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Politica. Quali saranno le conseguenze della tensione tra Francia, Spagna e Italia sui migranti?

Macron, Salvini, Sanchez. (foto Agi) ndr.

di Fabio Greco

ROMA, 13 GIU. (AGI) - Parigi e Madrid accusano Roma di essere irresponsabile. Di Maio replica difendendo Salvini. Mentre in Europa qualcosa si smuove I migranti dell'Aquarius fanno rotta verso la Spagna, ma tra i Paesi europei volano gli stracci: l'Italia entra nel mirino degli insulti di Emmanuel Macron, che la definisce "cinica e irresponsabile", mentre per il ministro della Giustizia spagnolo, Dolores Delgado, Roma corre rischi di "responsabilità penali internazionali" per aver chiuso i porti alla nave dell'ong Sos Mediterranee. Il governo italiano, però, trova una sponda a Berlino e a Bruxelles. La polemica sfiora l'incidente diplomatico tra Roma e Parigi negli stessi minuti del trasferimento di almeno 550 migranti dell'Aquarius su imbarcazioni italiane, la Dattilo della Guardia costiera e una nave della Marina Militare, "allo scopo - spiega la Guardia Costiera - di consentire il trasferimento delle tre unità verso le coste spagnole, nelle condizioni di massima sicurezza possibile per le persone presenti a bordo". I primi 90 migranti si trovano adesso sulla dattilo. Il tempo di navigazione stimato è di quattro giorni, con meteo in peggioramento. Stamattina la nave Aquarius era stata rifornita di viveri e generi di prima necessità. Dopo che i 629 migranti saranno sbarcati a Valencia, l'Aquarius fa sapere che tornerà a salvare vite umane al largo della Libia e, al tempo stesso, che c'è bisogno che l'Europa "trovi soluzioni accettabili" nella gestione della crisi migranti. Con la Spagna - ha affermato Sophie Beau, direttrice generale di Sos Mediterranee - è stata trovata una 'soluzione ad hoc', ma i "salvataggi continueranno e bisogna assolutamente che gli Stati europei discutano tra di loro per trovare delle soluzioni accettabili". L'Ong, ha ricordato Beau, agisce in nome del "diritto marittimo internazionale" e del dovere "di assistenza verso le persone in difficoltà". Sono, quelle della ong, le uniche dichiarazioni moderate tra quelle pronunciate dai protagonisti della vicenda. 

Il fronte spagnolo 

Madrid, che in un recentissimo passato (ma con un altro governo) non si era fatta in passato scrupolo di far sparare dalla Guardia Civil sui migranti nelle enclave di Ceuta e Melilla, impartisce lezioni a Roma: ""è una questione di umanità, è una questione di generosità, ma anche e fondamentalmente, si tratta di rispettare le convenzioni e i trattati internazionali di cui tutti gli Stati fanno parte", ha sottolineato Delgado in un'intervista a Cadena Ser, aggiungendo che "la violazione di queste convenzioni e trattati internazionali potrebbe determinare responsabilità internazionali". Il diritto umanitario è "essenziale" e che esistono "meccanismi" per perseguirne il mancato rispetto. Il governo di Pedro Sanchez sembra, oggi, voler imbracciare la bandiera dell'accoglienza e farne uno strumento di campagna politica in Europa, e in un colpo solo riagganciare la Catalogna a un ruolo cruciale per tutta la penisola iberica: il vicepremier del governo spagnolo, Carmen Calvo, andrà a Valencia per coordinare con il presidente della Generalitat, Ximo Puig, l'arrivo dell'Aquarius; l'obiettivo è definire i dettagli in diversi ambiti prima dell'arrivo della barca, prevedibilmente il prossimo sabato. Il ministero dell'Interno è stato incaricato di studiare la situazione di ciascuno delle persone a bordo in quanto potrebbero avere lo status diverso e capire quale tipo di protezione possa essere dato (concedere loro lo status di rifugiato o l'asilo). Il governo ritiene che la Spagna doveva rispondere a una crisi umanitaria di tale entità e, pertanto, secondo le fonti, lo stesso capo lo stesso esecutivo, domenica ha dato istruzioni a Calvo sulla necessità di agire e di rispettare gli impegni internazionali. 

Le offese francesi 

È da Oltralpe, però, che arriva l'offesa per Roma, destinata ad avere conseguenze sul piano diplomatico. In un primo momento la Corsica fornisce la disponibilità ad accogliere la nave dei disperati, ma la proposta viene bocciata dal segretario di Stato agli Esteri francese, Jean-Baptiste Lemoyne: "Cosa dice il codice internazionale? Dobbiamo andare al porto più sicuro e più vicino, e possiamo vedere che la Corsica non è il porto più sicuro e più vicino. è tra l'Italia e Malta". Poi è la volta di Gabriel Attal, portavoce de 'La Republique En Marchè (Lrem), il partito del presidente francese Emmanuel Macron: "Considero la linea del governo italiano vomitevole. È inammissibile giocare alla politica con delle vite umane, lo trovo immondo, dice. Infine, è il presidente francese, dimentico dei poliziotti inviati lo scorso marzo a Ventimiglia per tirar fuori dai treni perfino le donne migranti incinte e ricacciarle indietro, a pronunciare un verdetto di bocciatura per Roma: Macron, ha affermato il suo portavoce Benjamin Griveaux, "ha voluto ricordare il diritto marittimo" che dice che, "in caso di problemi, è la costa più vicina, che si assume la responsabilità dell'accoglienza". "Se una barca si avvicina alla Francia come riva più vicina, potrebbe attraccare" in Francia perché "è nel rispetto del diritto internazionale", ha aggiunto il presidente, lodando - ha continuato Griveaux - il coraggio della Spagna che ha deciso di accogliere la nave. 

Berlino tace 

Berlino non si associa a Parigi nella condanna dell'Italia, che anzi sembra trovare, questa volta, una sintonia con il governo tedesco. C'è stata, spiega il Viminale, una "lunga e cordiale telefonata tra il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e il ministro dell'Interno, tedesco Horst Seehofer, in cui si è registrata una piena sintonia in tema di politiche di sicurezza e immigrazione", e in particolare "in merito alla presentazione di una proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne anche al fine di non perdere ulteriore tempo". Il ministro Salvini - si legge ancora nella nota - "ha accolto con piacere l'invito del ministro tedesco ad un prossimo incontro a Berlino". Nel governo di Angela Merkel il bavarese Seehofer, reduce da una lite con il cancelliere avvenuta ieri proprio sul tema, rappresenta l'ala dura nell'approccio dell'immigrazione. Salvini va d'accordo con Seehofer, meno con Merkel che punta su una risposta europea. L'Ue, però, continua ad assistere inerte all'emergenza, reduce dal fallimento della riforma dell'accordo di Dublino: serve un accordo "solido", ha spiegato il vice-presidente della Commissione europea, Frans Timmermans. "Questa vicenda ci ha mostrato che la migrazione riguarda gli esseri umani - ha detto il commissario Ue per l'immigrazione, Dimitris Avramopoulos - i cittadini europei sono molto preoccupati per questi problemi. Nessuno crede che questa sia una responsabilità italiana o maltese o spagnola, ma è una questione europea che richiede una risposta europea. Serve una risposta europea strutturale", ha aggiunto. L'Europarlamento se ne occuperà in vista del sul prossimo Vertice europeo del 28 e 29 giugno. Tocca proprio al presidente dell'assemblea, Antonio Tajani , lanciare un "un grido di allarme perché qui è a rischio l'intero impianto dell'Unione Europea. è a rischio l'Europa, perchè il problema dell'immigrazione rischia di far esplodere una serie di contraddizioni che faranno un danno enorme a tutti i Paesi dell'Ue". Roma, per il momento, non risponde a Parigi attraverso canali ufficiali, pur se fonti della Farnesina fanno sapere che è in corso di valutazione una reazione. "Proprio loro parlano", si è limitato a dire della Francia il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, mentre per Mara Bizzotto, capo delegazione dell Lega al parlamento europeo, "vomitevole" è "la posizione della Francia di Macron, non quella del ministro Salvini". Intanto, il Viminale snocciola i numeri dei migranti sbarcati in Italia dal 1 gennaio 2018 fino a oggi: è nettamente in calo rispetto ai dati riferiti allo stesso periodo degli anni 2016 (-72,64%) e 2017 (-77,45%): ne sono arrivati 14.441 contri i 64.033 dello scorso anno e i 52.775 del 2016. Il numero dei migranti provenienti dalla Libia (9.832 nel 2018) è in calo dell'84% rispetto al 2017 e dell'81,37% rispetto a due anni fa: è l'effetto delle politiche messe in atto da Marco Minniti, quando i porti non erano chiusi alle navi delle ong.



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