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NEONATO MORTO A ROMA, CONTINUANO LE INDAGINI

di Carmen Sergio 
ROMA – Nuova autopsia per Marcus De Vega, filippino di pochi giorni, morto il 29 giugno scorso presso ospedale San Giovanni Addolorata di Roma,  a causa di somministrazione di latte per endovena al posto di una flebo di soluzione fisiologica. Sono in tutto venti gli indagati, sette medici e tredici infermieri, presenti nel reparto di Neonatologia quello stesso giorno. La decisione di aumentare con nuove iscrizioni l’elenco degli indagati è del procuratore aggiunto Leonardo Frisani il quale ha disposto che venga fatta anche una seconda autopsia sul bambino. L’esame verrà eseguito giovedì mattina all’obitorio dell’Università di Tor Vergata. La procura di Roma vuole, inoltre, approfondire i motivi per i quali la diffusione del decesso all’autorità giudiziaria è stata fatta solo il 3 luglio. Il sospetto degli inquirenti è che all’interno dell’ospedale si volesse nascondere l’accaduto. Qualcuno ha affermato che la mancata diffusione della notizia sia derivata dal fatto che non era stata ancora informata la responsabile del reparto, Caterina De Carolis, poiché all’estero. Nei prossimi giorni, quindi, la procura di Roma potrebbe decidere di approfondire meglio il problema dei tempi con cui è stata avviata la denuncia. Secondo quanto raccontato dai magistrati i due genitori non erano stati messi al corrente dell’errore nella somministrazione del latte, che doveva essere somministrato con un sondino nello stomaco ed è stato invece iniettato per endovena. Inoltre, il personale sanitario avrebbe cercato per oltre un giorno e mezzo di rimediare all’errore mettendo in atto una terapia per salvare il piccolo. Sempre ieri, i genitori di Marcus hanno presentato un’istanza alla Procura per riottenere la salma. Intanto il Codacons ha deciso di offrire assistenza gratuita ai genitori del bimbo e annuncia la costituzione dell’associazione come parte offesa nel futuro procedimento. «Una vicenda gravissima e tristissima» afferma la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, a cui la commissione parlamentare sugli Errori sanitari ha chiesto una relazione. La direttrice ha chiesto che sia fatto «tutto ciò che è necessario per rimuovere tutti i coinvolti». Ma ancora non risultano attuati provvedimenti.




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