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'La Buona Politica' - Governo e riduzione delle tasse: e la chiamano estate... con le solite mille bolle blu

Matteo renzi. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 1 SETT. - Soliti annunci ferragostani, zeppi di fumanti vibrazioni fantasiose, poi accada quel che accada tanto dopo il caldo torrido arriva il fresco delle mezze verità. Comunque per il momento i dubbi dei contribuenti rimangono. Molto spesso si dice che i cittadini si sentono vittima di un meccanismo “con una mano metti e con l’altra togli”: si annuncia che si cancella una tassa, ma se ne introduce un’altra. Se il Governo non vuole far passare un messaggio di questo tipo, al rientro dopo la pausa estiva dovrà iniziare a lavorare per rendere più credibile il suo progetto di taglio delle tasse.Il governo è a caccia di 10 miliardi per coprire le misure della prossima legge di Stabilità, ed è molto probabile che una parte dei fondi venga dalla sanità. 

Non ci saranno i soliti tagli lineari, confermano sia il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld che il ministro Beatrice Lorenzin, ma una parte dei risparmi derivanti dall’«efficientamento» del sistema, che Lorenzin ha sempre chiesto di reinvestire nel Servizio Sanitario Nazionale, potrebbero invece prendere altre vie. Ed ormai pare certo che sarà proprio la prossima finanziaria a contenere l’abolizione della Tasi, ovvero la tassa sui servizi indivisibili. Ma la cosa non sarà semplice e al momento ci sono ancora molti dubbi che il Governo dovrà risolvere se vuole procedere con il suo programma. Naturalmente il primo nodo da sciogliere riguarda le coperture. Se sembrano ormai tramontare le possibilità di veder concretizzare novità pensioni, sempre più difficili da vedere nella prossima Manovra Finanziaria, secondo le ultime notizie anche i tagli alle tasse annunciati e promesse dallo stesso premier Renzi potrebbero essere a rischio. Crescono, infatti, le probabilità che questi tagli non arrivino per il momento o che siano definiti ma a scapito di altri interventi e questo si comprende dalle ultime dichiarazioni del ministro dell’Economia Padoan secondo cui “non esistono tagli delle tasse senza analoghi sacrifici di spesa. Il taglio delle tasse deve venire da un parallelo taglio della spesa”. E pazienza se questo porterà inevitabilmente a una chiusura nel dialogo a sinistra: il motto pas d’ennemis à gauche non è mai rientrato nel suo vocabolario e certo non ha intenzione di riesumarlo oggi. D’altra parte, il potenziale elettorale di un’area a sinistra del Pd è ancora tutto da verificare e, anzi, le prime rilevazioni degli istituti di sondaggi non sono affatto incoraggianti.

Le opzioni? Maggiori margini derivanti dalla crescita, dalla spending review e, nel caso, anche un ricorso ulteriore al deficit in accordo con l'Ue. Il governo potrebbe ricorrere a più leve, con l'obiettivo ultimo di generare un ciclo più positivo dell'economia e accelerare la crescita che i diversi indicatori indicano come in corso ma ancora a velocità cauta..Nel presente l’Italia utilizzerà tutti gli spazi possibili di flessibilità sui conti all’interno delle regole dell’Unione europea, valutando se chiederla anche per gli investimenti. Mentre, sul fronte interno, il Governo, in vista della Legge di Stabilità, lavora al taglio delle tasse sulla casa e sul capitolo pensioni. Lo ha confermato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un incontro con la stampa estera. Uno spazio che potrebbe ora, secondo alcuni, essere ulteriormente ampliato di un ulteriore 0,5% (la stima attuale è dell'1,8% nel 2016, salendo così oltre il 2%) ma che dovrebbe passare appunto per un accordo con la Commissione Europea. 

Questa nelle linee guida varate nel gennaio scorso che concedevano più flessibilità per incoraggiare le riforme strutturali e gli investimenti aveva comunque fissato paletti e limitazioni abbastanza precisi.





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