Nella ‘’Piazzetta Foggiana’’, cuore pulsante del tessuto urbano, ritorna la cultura
di Nico Baratta
FOGGIA - Dopo le numerose polemiche e molti brusii (come zanzare in cerca di sangue dolce) per l’abbandono della storica piazzetta foggiana, Piazza Mercato e dintorni, come un tuono a ciel sereno interviene Domenico Rizzi, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, promuovendo con SEL un evento artistico che è la risposta oggettiva a chi in questi anni ha remato contro quell’area e la struttura centrale che a breve verrà demolita. Foggia Teatro Festival, è l’evento organizzato dal Comune di Foggia - Assessorato alla Cultura, dalla Fondazione Banca del Monte 'Domenico Siniscalco Ceci' di Foggia e dalla compagnia teatrale Cerchio di Gesso, in collaborazione con 'Mercantia', il Festival degli Artisti di Strada di Certaldo, che si svolgerà nel centro storico foggiano dal 23 al 26 agosto. E’ inutile dire che a tal iniziativa si contrapporranno voci (dissonanti e puerili )di gruppi e associazioni che son riuscite a ottenere lo smantellamento del “Treno” o “Nave” e che vorrebbero aggiudicarsi spazi pubblici un tempo ben gestiti e culturalmente attivi. L’augurio è che l’iniziativa regali ai foggiani ore di cultura e svago, così rivalutando spazi volutamente lasciati al degrado. « Il 23 agosto, dopo molto tempo, con gli artisti di strada della prima edizione del «Foggia teatro festival, riavremo una piazzetta viva e pulsante –ha affermato Domenico Rizzi-. Ringraziando tutti gli “attori” di questa iniziativa, un plauso va alle attività che riapriranno in anticipo dalla chiusura estiva. La nostra piazzetta - che ha origini dal medioevo – ha proseguito Rizzi- assume una vera e propria fisionomia suggerita - oltre che dal gusto dell’epoca (ormai scomparso) - dalle necessità e dai bisogni del popolo di rispondere alle esigenze di ordine pratico. In essa si svolgevano tutte le grandi manifestazioni pubbliche. La piazza come luogo di aggregazione, spazio aperto e libero, condivisibile per consentire la fruibilità di ogni singolo per vivere la città. La piazza come snodo e “nodo” dove si collocano, innestano, sviluppano edilizia civile e religiosa; la piazza come punto integrante, punto vitale, nodo non solo edilizio ma punto focale dove hanno inizio e fine strade che come arterie, vene e capillari sono necessarie per la vita del tessuto urbano. La piazza non è assolutamente da intendersi come uno spazio esclusivo, fruibile per pochi: non si può strappare dalle mani (o meglio sotto i piedi) uno spazio comune a tutti . La piazza è quella zona franca per eccellenza dove tutti sono attori protagonisti in uno spazio libero e aperto, luogo che ospita lo “stato “necessario per la vita di una città, spazio interpretabile come un salotto di tutti dove, sotto le luci ambrate che illuminano la “nostra piazzetta”, ci si distende l’animo incontrando, socializzando, per riconoscere e riconoscersi parte integrante di una città ma soprattutto viverla. Un nodo dove si sviluppano e prendono posto palazzi,scuole e attività commerciali, La piazzetta come spazio cittadino, quindi, non è da considerarsi assolutamente un surrogato del tessuto urbano né luogo da demonizzare sulla questione sicurezza, ma certamente una zona che merita rispetto, non che monumento continuo per tutto il suo percorso, memoria storica della città. Altro discorso, e di ben altra portata e carattere, è l’inciviltà che il vissuto della piazzetta lascia come un segno di poco rispetto verso uno spazio comune come bottiglie e residui prodotti da locali notturni, che coprono quasi schifosamente il manto stradale. Ma qui c’è da interpellare l’amministrazione civica, chiedendo che i pochi contenitori adibiti per l’accoglienza dei rifiuti vengano svuotati più frequentemente durante le serata ( visto che a fine di quest’ultima, traboccano) o addirittura incentivando la presenza di cassonetti removibili da porre e prelevare durante il fine settimana o in periodi critici ( Natale e Pasqua). Discutibilissimo il brusio continuo che viene prodotto dal popolo della, ma qui ancora una volta l’amministrazione è chiamata a dettare orari precisi ai locali senza nessun tipo di proroga o privilegi da elargire a questo o a quel gestore. Di ben altra natura è il problema della gestione degli spazi comuni, strettamente collegato al punto soprascritto, perché arbitrariamente i locali fanno bella mostra di sé, pavoneggiandosi quasi in una competizione spietata nel mostrare quanti più tavolini e sedie possibili senza tener conto della benché minima metratura per permettere il passaggio dei pedoni che percorrono la piazzetta. Per finire –ha terminato Rizzi- ci si pone una domanda: non è forse giunto il momento di ripartire da una programmazione ad ampio raggio e non di urgenza e a breve scadenza? ci chiediamo - infatti - se sia possibile dimostrare a chi la vive che siamo in grado di esserci con una politica viva tra la gente».
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