Taranto. Ilva, Rizzo (USB): "Fui punito dal sistema fiduciari. I dirigenti loro pedine"
Ilva, processo "Ambiente svenduto" (foto L.Manna) ndr. |
di Luciano Manna
Il gip Todisco: "Impartivano ordini e direttive"
TARANTO, 30 MAR. – Il 6 settembre 2013 la Guardia di Finanza, nell'ambito degli
sviluppi successivi al sequestro degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto
nel luglio 2012, arresta cinque "fiduciari" della famiglia Riva che
non risultavano nell'organico ufficiale della fabbrica.
“Impartivano ordini e
direttive - scriveva nell'ordinanza del gip di Taranto, Patrizia Todisco - in
perfetta unità di intenti con la proprietà (…) forti della consapevolezza
dell’irresponsabilità della loro condotta, svolgentesi al di fuori delle
deleghe di funzioni comportanti precise responsabilità di legge. È stato
ampiamente dimostrato - si legge ancora - che i cosiddetti fiduciari da sempre
hanno gestito l'Ilva di Taranto in stretta collaborazione con la proprietÃ
dando piena attuazione alla logica aziendalistica della stessa anche in modo
criminoso sotto il profilo ambientale, senza tenere in alcuna considerazione
quello che è uno dei beni più preziosi, la salute umana".
Mercoledì 28 marzo durante l'udienza del processo "Ambiente
svenduto" viene ascoltato come testimone Francesco Rizzo, coordinatore
provinciale dell'USB Taranto. "Durante
l'udienza mi è stato chiesto il funzionamento di quel sistema ed ho detto al
giudiceche che anche io - ci racconta Rizzo - sono stato uno dei puniti del
sistema "fiduciari" strutturato all'interno della fabbrica. Quando
litigai con uno di questi fiduciari fui chiamato subito dal direttore di
stabilimento. Quell'organizzazione consisteva in una struttura di controllo
capillare che aveva, per mezzo appunto dei fiduciari, un potere superiore al
direttore dello stabilimento e di conseguenza i veri dirigenti erano semplici
pedine che eseguivano i loro ordini impartiti. Ho raccontato anche la mia
storia sindacale all'interno dello stabilimento, delle denunce fatte e di ciò
che ho pagato a causa di quelle denunce. Fummo puniti ed arrivai quasi al punto
di licenziarmi quando l'operaio Massimo Battista mi incitò a continuare la
lotta dandomi quindi la forza per proseguire. Anche per quello sprono oggi mi
ritrovo a testimoniare in questo processo penale ed a proseguire la mia
battaglia per la tutela degli operai e di tutti i cittadini di Taranto".
lagazzettameridonale.it © All Rights Reserved (Tutti i diritti di questo articolo sono Riservati)
Nessun commento