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FEDERER NELLA LEGGENDA DEL TENNIS, SETTE VOLTE RE DI WIMBLEDON

Eguagliato il record di Sampras, ma il palmares dello svizzero ha una finale in più 

di Redazione

MILANO - Roger Federer entra nella leggenda del tennis. Lo svizzero, 31 anni tra un mese, ha batttuto ieri Andy Murray nella finale di Wimbledon col punteggio di 4-6, 7-5, 6-3, 6-4, vincendo per la settima volta in carriera lo Slam londinese su otto finali disputate (l'unica sconfitta nel 2008 contro Nadal). Eguagliato il record di Pete Sampras, che a differenza di Re Roger, aveva trionfato in tutte e sette le finali disputate. Da lunedì Federer, che ha conquistato il titolo numero 17 nei tornei del Grande Slam su 23 finali giocate, tornerà il numero uno al mondo strappando lo scettro a Novak Djokovic, battuto in semifinale a Londra: non occupava il primo posto del ranking Atp da due anni, ovvero da quando era stato detronizzato da Rafael Nadal il 6 giugno 2010. Federer eguaglierà così un altro primato, quello delle settimane di permanenza in vetta alla classifica Atp: finora è a quota 285, Sampras è a 286. Per Federer questo trionfo ha avuto un sapore particolare, considerato che non vinceva un torneo del Grande Slam dall'Australian Open 2010 e non si imponeva a Wimbledon dal 2009. E tra qualche settimana avrà la possibilità di arricchire ulteriormente la sua già stratosferica bacheca, sempre sull'erba londinese: confermare l'oro olimpico vinto quattro anni fa ai Giochi di Pechino. La finale contro Murray è stata all'insegna dell'equilibrio nel primo set, giocato molto bene da Andy Murray. Perso 4-6 il set, Federer inizia a incantare il pubblico londinese con un tennis sublime e la seconda partita viene archiviata sul 7-5. All'inizio del terzo set inizia a piovere su Wimbledon e la partita viene sospesa. La pausa ha fatto bene a Federer, che è rientrato in campo e ha alzato il ritmo. Il game decisivo è stato il settimo: Murray ha salvato cinque palle break ma nulla ha potuto sulla sesta. Lo svizzero si è portato sul 4-2 e per lo scozzese è stato impossibile rientrare. Il terzo set è finito 6-3 per lo svizzero e al quarto la musica non è cambiata: Murray ha subito il break al quinto game, Federer ha tenuto il servizio successivo e si porta sul 4-2. La strada verso il trionfo era spianata: e quando un diritto di Murray è finito largo, Re Roger ha potuto sdraiarsi sull'erba e godersi il trionfo. Per lo scozzese, primo britannico a raggiungere la finale di Wimbledon dal 1938, l'amarezza è stata tanta: per lui è la quarta sconfitta in altrettante finali dello Slam. Ma contro questo Federer non c'era nulla da fare. Ha vinto il più forte, forse il più forte di sempre.




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