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Calcio. Il Palermo domina un inconsistente Foggia

Zdeneck Zeman allenatore del Foggia (foto web)  ndr

di Mario Schena

Foggia 10 ott. - Palermo-Foggia ha sempre il profumo della gara di altre categorie, se poi in panchina ai rossoneri c’è Zdeneck Zeman il valore sale. E’ stata una partita tutta in salita per il Foggia, iniziata male e finita peggio con un secco tre a zero per i rosanero che non hanno concesso quasi nulla al Foggia apparso davvero poco in partita. Palermo orfano degli infortunati Accardi, Almici, Silipo e Valente, oltre a Buttaro per squalifica. Nel Foggia fuori Nicoletti per infortunio, sono tornati a disposizione Di Pasquale e Maselli. Zeman ha schierato Alastra tra i pali, in difesa Garattoni e Martino laterali, Sciacca e Markic centrali, Petermann, Gallo e Rocca a centrocampo, Merola, Ferrante e Curcio a comporre il tridente offensivo. Ha diretto Marco Monaldi di Macerata coadiuvato da Luca Dicosta di Novara e Francesco Ciancaglini di Vasto. Quarto arbitro Enrico Gemelli di Messina.

Primo Tempo – Il primo tempo lo si può sintetizzare in poche parole; il Foggia tiene palla, ma il Palermo fa gol. E accade subito che Floriano dopo soli quattro minuti se ne va a rete, complice un errore di Sciacca che perde palla a centrocampo e di una difesa completamente sguarnita che gli consente di andarsene a rete e una volta entrato in area di battere Alastra con un diagonale rasoterra. Un minuto dopo prova a reagire il Foggia ma il tiro di Curcio viene deviato da un difensore. All’ottavo Brunori fa le prove del raddoppio rosanero con un diagonale forte che però Alastra riesce a fermare a terra in tuffo. Il Foggia è molle in attacco e non punge, al decimo il colpo di testa di Curcio ha più le sembianze di un retropassaggio al portiere del Palermo. All’undicesimo Palermo ancora insidioso, ma Alastra blocca in due tempi. Dopo due minuti Curcio cerca il gol della domenica, ma il suo tentativo da fuori area è sul fondo. Al diciassettesimo il Foggia va in gol che viene però annullato perché il tocco di petto per Sciacca avviene con il difensore rossonero in fuori gioco. Cerca il pareggio il Foggia, ma si espone al contropiede del Palermo che al ventesimo ringrazia per un pallone perso a centrocampo da Rocca che consente a De Rose di lanciare a rete Brunori che non perdona e sigla il raddoppio per i siciliani. La reazione del Foggia si concretizza con un tiro al ventitreesimo di Curcio, forte che Pelagotti blocca in due tempi. Quattro minuti dopo la mezzora il cross di Garattoni viene appoggiato di testa da Curcio per Ferrante che si fa parare il tiro dall’estremo difensore rosanero. Un minuto di recupero e Tutti negli spogliatoi per l’intervallo.

Secondo Tempo – nella ripresa il copione è chiaro, Foggia in cerca del gol e Palermo più chiuso e determinato a gestire il vantaggio. All’ottavo Brunori brucia sulla velocità Markic, oggi in chiara sofferenza sulla velocità degli attaccanti rosanero e, visto Alastra fuori dai pali cerca un pallonetto che strappa gli applausi del pubblico, ma termina sulla parte alte della porta del Foggia. Al dodicesimo ci prova Petermann, ma Pelagotti blocca. Dopo tre minuti Garattoni mette dalla destra un pallone che Ferrante mette sul fondo con un tentativo di deviazione piuttosto blando. Al ventitreesimo Ferrante di testa su cross di Curcio mette fuori da ottima posizione. Dopo un minuto ancora un’occasione per il Palermo con un tiro di Fella respinto da Alastra con il pallone che rimane vicino al portiere rossonero che riesce con il piede destro a fermare il tentativo di tap-in di Brunori. A cinque dal novantesimo il Palermo chiude la partita siglando con Soleri il gol del tre a zero su calcio di rigore per un fallo di Girasole sullo stesso Soleri. Quattro i minuti di recupero durante il primo dei quali Ballarini manda alle stelle un buon pallone servitogli in area da Merkaj. Finisce qui Palermo-Foggia con la meritata vittoria dei padroni di casa contro un Foggia che dovrà porre rimedio alle troppe disattenzioni in fase difensiva ed una ingiustificata lentezza nello sviluppo della manovra offensiva. Per Zeman c’è tanto lavoro da fare.

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