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Spending Review. Uil, Cgil e Cisl “reagiranno” se confermate le misure

di Redazione
ROMA - Se fossero confermate le indiscrezioni sulle misure sul pubblico impiego, i sindacati "reagiranno". E’ quanto dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, alla vigilia dell'incontro del governo con le parti sociali sul tema della spending review e in particolare dei tagli del personale statale. "Non possiamo accettare - avverte Angeletti - una soluzione sulla parola d'ordine per cui bisogna ridurre la spesa pubblica, che sicuramente è una parola d'ordine popolare e per certi versi condivisibile, in cui gli unici a pagare sarebbero i più deboli, mentre la quantità di denaro che viene sprecata o viene spesa in maniera non efficiente nella pubblica amministrazione é enorme e non dipende di certo dagli impiegati: la pubblica amministrazione non è mica una cooperativa". Dunque su questo tema è possibile lo sciopero generale unitario Cgil, Cisl e Uil? "Temo che il proseguimento di questa politica economica del governo ci costringerà a fare uno sciopero che a quel punto sarà uno sciopero politico, non solo per protestare ma per dire in maniera netta 'basta', ovvero che bisogna cambiare la politica economica di questo governo", ha risposto Angeletti. Per la leader della Cgil Susanna Camusso, una "cosa diversa è incidere su un miliardo e mezzo di consulenze e società costituite dalle amministrazioni spesso per garantire solo posti di potere ad alcuni". Gli statali "hanno già compiuto sacrifici con il blocco per tre anni dei contratti" e "con strette ulteriori la crisi si avviterà su sé stessa". Alla vigilia dell'incontro con il governo per parlare di spending review, Camusso fa sapere che "di tagli lineari non se ne parla". Anche perché "pensare a un'operazione sugli organici della Pa significherebbe immaginare una riduzione dei servizi, senza dimenticare che soprattutto nel Mezzogiorno il pubblico funge anche da ammortizzatore sociale". Il sindacato é comunque pronto ad "affrontare il problema delle consulenze e di una centrale per l'acquisto dei beni. Si guardi poi al patrimonio pubblico e si tenti di valorizzarlo, siamo pronti inoltre a discutere di come viene formata la pubblica amministrazione anche nel Mezzogiorno" oltre ad avere messo sul tavolo la proposta di pagare "parzialmente gli stipendi alti di alcuni in Bot per finanziare il debito pubblico". Ma niente da fare nemmeno sulle pensioni dei dirigenti: "No a cambi in corsa sulle regole previdenziali - dice Camusso - perché se sono sbagliate vanno cambiate per tutti". Quanto alle parole dell'ad Fiat Sergio Marchionne dopo la sentenza su Pomigliano, per Camusso si tratta di "dichiarazioni che compromettono la dignità nazionale" perché "le leggi del nostro Paese non possono essere definite folclore. E' giunto il momento - conclude il leader Cgil - di chiedersi perché la Fiat non vende auto rispetto ai concorrenti tedeschi e francesi". "Se si faranno tagli tanto per farli, si faranno solo più guai. A quel punto, faremo iniziative in tutta Italia. Vedremo cosa faranno e poi ci regoleremo di conseguenza. Faremo quello che serve, se occorrerà uno sciopero generale lo faremo, ma ci sono mille modi per protestare", dice il leader Cisl, Raffaele Bonanni. Rispondendo su spending review e pubblico impiego, sollecitato durante il suo intervento a Tgcom24, Bonanni ha evidenziato che "come è successo in passato si dà la sensazione che si fanno interventi per poi procurare più danni di quelli di prima". E aggiunge: "Quello che serve è un vero e proprio piano industriale per il pubblico impiego". Intanto per Bonanni si deve "decidere cosa dovranno essere le Regioni, che per come sono non possono restare, devono essere più sobrie e talora anche accorpate". Quanto alle Province, sottolinea: "Non possono più esistere" e "i Comuni devono accorparsi". Quindi secondo il segretario generale della Cisl "bisogna provocare un riassetto molto forte della realtà amministrativa e istituzionale. E' solo - continua - in questo quadro che si riassetta il pubblico impiego". A riguardo Bonanni afferma: "Se si fanno tagli con criterio va bene e noi lo sosterremo". Al Governo, fa sapere, "chiederemo un piano chiaro frutto di una ristrutturazione pensata e discussa con parti sociali e Parlamento, non vogliamo una cosa che rischia di essere come quella degli esodati. Quello che è stato fatto con gli esodati rappresenta ciò che non deve essere fatto”.




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