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Economia. Olio dalla Tunisia, i Conservatori e Riformisti della Bat lanciano l'offensiva contro l'Ue

Ventola e Fucci, al centro, in conferenza stampa
ANDRIA, 5 OTT. – Altre 35 mila tonnellate di olio d’oliva in arrivo dalla Tunisia, in aggiunta alle 57 mila già consentite. La decisione, com’è noto, è stata assunta dalla Commissione Europea, al fine di sostenere la ripresa del Paese nordafricano dall’attuale periodo di crisi economica. «Una decisione di inaudita gravità, che rischia di mettere definitivamente in ginocchio i nostri produttori», a parere di Benedetto Fucci e Francesco Ventola, rispettivamente deputato alla Camera e consigliere regionale pugliese dei Conservatori e riformisti. Dopo l’interrogazione urgente presentata alla Commissione Europea dall’europarlamentare Raffaele Fitto, fondatore del movimento, l’iniziativa per sostenere le ragioni degli agricoltori pugliesi e, in particolare del territorio della Sesta Provincia, si estende al Consiglio Provinciale di Barletta – Andria – Trani e ai dieci Comuni che ne fanno parte. I consiglieri provinciali e comunali dei Conservatori e Riformisti presenteranno un Ordine del Giorno che sarà sottoposto all’approvazione delle assise a tutti i livelli istituzionali, compresa la Regione Puglia. «La cooperazione internazionale con la Tunisia ed altri Stati – hanno sottolineato Fucci e Ventola in un incontro con i giornalisti – va sicuramente perseguita, ma non certo attraverso il depauperamento della ricchezza economica e produttiva dei territori dell’Ue che presentano una vocazione specifica meritevole di tutela e non di pregiudizio». I due rappresentanti del movimento di Fitto hanno puntualizzato che «il nostro territorio è fortemente caratterizzato dall’ulivo, così come il tessuto produttivo è fortemente condizionato dalle conseguenti ricadute economiche». L’ulivo, tra l’altro, «Ã¨ pianta sottoposta a tutela in quanto elemento peculiare e caratterizzante della storia, della cultura e del paesaggio e, oltre alla funzione produttiva, svolge una funzione ecologica e idrogeologica che impone vincoli e limiti imposti dalla stessa Unione europea». Nell’Ordine del Giorno si fa presente che «i nostri produttori di olio extravergine di oliva da sempre vivono una condizione economico-produttiva mai adeguatamente remunerativa» e si rileva che queste decisioni comunitarie «colpirebbero pesantemente la nostra comunità locale che dalla produzione olivicola trae un importante contributo per l’economia locale» e anche che «nessuno strumento di natura eccezionale è adottato nei momenti di straordinario deprezzamento delle olive e dell’olio nazionale». Il documento, quindi, impegna i diversi livelli istituzionali «ad assumere ogni utile iniziativa perché sia compiutamente tutelato un prodotto dell’eccellenza italiana, che incide significativamente sull’economia degli agricoltori e dell’intero territorio» e per fare in modo che l’Unione Europea receda dal proposito di introdurre sul mercato altro olio d’oliva dalla Tunisia, fermo restando l’impegno per adottare più idonei sostegni di cooperazione, con strategie che non arrechino danno ai produttori degli Stati membri e, in particolare, della Sesta Provincia e dell’intera Puglia». (V. Mas.)





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