Ilva. Processo "Ambiente svenduto", rinvio al 17 gennaio 2017
Il Processo 'Ambiente svenduto' (foto L. Manna) |
di Luciano Manna
TARANTO, 6 DIC. - Le società della famiglia Riva si avviano verso l'uscita dal
processo "Ambiente svenduto" sul disastro ambientale tarantino. Riva
Fire, con la nuova denominazione Partecipazioni industriali spa, ha affidato ai
suoi legali lo studio documentale riguardante il processo e il patteggiamento
da concordare con la Procura di Taranto, mentre per Ilva, in amministrazione
straordinaria, e Riva Forni Elettrici le richieste di patteggiamento sono state
già depositate nell'udienza odierna. Per tutte le decisioni sui patteggiamenti
vengono rimandate alla prossima udienza del 17 gennaio quando in merito si
esprimerà la Corte d'Assise presieduta dal giudice Michele Petrangelo che,
inoltre, deciderà anche sulla sede del processo in corso. "Ambiente
svenduto" resterà a Taranto o si sposterà a Potenza? Diverse infatti sono
state eccezioni sollevate nelle precedenti udienze dai legali della difesa che
chiedono lo spostamento del Processo a Potenza per garantire un tranquillo
lavoro ai magistrati. Le richieste di patteggiamento delle società della
famiglia Riva sono conseguenti ad un accordo con la Procura di Taranto per far
rientrare 1,3 miliardi di euro bloccati in Svizzera a seguito della confisca da
parte della Procura di Milano. Inoltre per le società sono previsti 2 milioni
di euro di sanzione e la confisca di 241
milioni di euro che rappresenterebbero il profitto del reato. Ricordiamo anche
che, per le società dei Riva, non è questa la prima occasione di richiesta di patteggiamento,
infatti, in fase di udienza preliminare nell'estate del 2015, si registrò il
rifiuto da parte della Procura di Taranto all'istanza presentata appunto di
patteggiamento. In quell'occasione il sostituto procuratore Raffaele Graziano
dichiarò quanto segue: "A fronte di
un danno ambientale le cui spese di risanamento si aggirano intorno ad un
miliardo ed ottocento milioni di euro, l’azienda avrebbe proposto la confisca di
nove milioni di euro e non è possibile parcellizzare i costi". Al
termine dell'udienza odierna alcuni rappresentanti delle parti civili hanno protestato
in aula e nei corridoi del Tribunale di Taranto con slogan ed alcuni cartelli
che esprimevano il dissenso nei confronti dell'accordo tra Procura e la
famiglia Riva e del conseguente patteggiamento. Di fatto questa procedura
escluderebbe gli eventuali indennizzi alle parti civili costituite nel
processo.(Redazione di Taranto - Daniele Lo Cascio)
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