Foggia. La crisi dei Talk Show, il saggio del manfredoniano Pesante
FOGGIA, 10 LUG. - Non solo è stato un appuntamento per solo giornalisti, chiamati a raccolta per i tre accrediti formativi istituiti dall’Ordine dei Giornalisti di Puglia, bensì per far il punto sulla situazione dei talk show in onda nelle emittenti nazionali.
Il libro scritto e presentato dallo stesso autore, Gennaro Pesante, giornalista parlamentare originario di Manfredonia che da tredici anni lavora a Roma, è un insieme di domande e risposte, analiticamente trattate dall’autore, sul rapporto tra televisione e politica.
"La fine dei talk show e il futuro della televisione" (Historica Edizioni), grazie alla preziosa collaborazione della Libreria Mondadori di Foggia e alla maestrale conduzione di Marzia Campagna, ha sollevato altarini che tutti bene o male sapevamo ma che mai avremmo letto in un book. Ieri, 09 luglio 2015, sul palco di Piazza Cesare Battisti, dinanzi al Teatro Giordano a Foggia, c’era Piero Gambale, del Centro di Studi sul Parlamento della Luiss e originario di san Severo, che ha firmato l'appendice del saggio di Pesante.
Digressioni storiche e clip di vari talk televisivi molto blasonati hanno fatto da cornice a una discussione briosa e interessante, anche perché gli spettatori erano del settore.
La crisi dei talk show, sommariamente e secondo quanto è stato detto sul palco, è da attribuire alla credibilità del tutto persa che il sistema politico sta attraversando. Per meglio dire una credibilità che proprio i politici hanno perso. Il grip che un tempo aveva il personaggio politico sullo spettatore non è svanito, si è trasformato: da persona credibile, fonte di notizie, a persona da doti attoriali indubbiamente formidabili, che incolla lo spettatore più per la sua mimica e capacità di farsi sentire, più che farsi capire. Una tesi avvallata anche da una testimonianza andata in onda in una clip presentata durante la serata a firma del noto attore Gigi Proietti.
Ci dice Gennaro Pesante «Ormai sono diventati strumenti della politica e non della televisione. È vero anche che la politica ha fastidio quando vede la troupe di Ballarò o delle Iene, e forse questo fastidio è anche figlio di questa crisi». Talk show come salotti per esporsi più che comunicare, in definitiva, dove in alcune serate si ascoltano stessi temi su diversi canali, ma senza arrivare a una conclusione che dovrebbe gratificare lo spettatore, spesso infastidito anche dal chiasso voluto per far numeri all’Auditel.
Un’idea, tuttavia, ce la da Pesante, che da buon analitico del settore consiglia e nel libro propone un progetto di un canale televisivo completamente dedicato alle Istituzioni. Un canale dove anche per cinque minuti il politico espone le sue proposte, anche se queste forse non verranno mai trattate, ma almeno saranno di dominio pubblico. Un’idea nata anche da esperienze in essere nella tv parlamentare greca.
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