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Lecce. I carabinieri eseguono 47 misure di custodia cautelare [VIDEO]

47 misure di custodia cautelare a Lecce. (foto cc.) ndr.

di Redazione

LECCE, 5 SETT. (Comunicato St.) - Questa mattina, al termine di una complessa attività di indagine, i militari del Comando Provinciale di Lecce, con la collaborazione di quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano e della Compagnia di Tolmezzo (UD), hanno dato esecuzione a complessivi 47 provvedimenti cautelari, emessi dal GIP presso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica - D.D.A., di cui: 20 in carcere e 17 arresti domiciliari, indagati, a vario titolo, per i reati di “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione abusiva di armi”, “ricettazione”, “rapina”, “furto aggravato”, “porto abusivo di armi”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, ”abuso d’ufficio”, “usura”, “favoreggiamento personale”, “falsità ideologica commessa da P.U.”, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”, “truffa”, “minaccia aggravata” e “lesioni personali” con l’aggravante delle modalità mafiose di cui all’art. 7 L. 203/91. 
Le operazioni hanno avuto inizio nella notte, con il supporto del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese, di due unità cinofile del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno, del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano e della Compagnia di Tolmezzo (UD) per un totale di 185 unità e 47 autovetture. L’indagine, nell’ambito della quale risultano indagati complessivamente 59 soggetti, denominata “Contatto” per le molteplici infiltrazioni a vari livelli, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “COLUCCIA” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino. 
La cellula dell’associazione per delinquere di tipo mafioso documentata e ricostruita attraverso le indagini è risultata essere strutturata secondo uno schema verticistico e composta da 31 soggetti riconducibili alla citata consorteria delinquenziale, con a capo COLUCCIA Michele, facente parte della “Sacra Corona Unita”. L’attività prevalente del sodalizio è quella del traffico di sostanze stupefacenti, nonché delle dei furti, della estorsioni, anche con il c.d. “cavallo di ritorno”, e della detenzione di armi. I proventi di tali attività venivano, in parte, utilizzati anche per il sostentamento dei sodali detenuti; per influenzare e talvolta corrompere pubblici amministratori che assicuravano, anche in cambio della “protezione” e del sostegno dell’organizzazione, agevolazioni economiche per gli affiliati in danno degli effettivi aventi diritto.



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