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43° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA. L’Opera in Masseria: 'Le donne Vendicate' di Niccolò Piccinni

Una immagine dal Festival. (foto D. Lo Cascio) ndr.

di Daniele Lo Cascio 

MARTINA FRANCA (TA), 20 LUG. – È tornata anche quest’anno la fortunata esperienza dell’Opera in Masseria con Le donne Vendicate di Niccolò Piccinni, operina comica del compositore barese rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma in occasione del carnevale del 1763. L’allestimento vede la revisione critica di Francesco Luisi, per concessione della Società dell’opera buffa, ed è frutto della collaborazione del Festival con il Piccolo Teatro di Milano, l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino e l’accademia del Belcanto Rodolfo Celletti. Si tratta del cd. intermezzo settecentesco caratterizzato dalla semplicità dei registri stilistici e dall’esiguità del numero del personaggi, appartenente al sottogenere comico dell’intermezzo romano, articolata in due parti veniva collocata tra i tre atti di una commedia di parola negli anni 30 del XVIII secolo. Il dramma giocoso dal quale trae origine è quello scritto da Carlo Goldoni nel 1751, basato su otto personaggi e tre atti, successivamente Giuseppe Petrosellini lo ridusse per Piccinni a due atti e quattro personaggi modificando sia la trama sia i nomi dei personaggi. Nella villa di Ferramone sui colli bolognesi sono ospiti della villeggiatura sua nipote Lindora, ragazza raffinata e sensibile, la sua amica Aurelia, donna risoluta e il Conte bellezza, gran narciso e seduttore. L’occasione è propizia per sviluppare equivoci e gelosie che si risolveranno in un gran concertato finale in cui ognuno avrà raggiunto il suo obiettivo. In quest’opera Piccinni riuscì a esprimere tutto il suo genio alternando motivi ritmici e melodie suadenti con sole due coppie di personaggi (Conte Bellezza e Aurelia, Ferramonte e Lindora) venendo riconosciuto come l’iniziatore dei concertati a più voci. La regia di Giorgio Sangati ha ambientato l’azione a inizio ‘900 posticipando ,per renderlo più vicino a noi, lo scontro e l’ambivalenza tra i due sessi. 
Immagine del Festival. (foto D. Lo Cascio) ndr
Gli elementi vi sono tutti: la rivendicazione dei diritti della donna, la figura del dandy quale uomo che inizia a prestare più attenzione a se stesso che agli altri non è che lo specchio di qualla socialità del secolo dei lumi fatta di casanova ed emancipazione femminile. Brava tutta la compagnia di canto composta da tre giovani artisti dell'Accademia “Celletti”: Chiara Iaia, Carlo Sgura, Barbara Massaro e il ventenne Manuel Amati, originario di Martina Franca e attualmente in forza all'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino che nel ruolo del Conte Bellezza che ha efficacemente sposato vocalità a presenza scenica. A dirigere con tratto attento e puntuale i solisti dell’Orchestra ICO della Magna Grecia il giovanissimo Fernando Sulla. Prossime repliche il 24 e il 28 luglio presso la Masseria Palesi.



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