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Con “Reset” sgominata a Lucera una banda estorsiva. Anche 4 Carabinieri arrestati

di Redazione

LUCERA (FG) - Come accennato nell’ultim’ora Lucera questa mattina si è svegliata al suono delle sirene delle Forze dell’Ordine. Sedici gli arrestati, di cui quindici nelle patrie galere e uno ai domiciliari Tra loro anche quattro carabinieri. “Reset”, il nome attribuito all’operazione che questa mattina ha svegliato una Lucera pronta per lavorare. “Reset” perché è la volontà di annullare, azzerare la criminalità organizzata di Lucera legata al mondo del racket e della droga. Sedici le ordinanze di custodia cautelare eseguite all’alba di oggi dagli agenti del commissariato del centro federiciano. Nomi di spicco della criminalità organizzata lucerina – Davide e Antonio Ricci, Vincenzo, Jonathan, Vincenzo e Antonio Cenicola- quelli resi noti dagli inquirenti. Mentre i quattro dell’Arma dei Carabinieri sono Luigi Glori, Michele Falco, Giuseppe Sillitti e Giovanni Aidone, trasferiti da poco nella provincia di Foggia. Alla base di tutto, come ufficializzato dagli inquirenti, vi sarebbe la locale lotta fra i clan Cenicola e Ricci per la gestione del mercato della droga e delle attività estorsive. Tutta l’attività investigativa ha avuto inizio l’estate scorsa, dopo l’agguato al ventiseienne lucerino Fabrizio Pignatelli, raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, in via Marx, nei pressi del ricreativo Atlantic City. Pignatelli morì dopo 40 giorni di agonia a causa delle gravissime ferite riportate. Le accuse mosse contro i sedici arrestati sono a vario titolo , dall’associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di concorso in omicidio premeditato, all’estorsione per mezzo di intimidazioni con colpi d'arma da fuoco, fino al dolo premeditato come l’incendio. Mentre per i quattro militari dell’Arma l’accusa fin’ora mossa è favoreggiamento in quanto gli inquirenti ritengono che depistassero le indagini per favorire le attività malavitose; non si escludono (e l’accusa è in fase di accurati accertamenti), da parte dei quattro militari, loro azioni estorsive. Difatti, tre di loro sono al vaglio di ulteriori indagini per associazione a delinquere e di far parte del clan Ricci, mentre per il quarto il reato da ufficializzare è l’estorsione in danno del proprietario di un locale lucerino cui era imposto l’acquisto di determinati prodotti ittici ed ortofrutticoli. Tutti e quattro i militari sono in stato di fermo presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Questo, purtroppo, è l’ennesimo sconvolgente risultato di una criminalità che oltre a essere organizzata è ramificata nello Stato. D’altro canto è l’ennesima vittoria di uno Stato che da un anno indaga senza tregua, indagini coordinate dai procuratori di Lucera, Domenico Seccia e Alessio Marangelli. Lucera ancora al centro dell’attenzione nazionale che questa volta ha dato una risposta certa per l’efficienza delle Forze dell’ordine; chissà se farà meditare in positivo chi da Roma è deciso a chiudere quel tribunale che fino a oggi ha tradotto le azioni dello Stato in efficienza e sicurezza per il territorio.



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