Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Moody's: Italia fuori dalla crisi nel 2013. Fitch: Monti credibile

Il premier promosso ma "completi le riforme". L'agenzia di rating Usa: entro l'anno prossimo salvi anche Spagna e Portogallo

do Redazione
ROMA - L'Italia uscirà dalla crisi entro il 2013 secondo le previsioni dell'agenzia di rating statunitense Moody's, mentre il direttore operativo rating di Fitch, David Riley, ha definito il governo Monti "credibile" e espresso preoccupazione "per chi guiderà il Paese l'anno prossimo". "La questione chiave che l'Italia sta affrontando in questo momento dal punto di vista degli investitori è il rischio politico", ha affermato Riley in un'intervista a Bloomberg Tv sottolineando che "è importante che l'attuale premier possa lavorare per vedere la luce in fondo al tunnel". Probabilmente, ha continuato, l'Italia potrà evitare ulteriori downgranding se Mario Monti farà tutto quanto in suo potere per implementare i piani di austerity e completare le molte riforme in corso. La crisi, secondo Moody's, dovrebbe finire entro il 2013 in Italia, Portogallo e Spagna, mentre Irlanda e Grecia potrebbero avere bisogno di più tempo, fino al 2016. Ma occorrerà, ha avvertito, proseguire con l'attuale processo di riforme strutturali "visto che tale processo di aggiustamento è, nel migliore dei casi, solo completo per metà, a seconda del paese in questione". In un rapporto appena pubblicato e dedicato alla periferia dell'eurozona, l'agenzia di rating rileva che le riforme adottate dai Paesi periferici dell'Eurozona hanno permesso di migliorare la loro situazione economica, ma ci vorranno anni per la risoluzione completa dei loro problemi. Un esempio virtuoso di uscita dalla crisi c'è, ed è proprio in Europa. Moody's confronta gli attuali squilibri finanziari delle regioni più deboli dell'eurozona "a un periodo simile di crisi e risanamento" in Svezia e Finlandia tra il 1990 e il 1993. Per la Svezia, in particolare, ci vollero tre anni per ritornare al livello di prodotto interno lordo precedente la crisi mentre la Finlandia ci mise sei anni. E oggi? "In termini comparativi - spiega il rapporto dell'agenzia di valutazione creditizia Usa riportato dall'agenzia Dow Jones - la contrazione dei due Paesi iberici e dell'Italia è relativamente poco profonda, almeno fino a ora, avvicinandosi a quella della Svezia, mentre quelle di Irlanda e Grecia (quest'ultima non sembra ancora essersi conclusa) sono più simili alla contrazione più lunga e profonda della Finlandia".





Nessun commento