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COOL HUNTER ITALY - annotazioni generali (e tanti numeri)

M. Costa

di Massimo Costa

MILANO - Nei giorni scorsi abbiamo registrato le previsioni del Fashion Economic Trends per il settore della moda, che indicano una diminuzione del giro di affari per il 2012 del 5,6% con un valore di 60,2 miliardi di euro. Come ha dichiarato il Presidente della Camera Nazionale della Moda “se consideriamo la situazione economica generale, il comparto gestisce la crisi meglio di altri settori. Inoltre ci sono segnali che indicano che l’anno venturo imboccheremo la strada della ripresa”. Questo non significa dimenticare che oggi, più che mai, siamo nel mezzo di una delle fasi più difficili per il nostro Paese. Ricordiamo sempre che nell’ultimo anno si sono persi 6700 posti di lavoro nel settore tessile nella solo Lombardia e che nel primo semestre del 2012 sono uscite dal mercato del lavoro 2850 persone nei vari distretti colpiti pesantemente dalla crisi, come Como, Bergamo, Mantova (per le calzature). Ricordo che il tessile milanese vale il 5% del totale nazionale con circa 5000 aziende ed un fatturato di quasi 5 miliardi annui. I giovani rappresentano una percentuale piuttosto modesta. Solo il 7,5% del totale (344 imprese) è in mano ad under 29, in crescita però del 3,3% tra 2011 e 2012. Ben più significativi i numeri se allarghiamo la visuale all’intero sistema moda, perché la Lombardia, con le sue 28 mila imprese, è tra le prime a livello europeo con una quota di mercato che raggiunge il 6,2% del totale continentale. A fare la parte del leone è Milano, che vanta 14.500 imprese, pari a quasi il 5% del totale nazionale nel comparto di griffe e designer. In particolare, il solo settore “industriale” della moda nel capoluogo lombardo è costituito da 495 imprese di gioielleria, 270 di bigiotteria, 1031 di industria tessile, 2650 di articoli di abbigliamento, 971 di pelletteria. Il commercio al dettaglio, poi, è distribuito su una rete di 3300 negozi di abbigliamento, 774 di calzature, 2600 ambulanti. ASSOMODA Ma il dato più straordinario e, a mio avviso, non sufficientemente valorizzato, in termini di comunicazione e di marketing territoriale , è il numero degli showroom di moda: 860 tra mono e multimarca, che fanno di Milano la capitale mondiale degli showroom moda e dunque il polo nevralgico della distribuzione intermedia. Mi sembra opportuno sottolineare, anche in questa sede, che proprio il segmento intermedio è quello che Assomoda presidia storicamente come Associazione di rappresentanza della categoria degli agenti, e oggi anche dei distributori. Il percorso di crescita degli agenti di commercio nel nostro settore è stato eccezionale e ha visto passaggi professionali rilevanti: prima porgitore del prodotto, poi sempre più consulente di mercato per le aziende preponenti, e anche consulente dei retailers; più recentemente imprenditore a 360°, titolare di strutture commerciali complesse in grado di distribuire le collezioni in ogni mercato del pianeta (Russia, Medio Oriente e oggi Cina). DESIGNERS Milano è un territorio particolarmente fertile per il debutto di nuovi talenti, quasi quotidianamente nella nostra città nasce un nuovo designer. Ho alcuni dati elaborati dalla Camera di Commercio che attestano una costante crescita di iscrizioni camerali, con una elevata presenza femminile, circa il 33% rispetto al 20% nella media delle imprese. Per un designer su cinque (20%) il settore di destinazione è stato il comparto manifatturiero, mentre uno su 10 si è inserito nel commercio al dettaglio e l’8% è entrato in uno studio professionale. Ma per i giovani stilisti della moda è l’approdo in showroom l’obiettivo principale, e più concreto, e proprio da questa constatazione è nato nel 2011 (a maggio mese di grandi innovazioni) il Dipartimento dei giovani stilisti di Assomoda, che presto avrà un brand più facilmente comunicabile e certamente meno grigio – istituzionale del termine Dipartimento. La creazione del gruppo di giovani ha tra l’altro coinciso con una “rivoluzione copernicana” di Assomoda, la quale da Associazione di agenti moda si è trasformati in Associazione multitasking, con 4 settori operativi sinergici: il nucleo storico degli agenti e distributori moda; agenti dello sport e sportswear, giovani stilisti e aziende partner. La rete (o network) interna si sta sempre più perfezionando ma uno degli aspetti su cui vogliamo lavorare per una “migliore interattività” è proprio quello del rapporto tra designers e showroom – allo scopo di rendere più agevole ed organizzato il contratto tra le due parti e più accessibile il raggiungimento di un accordo di collaborazione. Naturalmente è necessario che vi sia da un lato una maggiore sensibilità e disponibilità da parte degli agenti – sempre più oberati di impegni contingenti – e dall’altro la consapevolezza da parte dei designers che spesso per “diventare commerciali” non basta essere talentuosi ma che occorre umiltà, capacità di mettersi in gioco e disponibilità a seguire i consigli dell’agente. L’agente, se è un professionista vero, è un grande talent scout e fa della ricerca e dello “scouting” uno dei punti fermi della sua attività professionale. Molti grandi big della moda, devono in buona parte il loro successo all’incontro con l’agente, all’ingresso in uno showroom. Assomoda si è già dotata di un Comitato Tecnico, composto di una dozzina di agenti/distributori di diverse Regioni e settori merceologici. Ma dovremmo implementarlo per poter offrire un rapporto anche a quei segmenti, sui quali operano alcuni giovani designers. SINERGIE CON ASSOTEMPORARY COOL HUNTER ITALY Molto importante è anche la partnership che Assomoda ha stretto con Cool Hunter Italy – che ringrazio per la grande disponibilità con cui ci hanno accolto (facendo sentire anche nostro questo evento) e a cui rivolgo i complimenti per la capacità, la tenacia e la velocità con cui hanno saputo organizzare questa naturale iniziativa interamente dedicata ai giovani stilisti. Il rapporto tra di noi è nato un anno fa e si basa sulla complementarità, oltreché naturalmente sul fatto lavorare nel medesimo ambito. L’auspicio è che Cool Hunter Italy diventi una sorta di “vivaio” di Assomoda, preparando i giovani designer ad approcciare al meglio il mercato, attraverso la predisposizione di tutti i “fondamentali” necessari per avviare positivamente l’azienda. Sarà poi compito di Assomoda mettere in contatto i designers con gli operatori del mercato. CONCLUSIONI E’ proprio con questo auspicio che vorrei chiudere il mio intervento e ricordare che all’interno della manifestazione sarà operativa un’area Assomoda, dove si potranno anche svolgere (in tempo reale) colloqui e momenti di interazione tra agenti e stilisti interessati. La Segreteria di Assomoda in questi tre giorni di evento si trasferisce alle Stelline e sarà a disposizione a tutti i partecipanti a Cool Hunter Italy Trade Show.



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