'L'Angolo dello Scrittore' - Riparte l'isola: io resto in città
Christian Montanaro. (foto) ndr. |
di Christian Montanaro
BARI, 24 GEN. - Li chiamano naufraghi, ma loro sanno fin troppo bene dove approdare. Nel mare della ritrovata popolarità o tra le ruggenti acque della spettacolarizzazione mediatica.
Riparte l'Isola dei Famosi, e non ci mancava. Ritorna uno dei format più di successo degli ultimi anni (che, comunque, sempre non ci mancava), e lo fa con una veste nuova (che non contribuisce a far sì che prima ci mancasse, chiariamo).
Non più su Rai 2, ma su Canale 5. Non più Simona Ventura o Nicola Savino, ma Alessia Marcuzzi, la regina dei reality dell'emittente.
Qualche altra piccola novità nella "sceneggiatura" (sic!), ma per il resto tutto uguale. E vediamo il cast: il solito miscuglio di razze. Per chi ama la provocazione ecco Rocco Siffredi. Come farà a resistere tanti giorni senza sesso? Già, è questa la domanda ricorrente. Ce la farà? Non ce la farà? Combinerà qualcosa con qualcuna? Altro che chiedersi chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. E' questa la domanda della settimana. Rocco ormai è attore modello e lo attendiamo nel prossimo cine-panettone.
Altra potenziale provocatrice sarà Catherine Spaak. Lei dovrebbe essere "l'impicciosa" della situazione. Vedrete che litigherà con tutti. Alla fine si apprezzerà la sua forte personalità. Redivivo il pugile Patrizio Oliva, il "buono". Ah, dimenticavo un altro che dovrebbe fare polemiche sarà Valerio Scanu. Il tipo diretto in lotta con se stesso. Fanny e la figlia di Caniggia saranno le bombe sexy che faranno perdere la testa a tutti e Melissa P, ignoto e mistero, farà la Melissa P. Infine Pierluigi Diaco, l'intellettuale che dovrebbe rappresentare l'ago della bilancia tra le opposte fazioni che dovrebbero crearsi all'interno dello show.
Quindi aspettiamoci nell'ordine provocazione, siparietti hot, battute a sfondo sessuale, fame, guerra, pace, dichiarazioni al vetriolo, pianti davanti alla telecamera, eccetera eccetera.
Ve n'era bisogno? No. Ne sentivamo la mancanza? None. C'era bisogno di questo articolo allora? Neppure.
Già, e allora perché l'ho scritto? Non lo so neppure io. Forse davvero il superfluo attira fatalmente come tradizionalmente si dice, oppure oggi è ancora meglio parlare di programmi di questo spessore piuttosto che dei conclamati mali italici. Se non fosse che l'apprezzamento che programmi del genere riscuotono rappresenta proprio uno di questi mali.
Che dirvi? Sono confuso. Qualcuno può consigliarmi qualcos'altro da vedere?
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