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Teatro. Al Duse con ACQUA DI LIMONE, a nudo l'universo femminile

Una immagine dello spettacolo co nCaterina Firinu e Marilù Quercia . (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 23 APR. - Grande successo al Teatro Duse per la COMPAGNIA TEATRALE “TIBERIO FIORILLI” con ACQUA DI LIMONE un atto unico liberamente ispirato a DOCE CUENTOS PEREGRINOS di GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ. Sul palcoscenico una coppia dello spettacolo ormai consolidata anche da attestazioni di merito da parte del pubblico: Caterina Firinu e Marilù Quercia, il cui merito va non solo alla splendida interpretazione ma anche per traduzione e drammaturgia. Il testo di straordinaria attualità, porta sulla scena il dramma del vivere e la capacità di parare i colpi quando la vita te li infligge. Infatti come le nostre protagoniste recitano:" quando piove l’ombrello non serve per “ripararsi” ma per “parare” i colpi di fulmine e se arriva un tornado quello è il momento di giocare ai “desideri” e rincorrersi con il vento". ACQUA DI LIMONE non è altro che un dialogo tra: Penelope ed Elena, due donne incredibilmente imperfette che condividono le proprie vicissitudini, i propri dubbi e le proprie paure. Come una matrioska che pian piano vien fuori in tutte le sue parti e porta alla luce alla stessa maniera storie una dentro l’altra, in cui ci si può confondere, ridere, sorridere e cercare un'alternativa o addirittura fuggire, la performance asseconda la fragilità del vivere e la sua consapevolizza, dove tutti inneggiano invece a crearsi un'impalcatura per essere forti a tutti i costi. Qui abbiamo un inno “all’arte di essere fragili” in una situazione di piena coscienza. Quasi una versione Pirandelliana alla "uno nessuno e centomila" dell'universo femminile, dove in una sola donna possono essere contenute mille alternative.



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