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Estero. Per la prima volta negli Usa i giovani votano di più degli anziani. E hanno idee precise

Giovani americani al voto. (foto Agi) ndr.
Si dicono radicali, repubblicani e democratici. Non moderati. E quelli a sinistra spingeranno il partito ancora più a sinistra

di Redazione

WASHINGON (USA), 7 AGO. (AGI) - Ne sarà contento Bernie Sanders, che tra i giovani ha sfondato alle ultime primarie democratiche. Negli Stati Uniti Millennial e Generazione X mettono all'angolo gli anziani, almeno nel segreto dell'urna e nella partecipazione alle elezioni. E' successo per la prima volta nel 2016. L'annuncio è dell'istituto statistico Pew Research Center. Sono quasi settanta i milioni di giovani che hanno votato lo scorso anno. Per la precisione 69,6 milioni di ragazzi che nel 2016 avevano tra i 18 e i 35 anni (i Millennial) e tra i 36 e i 51 (la Generazione X). 

Pochi moderati, molti radicali, il 55% democratico 

Un vero testa a testa con Baby boomer ed anziani che si sono invece fermati a 67,9. Il dato non sorprende del tutto gli osservatori, innanzitutto per ragioni biologiche: i ragazzi raggiungono l'età del voto, mentre le fila degli anziani si assottigliano. Tuttavia, come sottolinea Danielle Kurtzleben, esperta di politica per la radio pubblica Npr, questi numeri spingono sicuramente sia il partito repubblicano come pure quello democratico a ricalibrare messaggi politici e modalità di comunicazione. Intanto il campanello d'allarme squilla in casa repubblicana. Secondo un sondaggio dello scorso anno, infatti, il 55% dei ragazzi si dichiara democratico. La percentuale è inversamente proporzionale all'età. Quel che emerge è la netta posizione dei ragazzi che hanno idee politiche definite, orientate in maniera chiara ed incontrovertibile. Molto più di genitori e fratelli maggiori. Secondo uno studio dell'Università di San Diego, tra gli studenti all'ultimo anno delle superiori e al primo di college, coloro che si definiscono "moderati" sono una minoranza sparuta. La maggioranza si considera radicale, molto liberale o molto conservatrice. 

Il partito democratico dovrà virare a sinistra? 

La profezia dell'analista politico Sean McElwee del centro studi Demos tratteggia un futuro non molto lontano in cui il partito democratico sarà costretto a virare decisamente a sinistra. La ragione di questo slittamento e' nel fatto che già ora tra i giovani che partecipano al processo delle primarie, sia coloro che votano che coloro che finanziano con piccole somme di denaro, sono molto piu' liberal e radicali degli adulti. La mente, ovviamente, corre alle scorse primarie democratiche, dove i ragazzi in massa sostennero con grande passione e trasporto il socialista Bernie Sanders. Un candidato anziano, poco "cool", radicale, eppure amatissimo dai giovani. Il senatore del Vermont stregò i ragazzi che supportarono la sua candidatura fino alla fine. Ma un altro fattore determinante, a cui i politici di vecchio stampo dovrebbero prestare attenzione, e' anche la composizione razziale dell'elettorato. Come sottolinea Npr riportando uno studio dell'istituto Brookings, tra Millennial e Generazione X c'e' molta diversità: piu' l'età scende, meno marcatamente bianco è il gruppo con una spiccata presenza soprattutto di ispanici. Da questi studi affiora anche un altro dato fondamentale: i ragazzi sono meno religiosi dei grandi. La conseguenza diretta, per i partiti, sarà quella di valutare con molta cautela la scelta di candidati con un forte accento sulla loro fede. Basti pensare ad alcuni passati aspiranti presidenti come l'ultra conservatore Ted Cruz, l'avventista del settimo giorno militante Ben Carson, ma anche il pastore Mike Huckabee. A confortare i moderati c'è l'idea di fondo che con l'età le posizioni radicali tendano a mitigarsi. Eppure non è così automatico e scontato. 

Trump ai giovani non piace troppo 

La parabola, insomma, non è del tutto prevedibile. C'è poi una questione legata ai percorsi sociali collettivi. Secondo uno studio pubblicato nel 2014 dalla Columbia University, gli eventi storici che hanno luogo negli anni della formazione politica, influenzeranno le scelte elettorali nel tempo. In altre parole l'ascesa di un presidente poco amato come Donald Trump potrebbe avere conseguenze molto più duratore di quelle legate ad uno o due mandati. Quelli che oggi sono "i giovani", potrebbero continuare ad allontanarsi progressivamente dal partito repubblicano proprio perché scioccati dall'esperienza Trump, che notoriamente non gode di grosse simpatie tra i ragazzi di entrambi gli schieramenti. La vera sfida, però, sarà quella contro l'astensione. Nel 2016, infatti, ha votato solo metà dei Millennial, mentre le generazioni più avanti con gli anni hanno raggiungo i due terzi. Ma anche su questo il tempo potrebbe avere l'ultima parola.



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