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Papa: l'Eucaristia non e' preghiera privata, ci trasforma in dono

Papa Francesco. (foto Agi) ndr.

di Redazione

CdV, 16 AGO. (AGI) - "L'Eucaristia non e' una preghiera privata o una bella esperienza spirituale, non e' una semplice commemorazione di cio' che Gesu' ha fatto nell'Ultima Cena. Noi diciamo per capire bene che l'Eucaristia e' 'memoriale', ossia un gesto che attualizza e rende presente l'evento della morte e risurrezione di Gesu': il pane e' realmente il suo Corpo donato per noi, il vino e' realmente il suo Sangue versato per noi". Papa Francesco ha voluto ricordarlo all'Angelus, rispondendo alla domanda di un immaginario interlocutore rappresentativo pero' di un'opinione diffusa: "A cosa serve la Messa? Io vado in chiesa quando me la sento, e prego meglio in solitudine". "L'Eucaristia - ha affermato Bergoglio - e' Gesu' stesso che si dona interamente a noi. Nutrirci di Lui e dimorare in Lui mediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede, trasforma la nostra vita in un dono a Dio e ai fratelli". Infatti l'Eucaristia ci e' stata lasciata da Gesu' "con uno scopo preciso: che noi possiamo diventare una cosa sola con Lui". Per questo Gesu' dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in Lui". "La comunione - ha spiegato il Papa - e' proprio un'assimilazione: mangiando Gesu', diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro 'si'', la nostra adesione di fede". Secondo il Pontefice, cioe', "nutrirci di quel 'Pane di vita' significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore oblativo e diventare persone di pace, di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale". Bergoglio ha proposto le sue considerazioni commentando il brano del Vangelo di Giovanni letto oggi nella liturgia, cioe' "il discorso di Gesu' sul Pane della vita, che e' Lui stesso e che e' anche il sacramento dell'Eucaristia". E si e' soffermato in particolare sull'ultima parte di tale discorso che riferisce di alcuni tra la gente che si scandalizzano perche' Gesu' ha detto: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risuscitero' nell'ultimo giorno". Per Francesco, "lo stupore degli ascoltatori e' comprensibile; Gesu' infatti usa lo stile tipico dei profeti per provocare nella gente, e anche in noi, delle domande e, alla fine, una decisione". "Anzitutto - ha elencato - delle domande: che significa 'mangiare la carne e bere il sangue' di Gesu'?, e' solo un'immagine, un simbolo, o indica qualcosa di reale? Per rispondere - ha spiegato - bisogna intuire che cosa accade nel cuore di Gesu' mentre spezza i pani per la folla affamata. Sapendo che dovra' morire in croce per noi, Gesu' si identifica con quel pane spezzato e condiviso, ed esso diventa per Lui il 'segno' del Sacrificio che lo attende. Questo processo ha il suo culmine nell'Ultima Cena, dove il pane e il vino diventano realmente il suo Corpo e il suo Sangue". Il Papa ha quindi ripetuto le parole con le quali Gesu' conclude il suo discorso: "Chi mangia questo pane vivra' in eterno". "Si' - ha esclamato a questo punto Francesco rivolto alla folla dei fedeli di piazza San Pietro - vivere in comunione concreta, reale con Gesu' su questa terra ci fa gia' passare dalla morte alla vita; e cosi' chiudiamo gli occhi a questo mondo nella certezza che nell'ultimo giorno sentiremo la voce di Gesu' Risorto che ci chiamera', e ci risveglieremo per stare sempre con Lui e con la grande famiglia dei santi". "In Cielo - ha assicurato - ci aspetta gia' Maria nostra Madre, abbiamo celebrato ieri questo mistero. Lei ci ottenga la grazia di nutrirci sempre con fede di Gesu', Pane della vita".





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