A Foggia profanata la chiesa del parco Iconavetere
di Nico Baratta
FOGGIA - Ebbene si e purtroppo, mentre Foggia si prepara a celebrare il sacro rito che festeggia nuovamente l’Iconavetere, ovvero la nostra Madonna dei 7 Veli protettrice di Foggia, la piccola chiesa situata all’interno del Parco dell’Iconavetere in via P. Ciano, è stata profanata. Ignoti durante la notte si sono introdotti nel parco e dopo aver rimosso una parte del recinto in ferro che circoscrive il parco, hanno forzato la porta della sagrestia dietro l’altare. L’altare, situato all’esterno, non è stato oggetto di atti vandalici ma, pur non avendo nulla da derubare, gli ignoti hanno recato danni di centinaia di euro a ciò che era all’interno della sagrestia. Grazie all’avviso di “Voce di Foggia” questa mattina una pattuglia della Polizia Municipale di Foggia, intorno alle ore 12.30, si è recata sul luogo profanato e dopo aver accertato l’atto sacrilego e l’entità dei danni, ha provveduto ad avvisare chi ha in gestione la sacra area. Tuttavia, a nulla son valse le numerose telefonate degli agenti per far intervenire i gestori del parco, telefonando finanche alla Curia Arcivescovile senza ottenere risposte. Da fonti certe, l’area del Parco Iconavetere pare che sia in gestione alla parrocchia di S. Anna, curata dall’ Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini. Dopo aver contattato la parrocchia e non avendo avuto alcuna risposta certa, gli agenti della Polizia Municipale hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area. Ora si attende che la Curia, nelle sue piene funzioni istituzionali, intervenga per riportare decoro e soprattutto sacralità al luogo, compiutamente al Comune di Foggia per ripristinare legalità e sicurezza. Tanto per ricordare di cosa stiamo parlando e del suo valore storico-culturale-religioso: l’area in oggetto è un luogo sacro sorto tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, quando alcuni Frati Cappuccini giunsero per la prima volta a Foggia, e precisamente nell’anno 1579. Poi, grazie al facoltoso intervento di alcuni nobili locali (uno fra tanti Cola Zuccaro), fu eretto un convento appena fuori della città , avente come margini il Tratturo Regio Foggia-San Severo, l’attuale Parco dell’Iconavetere. Tuttora dal parco c’è una strada che dalla Porta Arpana conduce al Convento, oggi in Via Cappuccini, e che era uno dei luoghi visitati dai pastori abruzzesi che scendevano a Foggia per la transumanza. Ma il parco non ha smesso mai di far parlar di se. Difatti, dopo la costruzione dell’attuale chiesa, utilizzata per brevissimo tempo, il parco è stato “regalato” all’incuria urbana. Le istituzioni locali consce del problema non sono mai intervenute per il suo ripristino, legittimando abusivamente il suo scempio. Piuttosto che intervenire a Foggia pare che si sia innescata una diatriba tra comune e diocesi che, purtroppo, continua a regalare all’inciviltà un nostro pezzo di storia e cultura. I residenti uniti in gruppi spontanei e con l’ausilio di alcune associazioni hanno sempre fatto richiesta dl ripristino del Parco dell’Iconavetere senza mai aver risposte certe e risolutive. Verrebbe spontaneo dire che piuttosto di erigere una chiesa con un parco abbandonato, sarebbe meglio che l’area interessata fosse destinata nella sua circonferenza a scavi archeologici senza alcun manufatto edile a ricordo dei tempi storici. Per lo meno non diamo un tetto all’inciviltà e al degrado urbano, corredato dall’illegalità presente e persistente nell’area.
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