipace non è da meno : voce usata male, parole pronunciate velocemente. Questo, almeno, all'inizio.
Signorile pare trovarsi a suo agio recitando in mutande. Poi, fortunatamente, si riveste,
Il suo dialogo è tutto un susseguirsi di rimembranze su donne conosciute, personaggi femminili soprattutto "maledetti", anticipatori della moda del piercing e affondate in cupio dissolvi esistenziali. Una scena di bondage (Bukowski immobilizza le gambe dell'infermiera appoggiata sulla barella) spiega meglio il conflitto dell'uomo con l'altro sesso.
Egli si rivolge alla sua "preda" chiamandola Linda.
In lei rivede infatti (o rivive) un succedaneo del rapporto con la moglie Linda Lee Beighle, scomparsa nel 1985.
Ma Bukowki è realmente morto, oppure no?
Si svolge in scena, fondamentalmente, un duello tra due personalità schiacciate dalla vita.
"E Dio Creò la Donna" è il titolo del film forse più noto di Brigitte Bardot .Per Bukowski, nel contesto della teatralità , "un dio ubriaco e su di giri" creò l'elemento femminile, imprescindibile rispetto all'esistenza dell'uomo, ma soprattutto come compagna e oggetto sessuale dei "bassi istinti" del maschio.
Inoltre l'autore di testi come "Taccuino di un vecchio porco" pare incapace di esercitare il suo carisma sull'estranea,ossia l' infermiera.
Costei in pratica, è da lui trasformata in una sorta di badante, o di vivandiera, ovvero mera fornitrice di lattine di birra che Bukowski beve avidamente, sporcandosi la maglia.
La comprimaria è indifferente alla cultura dell'altro, perché priva di cultura: "leggo solo riviste perché ci sono le figure, la poesia invece mi annoia".
Ella stessa è un'artista però, almeno a suo modo: nel privato dipinge, o fa del body painting, ossia immerge il suo corpo nudo nei colori, sporcando le tele.
Il poeta la usa come ascoltatrice dei suoi mali :" a 35 anni ebbi un'emorragia, mi usciva sangue dalla bocca, ma anche dal culo".
Il racconto di vita diventa una sorta di affabulazione.
L'infermiera allora si trasforma per gradi da lontana spettatrice a complice; il soliloquio di "lui", mentre "lei" giace addormentata sulla barella, è delirante, disturbato e affannato.
La coppia di attori fortunatamente, a tale punto, stabilisce una buona complicità riscattandosi dalle défaillance iniziali.
Lo spettacolo è comunque apprezzabile, pur nei suoi molteplici difetti.
Anche non risultando completamente riuscito o gradevole (anzi, il più delle volte sgradevole) è un bel tentativo di percorrere dei passi fuori da sentieri prestabiliti e facili, accompagnando il pubblico verso un inferno di vite disperate.
Charles Bukowski è comunque un personaggio conosciuto, ma da far conoscere in particolar modo ai giovani : irrisolto e ancora di straordinaria attualità .
Il sesso rappresentato è visto come sopraffazione, consolazione, onanismo, rifiuto dell'amore.
A un certo punto la musica rimbombante copre le parole di Vito Signorile. Una vecchia canzone, Stand By Me, nella versione italiana di Adriano Celentano ("Pregherò" ) si presta ad un ballo tra i due personaggi, che hanno appena rappresentato in scena un crudo rapporto fisico.
La donna ha mostrato la sua nudità , pur se in penombra,
Dei versi in inglese recitati dal vero Bukowski spiegano come "un uccellino blu venuto fuori da un cappello , risieda anche nel cuore del poeta".
E' un contrasto tra l'animo rude dell'artista e la sua straordinaria sensibilità quasi femminile, a dispetto del machismo impostogli per educazione e come reazione a un mondo ostile. Le scene sono di Michele Iannone. Molti gli applausi in sala.
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